7 settembre 2009

MILANO. UN AUTUNNO DIFFICILE


L’autunno milanese sarà un autunno difficile, niente reale ripresa se non quella degli annunci rassicuranti non certo qualcosa di percepibile, anzi. L’occupazione andrà sempre peggio e basterà camminare per la città per contare quante saracinesche non si sono alzate dopo le ferie estive. Milano avrà sempre di più l’impressione di essere una remota provincia dell’impero, nemmeno l’Expo sarà un evento con una forte impronta milanese ma il risultato di decisioni e mediazioni che avverranno altrove: Milano subirà l’Expo correndo il rischio di esserne vittima e non il principale beneficiario.

 

Si capirà una volta per tutte che l’anelito autonomista/federale della Lega si è trasformato solo in tattica, la tattica di avvicinamento al potere di un leader – e dei suoi affini – che ha saputo cavalcare e cullare il peggio dell’animo umano: la grettezza. Dietro la politica di Bossi ci sono un grande cinismo, un giudizio impietoso sull’uomo, un giudizio che alla fine è diventato il collante della politica di alleanza con Berlusconi: si governa tenendo per la cavezza degli istinti peggiori e della paura. Una realtà umiliante per Milano, quella che una volta era la capitale morale: la stagione della “Milano da bere” non è stata la peggiore ma solo quella del non ritorno. Il mese di agosto ci ha regalato le esternazioni di una Giunta che confonde il governo della città con l’effimero delle apparenze e degli annunci: il verde chiesto da Abbado diventato la follia dei vasi di Via Vittor Pisani, il tunnel sotto la città, la ruota al Parco Sempione, la linea 4 della MM rimasta senza finanziamenti, la chiusura delle Scuole Civiche, il balbettamento sulle piscine comunali chiuse nel momento del maggior caldo, il programma di riassetto di dieci piazze che nasconde la difficoltà di trovare in bilancio i soldi per l’indispensabile manutenzione facendo passare tutto per investimento in capitale, i proclami contro l’alcool ai minorenni, la richiesta di maggior severità – niente patteggiamento – per gli spacciatori. Una lunga lista, incompleta questa, di maldestri tentativi di rincorsa elettorale tra i partiti di governo e la ricerca di nuove alleanze ed equilibri: il tutto sulla pelle della città. Perché ci dobbiamo dimenticare dei parcheggi sotterranei, di quello di Piazza XXV aprile, di quello delle Darsena e degli altri che spalancano i loro scavi infiniti?

 

Quanto deve durare ancora la tragedia milanese? Certo fino alle prossime elezioni comunali del 2011 a meno che il sindaco Letizia Moratti, con un sussulto di dignità, non dia le dimissioni prima, stufa dell’oltraggio di una maggioranza che la tiene costantemente sulla corda e che paralizza gli assessore che le sono più vicini. Andandosene ora questo gesto potrebbe riscattare un triennio fatto molto più di ombre che di luci. Sarà dunque un autunno di sofferenza per Milano ma il peggio lo vedremo all’avvicinarsi di Natale. Cosa ci prepara questa Giunta dopo averci ammannito un agosto da strapaese? Delle luminarie firmate da qualche architetto di grido? Un albero della cuccagna in piazza del Duomo? Cosa inventeranno per la fiera degli Oh bej, Oh bej! ? Come sarà il menù del pranzo di gala per la prima di Sant’Ambrogio? Di questo si occuperanno come se nulla fosse, come se il Natale del 2009 non rischiasse di essere uno dei più tristi del dopo guerra. Poco possiamo anche aspettarci dall’opposizione, impegnata nella solita ricerca d’identità e preoccupata solo di come spartirsi i posti in vista delle candidature alle elezioni regionali. E’ ormai un film, una sorta di “The Rocky Horror Picture Show” della politica: come appassionati anche questo lo rivediamo da 25 anni, ne conosciamo a memoria le battute e gli attori, ci porteremo i nostri figli, meglio che niente ma non è il futuro.

L.B.G



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