10 settembre 2014
AIMER, BOIRE ET CHANTER
di Alain Resnais [Francia, 2013, 108′]
con Sandrine Kiberlain, André Dussollier, Hippolyte Girardot, Sabine Azéma, Michel Vuillermoz
Basato sulla pièce Life of Riley di Alan Ayckbourn, l’ultimo lavoro di Alain Resnais è una scatola magica: il teatro nel teatro nel cinema.
Due coppie di mezza età, attori dilettanti, stanno lavorando a uno spettacolo quando scoprono che al loro comune amico George mancano pochi mesi di vita. Decidono di coinvolgerlo nello spettacolo. E decidono di far riavvicinare l’ex moglie di George, che vive ormai con un altro uomo, al loro amico.Il film racconta le dinamiche che nascono e si sviluppano nel gruppo durante i mesi di preparazione dello spettacolo fino al funerale di George.
La narrazione del plot non racconta nulla, però, della bellezza di questo film. Le scenografie prima di tutto: le case dove i protagonisti vivono, si incontrano, parlano, litigano, bevono e amano sono palcoscenici. L’ambientazione: un’Inghilterra verde e color mattone che diventa un acquarello che diventa un palcoscenico. La recitazione: è teatrale, nella dizione, nell’emissione del suono, nei gesti.
I pensieri: durante i dialoghi, gli sfondi cambiano quando la parola detta non è solo rivolta al proprio interlocutore, ma a se stessi. Il fondo scena diventa grigio, forse una grata? Un confessionale laico nel quale dirsi la verità? Gli stacchi di scena sono atti teatrali, volutamente non fluidi.
Un valzer di Strauss risuona coinvolgente, vien da pensare ai balli delle debuttanti, ciascuna col proprio cavaliere, ma che nel corso della serata, in un cadenzato changer la femme, balla un po’ con tutti.
L’onnipresente George non si vede mai, non parla mai. Le sue parole, i suoi gesti, la sua vita ci sono narrati solo dai sui amici. E sempre in rapporto a se stessi. Lui non vive in sé, ma riverbera nelle vite altrui. George non c’è. Ci sono gli altri; di più: ci sono quelle parti segrete degli altri che solo lui aveva saputo far vivere. E di cui ciascuno di loro, nel rievocare George, sente un’invincibile nostalgia.
Nel narrarsi l’immenso amore per la vita di George, tutti i protagonisti rinnovano il proprio amore per la vita, per il coniuge, per gli amici. E “Aimer, boire et chanter” torna a essere vero.
Trasmesso lunedì 8 settembre allo Spazio Oberdan, nella sezione Outsiders del Milano Film Festival, questo film di Alain Resnais meriterebbe di arrivare a un pubblico vasto.
Tootsie
questa rubrica è a cura degli Anonimi Milanesi