3 settembre 2014

L’OSSERVATORIO SULLA SICUREZZA DEL LAVORO A MILANO: TEMPO DI BILANCI


Nel 2010 è stato costituito presso il Tribunale di Milano il primo Osservatorio sulla Sicurezza del Lavoro (OSL), sulla base di un protocollo di intesa tra il Tribunale, l’INAIL Lombardia e il CPT (comitato paritetico territoriale dell’edilizia – sicurezza in edilizia). Si tratta del primo Osservatorio tra magistrati, tecnici, medici, imprenditori e lavoratori per studiare e analizzare i problemi interpretativi, applicativi, operativi nella materia della sicurezza del lavoro dopo la riforma del testo unico sulla sicurezza (D. Lgs. 106/09, in riforma del D. Lgs. 81/08).

07_li vigni29FBMateria che, come gli addetti ai lavori sanno, si presenta sempre più complessa e frastagliata sia da un punto di vista strettamente normativo sia per quanto riguarda la prassi giurisprudenziale che prende le mosse da svariati, differenti casi pratici. Davamo conto, circa due anni fa, dalle pagine di questo settimanale, del lavoro dell’Osservatorio, sottolineandone l’assoluta importanza in un settore davvero estremamente delicato per la vita del cittadino, per il benessere delle imprese e di tutta l’economia nazionale.

L’OSL si occupa di formazione e informazione, di elaborare e raccogliere le migliori esperienze applicative da portare all’attenzione dei datori di lavoro, delle imprese, dei responsabili della sicurezza, dei magistrati, dei lavoratori, delle parti sociali ed Enti. Quest’Osservatorio, operativo ormai da oltre quattro anni, ha certamente svolto – e sta svolgendo tuttora – un utile lavoro di studio e di scambio di informazioni sulla tematica, ma la strada da fare è ancora molto lunga, soprattutto nella nostra città in questo ultimo scorcio di anno che ci separa da Expo 2015.

C’è da dire che, tra le molte criticità che in questi mesi la cronaca ci ha posto davanti per quanto concerne la gestione dei cantieri Expo, la situazione degli infortuni gravi sul lavoro non sembra particolarmente allarmante. Va premesso che è molto difficile trovare dei dati attendibili circa gli episodi di lesioni gravi o gravissime o addirittura di perdite di vite umane di quanti lavorano nei cantieri Expo, ma i casi appaiono molto limitati come sottolineato in varie occasioni dai componenti del consiglio di amministrazione di Expo 2015. Ma le complessità devono ancora venire: infatti è con l’inizio della costruzione dei padiglioni, in tempi certamente contingentati, che si porranno le problematiche più serie in materia di sicurezza sul luogo di lavoro.

Secondo recenti conclusioni dei mesi scorsi dell’osservatorio Cgil di Milano, gli operatori dell’Asl dedicati alla prevenzione e ai controlli sono troppo pochi: si tratta di una questione che rischia di esplodere proprio nel momento in cui nell’area Expo si lavora a ritmo frenetico per recuperare i ritardi. Tali dati riportano che, nelle 105 ispezioni eseguite dall’Asl fino al 31 dicembre 2013 sul sito Expo e sulle opere essenziali connesse, ben 98 sono state le contestazioni di non conformità delle 71 imprese controllate.

Le cose non vanno meglio nei cantieri delle nuove linee della metropolitana 4 e 5 e del prolungamento della 1, la cui realizzazione è legata all’esposizione: al 28 febbraio 2014 nei 415 accessi ispettivi, per un totale di 116 imprese controllate, le non conformità sono state 242. A tali numeri si aggiunge poi un altro particolare: fino alla settimana scorsa il Piano di emergenza ed evacuazione relativo all’area Expo presentava diverse criticità sia tecniche sia strutturali cui si dovrà dar soluzione nei prossimi mesi.

Insomma, il lavoro dell’OSL e delle autorità competenti non si fermi all’approfondimento e allo studio teorico della normativa, ma contempli applicazioni pratiche che consentano una sicurezza su tutti i luoghi di lavoro, in particolare i più pericolosi quali l’edilizia. E i tempi stretti di Expo 2015 non siano una scusa per “mettere da parte” alcune regole fondamentali di prudenza e sicurezza per chi opera nei cantieri, ma anche per i semplici cittadini che si trovano a transitare nei cantieri stessi o sulle strutture costruite.

È una battaglia di civiltà cui non dobbiamo rinunciare per nessuna ragione.

 

Ilaria Li Vigni

 



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