3 settembre 2014

MILANO BLU, LISCIA O GASSATA


Fanno parte dell’arredo urbano, ma non sono soltanto i simboli di un passato storico ed estetico da salvaguardare: le fontanelle pubbliche, battezzate ‘toret’ a Torino, ‘nasoni’ a Roma, ‘draghi verdi’ o ‘vedovelle’ a Milano, rappresentano soprattutto un patrimonio che ha la precisa funzione sociale di garantire l’accesso facile e sicuro a un’acqua di ottima qualità, a costo zero e a chilometro zero.

10_bramante29FBI ‘draghi verdi’ meneghini, realizzati in ghisa con la stessa forma dal 1931 nel tipico colore verde ramarro e con il rubinetto d’ottone a forma di testa di drago, sono stati per lungo tempo vittime di un processo di degrado, ma negli anni più recenti sono stati rivalutati, con l’obiettivo di creare intorno ad essi una forma di condivisione della cultura dell’acqua pubblica. In occasione dell’Expo saranno uno dei simboli caratteristici della città.

Grazie all’attenzione dell’amministrazione Pisapia, la cultura dell’acqua pubblica ha un nuovo testimonial urbano anche nelle nuove Case dell’acqua, recentemente inaugurate in diversi parchi cittadini. A Milano ne sono state installate sei, in altrettanti parchi della città: nei Parchi di Largo Marinai d’Italia, della Chiesa Rossa, di via Livigno, di via Morgagni, di via Lessona e nel Giardino Cassina de’ Pomm di via Zuretti. Un progetto voluto da Metropolitana Milanese, che gestisce dal 2003 anche il Servizio Idrico Integrato della città di Milano, cui competono compiti di realizzazione di nuove reti e impianti, nonché di cura della manutenzione di quelli esistenti.

L’acqua di Milano è di qualità molto alta, garantita da analisi quotidiane per il monitoraggio dei parametri chimici, chimico-fisici e microbiologici e fa pochissima strada: viene prelevata da pozzi profondi circa cento metri, quando serve è trattata e filtrata su carboni attivi e due o tre ore prima di giungere al rubinetto si trova ancora nel sottosuolo milanese.

Le Case dell’acqua erogano la stessa acqua che sgorga dai rubinetti delle nostre case. Il servizio si attiva gratuitamente mediante la Carta regionale dei servizi della Lombardia, ovvero la tessera sanitaria, e possono essere prelevati fino a sei litri di acqua al giorno a persona.

A fine giugno è stata inaugurata dall’assessore Maran anche la prima Casetta dell’acqua all’interno di una struttura universitaria, l’Università degli Studi di Milano che fa parte di un network internazionale impegnato sulle tematiche della sostenibilità ambientale: l’impianto situato nel campus di via Celoria è direttamente allacciato all’acquedotto milanese, quindi a km zero e ha la capacità di erogare fino a 1.500 litri di acqua al giorno.

Il progetto Campus Sostenibile è promosso da Università degli Studi e Politecnico di Milano per incentivare studenti e ricercatori ad un consumo responsabile delle preziose risorse idriche e per promuovere abitudini e stili di vita a basso impatto ambientale non soltanto fra gli studenti, ma più in generale per la cittadinanza del quartiere Città Studi.

Con la garanzia di acqua controllata, di qualità e sempre disponibile, il risparmio è calcolato in mille bottiglie di plastica da un litro e mezzo al giorno, con conseguente riduzione dei rifiuti in plastica e dell’inquinamento dovuto al trasporto su gomma. Meno bottiglie di plastica, meno inquinamento, soldi risparmiati e sempre più estimatori dell’acqua di rubinetto. E per chi la preferisce c’è anche la variante gasata.

 

Rita Bramante

 



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