3 settembre 2014

sipario – IL MILES GLORIOSUS DI PLAUTO AL TINDARI


 

IL MILES GLORIOSUS DI PLAUTO AL TINDARI

Testo Plauto. Traduzione teatrale Filippo Amoroso. Regia Alvaro Piccardi. Scene Lorenzo Ghiglia. Costumi Daniela Cernigliaro. Musiche Stefano Marcucci.

[In ordine di apparizione] Pirgopolinice Edoardo Siravo. Artotrogo Antonio Silvia. Palestrione Marco Simeoli. Periplectomeno Renato Campese (sostituito da Alvaro Piccardi). Sceledro Francesco Scilella. Filocomasia Lara Balbo. Pleusicle Ruggero Cecchi. Acroteleuzio Giulia Di Quilio. Milfidippa Leidys Candy Rojas Martínez.

 

sipario29FBBMercoledì 20 agosto si è concluso il cartellone estivo del Festival Teatro dei Due Mari con una nuova versione del Miles di Plauto al teatro antico di Tindari (unica rappresentazione), messa in scena dalla compagnia di Edoardo Siravo, presidente dell’Associazione Teatro dei Due Mari, per la regia di Alvaro Piccardi. Il copione si è basato sulla traduzione teatrale Il soldato smargiasso a cura del professor Filippo Amoroso, direttore artistico dell’associazione e già docente di Drammaturgia dell’Antichità all’Università di Palermo.

Sulla splendida e antica cornice del teatro antico l’allestimento del Teatro dei Due Mari si è limitato al minimalismo di due mezze colonne e un capitello corinzio e una scenografia a due porte (le due case dei protagonisti) ispirata ai colori e allo stile degli affreschi di Pompei, tutto in perfetto stile romano. La storia tratta del raggiro operato ai danni di un militare fanfarone e vanaglorioso da parte di uno schiavo furbo e del vecchio vicino di casa del soldato.

Il giovane ateniese Pleusicle e la bella compaesana Filocomasia si amano. Durante un’assenza del giovane, la ragazza viene rapita dal miles Pirgopolinice, un soldato fanfarone, a cui il parassita Artotrogo fa credere di essere irresistibile con le donne, e viene portata a Efeso. Palestrione, schiavo fedele di Pleusicle, parte per avvertire il padrone di ciò che è accaduto, ma viene rapito dai pirati e finisce per essere venduto proprio al miles. Pleusicle, avvertito di nascosto da Palestrione, si fa ospitare da Periplectomeno, un amico del padre, che è anche vicino di casa del miles. Palestrione pratica una breccia nel muro di confine tra le due case, consentendo agli amanti di incontrarsi. Tuttavia, Sceledro, un pauroso schiavo del miles, li scorge mentre si baciano, e minaccia di rivelare tutto al padrone.

Ciò costringe Palestrione a escogitare una serie di inganni per salvare i due amanti, fingendo che esista una gemella di Filocomasia, di nome Giustina, venuta a trovare la sorella dopo anni di lontananza. I tre ateniesi e Periplectomeno organizzano una feroce beffa ai danni di Pirgopolinice per vendicarsi dei torti e dargli una bella lezione di modestia: gli fanno credere che la nuova giovanissima moglie di Periplectomeno sia pazzamente innamorata di lui. Il miles, eccitato per la nuova avventura, licenzia in un sol colpo Filocomasia e Palestrione, dando loro la libertà di tornare ad Atene con Pleusicle, che si finge marinaio mandato dalla madre delle ‘gemelle’. Quando però, Pirgopolinice entra nella casa di Periplectomeno per l’appuntamento galante, trova il finto marito furibondo e i suoi schiavi pronti a fustigarlo ignominiosamente come adultero.

Per gli antichi Romani le risate cominciavano già dai nomi dei personaggi: il soldato fanfarone si chiama Pirgopolinice, che vuol dire ironicamente ‘espugnatore di fortezze e di città’; lo schiavo furbo e ingegnoso è Palestrione, ‘quello che architetta’; il vecchio Periplectomeno è ‘quello che si trova invischiato’ in situazioni poco edificanti; il parassita Artotrogo è ‘quello che rosicchia il cibo’; Pleusicle è ‘quello che trova gloria/vittoria nella navigazione’ (dall’espediente di fingersi marinaio), etc.

Oggi purtroppo questi significati non sono più compresi, ma l’adattamento moderno a una commedia dialettale – con i vari personaggi che nei costumi e nel linguaggio ricordano le maschere della commedia dell’arte, funziona benissimo dando rinnovata vitalità alla commedia antica: Palestrione è il furbone Pulcinella napoletano, Periplectomeno è il vecchio nobiluomo veneziano Pantalone, la giovane Filocomasia è la svampita Colombina, Artotrogo è un trasteverino d’eccezione, Sceledro è un pauroso servetto barese, mentre le due meretrici assoldate dal vecchio, Acroteleuzio e Milfidippa, sono due abili e formose donne ‘del Sud’ (siciliana e latinoamericana).

Oltre all’elemento della fruizione del pubblico, attraverso l’adattamento alle maschere e alla commedia dell’arte, la direzione artistica non ha voluto dimenticare un’attenzione filologica: le commedie antiche erano strutturate da parti in versi occupati dalla recitazione e al proseguimento della vicenda e dai cantica, parti in versi lirici, forse cantate, dedicate alla descrizione di un personaggio o un evento. Pur se non si sa con certezza se i cantica di Plauto fossero cantati o recitati con accompagnamento o eseguiti in altra maniera, nell’allestimento la regia ha scelto di cantare gli antichi cantica, rendendo la rappresentazione più leggera, quasi come un musical.

Plauto è forse l’unico autore del mondo classico che riesce a trasmettere il senso delle proprie commedie intatto ancora oggi, direttamente dal II secolo avanti Cristo, il successo è assicurato: duemila anni di risate ancora fragorose!

Prevista, ma ancora da definire, per novembre 2014 una rappresentazione al Teatro Menotti di Milano.

Domenico G. Muscianisi

 

questa rubrica è a cura di Emanuele Aldrovandi e Domenico G. Muscianisi

rubriche@arcipelagomilano.org



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