23 luglio 2014

la posta dei lettori – 23.07.2014


Scrive Pietro Vismara a proposito del Seveso – Non mi è molto chiaro quale sia il progetto MM per le esondazioni del Seveso sponsorizzato da Salvatore Crapanzano. Spero che non sia quello del nuovo scolmatore che avrebbe riversato le acque dell’inquinatissimo Seveso nel pulitissimo Ticino! Le esondazioni sono causate dalla troppo intensa urbanizzazione del Nord Milano ed è là che il problema va risolto, non scaricandolo (è la parola giusta) su chi invece le sue risorse fluviali è riuscito con grandi sacrifici a preservarle.

 

Scrive Felice C. Besostri a proposito di elezioni e Città Metropolitana – Poca attenzione si è dedicata agli aspetti procedimentali per la costituzione della città metropolitana, un ente atteso da oltre 20 anni. Con il passare del tempo le soluzioni maturano o i problemi si incancreniscono. Credo che siamo nella seconda ipotesi, anche per la scelta di farne organismi elettivi di secondo grado. È il trend inarrestabile del momento: le elezioni dirette con sistemi maggioritari appartengono al passato. La Corte Costituzionale con la sentenza n. 1/2014 di annullamento parziale di parti essenziali (premio di maggioranza e liste bloccate) del Porcellum ha posto dei paletti insuperabili in uno Stato di Diritto, ma siamo in Italia dove, grazie all’autodichia del Parlamento ex art. 66 Cost., si può approvare un Italikum più incostituzionale del Porcellum.

Nel silenzio dell’opinione pubblica si sta precostituendo una Corte Costituzionale al servizio del Governo, pensate che a un certo punto era emerso il nome dell’avvocato Ghidini, come frutto dell’accordo Renzi – Verdini. La giustificazione delle leggi elettorali maggioritarie era che per la mitica governabilità dovevi sapere la sera delle elezioni chi aveva vinto e perciò governerà. Con le elezioni di secondo grado si fa un passo in AVANTI, perché saprai chi vincerà la sera prima delle elezioni. Il sistema quindi è stato inaugurato per città metropolitane e province e sarà esteso al Senato.

Un vantaggio ulteriore è che, secondo i soliti giuristi del principe, gli artt. 48 e 51 Cost. non si applicano alle elezioni di secondo grado, quindi il voto non deve essere necessariamente libero, uguale e personale e non devono essere garantite le pari opportunità, anche di genere, nelle candidature. Se a ciò si aggiunge che il procedimento elettorale preparatorio si svolgerà in agosto la parola partecipazione popolare, anche nella forma più modesta di spettatori, sarà esclusa dal vocabolario politico. Si aggiunga che la fonte normativa principale di un processo elettorale è costituita da una Circolare del ministero degli Interni per capire che protagonisti delle nomine saranno dirigenti di Partiti, che caso unico nei grandi paesi europei, non sono regolati da una legge e ciò malgrado l’art. 49 della Costituzione.

Si capisce quindi l’amore per le liste bloccate, che, se gli elettori sono espropriati come tali, possono sempre recuperare un briciolo di influenza partecipando alle primarie di quei partiti, che si fanno scegliere i dirigenti dai passanti. staremo a vedere la fine di questo pasticcio, già ci son problemi nella platea degli aventi diritto al voto come consiglieri comunali con l’attribuzione dei pesi elettorali. Ci si può passare sopra, garantisco che non ho intenzione di occuparmi anche della legittimità di queste elezioni, sono troppo occupato con la legge elettorale lombarda, anche se c’è il rischio che il giudice penale arrivi prima di quello costituzionale e amministrativo, e con quell’europea: il 3 settembre sulla G.U. sarà pubblicata l’ordinanza sulla legittimità della soglia d’accesso del 4%.

Un ultimo pensierino estivo perché i francesi si eleggono gli organi metropolitani e gli inglesi quelli della Grande Londra e noi no? Perché dobbiamo fare le riforme che ci chiede l’Europa e non dobbiamo perdere il tempo, né con il bicameralismo né con organi rappresentativi eletti da una popolazione, che vive al di sopra dei suoi mezzi. D’estate le cicale cantano e non votano.

 

Scriva Francesco Vescovi a proposito di Piazza Castello – Anche alla luce del bel dibattito che avete organizzato sul tema dell’arredo urbano mi premeva sollecitare un vostro commento sull’iniziativa battezzata ‘Atelier Castello’. Personalmente, ma ammetto di essere poco informato al riguardo, trovo l’operazione alquanto singolare per una serie di motivi: Perché la Triennale si fa carico di una questione che – come mi pare sia emerso anche dal vostro dibattito – dovrebbe essere affrontata dalla pubblica amministrazione? (Sospetto sia il tentativo di eludere le difficoltà di una vicenda spinosa in termini di consenso politico).

È proprio necessario un processo di partecipazione del genere per il disegno di quello spazio o si tratta di retorica e fumo negli occhi per sostenere una visibile campagna pubblicitaria? Perché e con quale criterio vengono invitati ben undici studi privati a titolo gratuito (ammesso che sarà davvero così: suppongo che l’iniziativa avrà comunque dei costi per il pubblico e almeno un ampio ritorno d’immagine gratuito per i partecipanti) a occuparsi del tema? Non sarebbe stato forse più opportuno, allora, appellarsi al Politecnico quale sapere tecnico milanese al servizio della città?

Oppure ricorrere a un bando pubblico come fu a suo tempo (nel 1999, mi pare) per le Cinque Piazze? Non sarà forse che De Albertis confonde i suoi due ruoli di presidenza presso l’Assimpredil e la Triennale?

 

Scrive Giampaolo Evangelista a proposito di Piazza Castello – Concordo con la visione del Professor Goggi (che ho avuto il piacere di avere al Politecnico come insegnante di urbanistica) per quanto riguarda la pedonalizzazione di Piazza Castello. Pedonalizzare Foro Bonaparte

sarebbe molto più intelligente e razionale.

 

Scrive Alessandro Mercandalli a proposito di Pedemontana – Guardate che la Pedemontana, così come tutto il nuovo sistema autostradale intorno a Milano non c’entra un tubo con Expo: è stata progettata molto prima che si iniziasse solo a pensare a Expo e ha scopi che prescindono da esso. Che poi un minimo di beneficio possa comunque trarne mi sembra oggettivamente indiscutibile e che i finanziamenti lumaca abbiano ricevuto un impulso con la scusa di Expo è altrettanto innegabile.

 

 



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