27 luglio 2009

PARCO DELLE CAVE E GIARDINO DI VIA TERRAGGIO


Il verde non piace al Comune di Milano. Nonostante le roboanti dichiarazioni del Sindaco e degli Assessori, il verde viene sadicamente osteggiato dove già esiste e prospera, viene subdolamente ostacolato dove potrebbe esistere e lussureggiare.

Due casi emblematici: il Parco delle Cave, nella periferia occidentale di Milano; e il Giardino di via Terraggio, nel pieno centro di Milano. Le vicende di questi due esempi di verde, sebbene lontani e diversi tra loro, sia per dimensione che per utilizzo, sono molto simili nel loro amaro destino.

Il Parco delle Cave dieci anni fa non era un parco, ma soltanto il relitto di alcune cave di sabbia e ghiaia, da tempo abbandonate: una landa desolata e mal frequentata. Il Comune di Milano, proprietario delle cave, ne affida la coltivazione e la rigenerazione alla Associazione Italia Nostra, che da terra abbandonata la trasforma in splendido Parco, quotidianamente e felicemente frequentato dalla popolazione dei dintorni.

Il Comune dovrebbe esserne felice e orgoglioso: la scelta della gestione era stata giusta; i risultati più che soddisfacenti. Ma il Comune è fatto di amministratori, spesso spregiudicati calcolatori, solo preoccupati dei loro personali interessi di carriera. Occorre appropriarsi di ogni opportunità per rafforzare e perpetuare il proprio potere. Italia Nostra è un’associazione apartitica, non facile da manovrare né da dirottare verso un voto politico che assicuri una sicura vittoria elettorale. Meglio sostituirla con altre associazioni, più vicine al colore dell’attuale maggioranza; più malleabili e affidabili in vista delle prossime elezioni amministrative; più disposte a garantire un serbatoio di voti a favore dei partiti di destra.

Italia Nostra, gloriosa bandiera italiana che da 50 anni si batte per la difesa del paesaggio, viene progressivamente osteggiata, poi ostacolata, e infine costretta a ritirarsi; viene così estromessa e sostituita da una accozzaglia di altre piccole associazioni, prive di competenza, di esperienza, di preparazione. Di queste ultime le singole denominazioni bastano da sole a indicare la loro totale estraneità al compito di gestire un Parco; e assolvere il difficile ruolo scaricato dal Comune sulle loro spalle inesperte: Azienda Agricola Zamboni, Circolo di Pesca Il Bersagliere, Shadow Arcery Team (Tiratori di arco da competizione), Associazione Pescatori Cava Cabassi.

Italia Nostra ha cercato di resistere alla guerra sotterranea che il Comune da più di un anno le ha subdolamente dichiarato. Guerra fatta di concessioni non rinnovate, di autorizzazioni non date, di permessi non confermati, di pagamenti e rimborsi spese non rispettati, di programmi non approvati. Il gruppo di giovani volontari, raccolti intorno ad Italia Nostra ed entrati con entusiasmo nell’avventura di resuscitare le cave e trasformarle in Parco, e il gruppo di giovani periti gettatisi con slancio nel progetto di realizzare luoghi di ricreazione, di svago, di divertimento per gli abitanti del luogo; tutti questi volonterosi alla fine hanno dovuto ammettere che continuare il loro lavoro (ammirevole lavoro), era diventato non tanto arduo quanto impossibile. Con lacrime di dolore e di rabbia hanno dovuto riconoscere di non poter più collaborare con il Comune, e proseguire la gestione del Parco secondo gli ottimi criteri adottati in passato. Italia Nostra è stata costretta a lasciare il Parco delle Cave; il suo ammirevole lavoro di dieci anni andrà in mano ad associazioni inesperte e incapaci, ma tutte fedeli alla politica dell’attuale maggioranza comunale.

Il Giardino di Via Terraggio è un angolo di verde, fresco e riparato, collocato tra Corso Magenta e Via Carducci. Pochi lo conoscono, e pochi, essendo chiuso fra edifici compatti, riescono a vederlo. Da quasi dieci anni la popolazione del quartiere, un quartiere poverissimo di verde, chiede al Comune, che ne è proprietario, di aprire il giardino, renderlo accessibile a mamme, bambini, anziani; farlo diventare un angolo di riposo e di ricreazione per gli abitanti della zona. Da quasi dieci anni il Comune promette di ripulire, riordinare e aprire al pubblico il giardino; ma regolarmente lascia cadere nel nulla quanto aveva fatto sperare, L’atteggiamento del Comune risulterebbe incomprensibile, auto-lesivo, palesemente impopolare, se non si sapesse che sul giardino si affaccia un grande edificio posseduto da un’importante società immobiliare; questa, se potesse comperare il giardino e farlo diventare di sua proprietà, vedrebbe aumentare di dieci volte il valore del suo edificio. Non è difficile immaginare quali enormi offerte siano state avanzate all’indirizzo del Comune da parte del proprietario dell’edificio; e le incalzanti pressioni da questo esercitate, allo scopo di impossessarsi, per vie lecite o illecite, dell’intero giardino pubblico, e annetterlo al proprio stabile privato. Che il Comune ritardi, tergiversi, tiri in lungo, pur di non esaudire le richieste del quartiere, è brutto segno. Significa che i vantaggi che spera di ottenere in futuro, palesi o nascosti, lo inducano a non fare quello che ogni persona di buon senso considera giusto, sano, utile: offrire ai milanesi un’amena e riparata porzione di verde nel pieno e caotico centro della città.

Due esempi, il Parco delle Cave e il Giardino di Via Terraggio, che dimostrano quanto sinceramente stia a cuore al nostro Sindaco il benessere dei cittadini e il verde di Milano.

Jacopo Gardella



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