9 luglio 2014

libri – IL CAPPELLO DEL MARESCIALLO


MARCO GHIZZONI

IL CAPPELLO DEL MARESCIALLO

Guanda Editore, Parma, 2014

pp. 250, euro 16,00

libri26FBAl suo esordio, Marco Ghizzoni fa centro nel difficile mercato della letteratura con uno stile nuovo e originale, che si distingue dalle altre tendenze degli indiscussi maestri del romanzo. È Loredana Rotundo, con il suo finissimo fiuto, a scovarlo in mezzo a una foresta di principianti, che vogliono emergere. In meno di ventiquattro ore, Ghizzoni ha il contratto della casa editrice Guanda sul tavolo.

Allegro e vivace, come l’autore, “Il cappello del maresciallo” ha già conquistato la platea dei lettori. Sin dalla prima riga, il sorriso è garantito. I brevi capitoli si susseguono con scene a sorpresa che catturano l’attenzione. L’ironia, nella giusta dose, ci guida tra le pagine, dove si dipana un’imbarazzante ed equivoca storia di provincia.

Ci troviamo a Boscobasso, un borgo della provincia di Cremona. Il nome è inventato, certamente, ma non abbastanza per non capire che la fantasia dell’autore è ispirata da una realtà di provincia nella Bassa, fatta di pettegolezzi, sotterfugi e azioni da nascondere. Cosa non si fa per una donna! Soprattutto per Edwige Dalmasso, la moglie del liutaio del paese, che fa “in modo che un bottone del vestito si slacci sul davanti lasciando intravvedere quel neo sul seno sinistro che aveva fatto girare la testa a non pochi uomini”.

Sembra che la fortuna aiuti gli audaci, o meglio, pare che non tutti i mali vengano per nuocere, poiché, ora che il liutaio Arcari è morto, il becchino di Boscobasso s’illude di poter conquistare la vedova. È disposto a tutto per soddisfare i desideri di Edwige, che aspira a un posto “in vista” nel cimitero, in cui deporre il marito defunto. E, al fine di accontentare la donna, il becchino escogiterà un piano perfetto con l’aiuto del nipote del macellaio. Il piano prevede un’azione illegale: un cambio tomba con l’ex sindaco. Peccato che il primo cittadino di Boscobasso, a furia di mangiare, fosse diventato molto grasso, tanto che avevano dovuto costruire per lui una bara su misura.

La questione dei pesi e delle misure, oltre alla mancanza d’intraprendenza dei due improvvisati ladri di cadaveri, complica la situazione. Inevitabile l’errore.

Quando finalmente il cimitero ritorna nel silenzio di sempre, la voce del maresciallo Bellomo, di ritorno dalla sua Agrigento, si alza per le prime indagini. In soli due giorni, mezzo paese viene interrogato, compresa la bella Edwige che fa perdere la testa al maresciallo, e il cappello, pure.

Sullo sfondo della nebbia cremonese, che sale dal Po e “si attacca addosso come una gigantesca e fredda ragnatela”, si svolgono le indagini di questa commedia in giallo. E mentre Edwige fa la prima cosa utile che le viene in mente – bacia a lungo il becchino – il maresciallo e i suoi appuntati fanno l’ultima cosa che rimane da compiere – tirare le fila di questa incredibile storia.

Cristina Bellon

 

questa rubrica è a cura di Marilena Poletti Pasero

rubriche@arcipelagomilano.org



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