2 luglio 2014

DECENZA AMMINISTRATIVA: IL MISTERO DEL GRANDE PONTEGGIO


Un mistero si aggira nel “Cappuccio”: quel gigantesco ponteggio alto almeno tre piani, che da oltre due anni ingabbia il grande complesso scolastico, che comprende le Scuole secondarie di 1° grado Luca Beltrami e Emilio De Marchi, il Liceo Classico Tito Livio e l’Istituto Tecnico Industriale per Edili Carlo Bazzi, e che occupa via Circo dall’incrocio con via Cappuccio a piazza Mentana, la stessa via Cappuccio (e qui riduce la sede stradale già stretta di suo) dall’inizio fin quasi in via S. Orsola e porzioni notevoli di S. Orsola e Mentana.

08rossi25FBPer la maggior parte dei residenti della zona è presto divenuto uno dei grandi misteri della storia, quasi come il sito preistorico di Stonehenge, la leggenda di Atlantide, i moai dell’Isola di Pasqua … perché da quando è stato eretto, nel 2012, non è più accaduto nulla.

Qual è la ragione di questo gigantesco ponteggio? All’inizio del 2012 (!) dal tetto di uno degli edifici scolastici sono cadute alcune tegole. Per sicurezza è stato subito innalzato il ponteggio, noleggiato da una ditta privata. Fin qui, normale amministrazione. Ma da allora, in oltre due anni nessun lavoratore è salito su tale ponteggio, né si registra qualche segno di attività, e il problema per cui è stato eretto non è stato risolto.

Comune ed Enti pubblici interpellati da diversi cittadini hanno sempre fornito risposte vaghissime. Alla questione sono stati interessati anche i principali quotidiani, che hanno pubblicato le lettere dei residenti. Il Comune, che di solito risponde a ogni minimo accenno critico alla sua attività, questa volta è rimasto silenzioso, e non ha spiegato per quale motivo dobbiamo assistere a uno spreco di tali proporzioni. Probabilmente si è verificato anche un corto circuito di informazione all’interno del quartiere, per cui né i cittadini che sono al corrente, né le direzioni scolastiche interessate hanno diffuso notizie in merito.

L’unica informazione pubblica esistente è rappresentata da un cartello dell’Assessorato Infrastrutture e Lavori Pubblici del Comune, appeso alle inferriate della Scuola dell’Infanzia di via S. Orsola 17. Il cartello, ormai d’antiquariato, narra di lavori di manutenzione e messa in sicurezza dell’importo di 30.000 euro per l’edificio di via s. Orsola 15 (ingabbiato dal ponteggio). Peccato che faccia riferimento a una Delibera della Giunta Comunale del 27 novembre 2008, a una gara d’appalto del 13 ottobre 2009 e annunci lavori con inizio l’8 marzo 2012 e la fine per il 22 aprile 2012!

Ero più o meno arrivato a questo punto dell’articolo da proporre a ArcipelagoMilano, quando la redazione è riuscita ad avere la spiegazione del mistero di tanta inerzia. Sembra che i lavori sul ponteggio dovessero partire ai primi di luglio di quest’anno, ma qualche giorno fa è emerso che l’impresa edile arrivata seconda nella gara d’appalto ha fatto ricorso. Di conseguenza, ora i lavori sono bloccati per un minimo di altri 9 mesi e il ponteggio rimarrà ancora per chissà quanto.

Per farla breve siamo in presenza di una storia che riflette perfettamente la confusione cronica delle normative del nostro Paese e l’incapacità della burocrazia di gestire anche solo il rifacimento di un tetto.

Fare manutenzione … che vorrà mai dire? Se si fosse provveduto subito a risistemare le tegole, il tetto in questione non sarebbe in queste condizioni e quando piove l’acqua non allagherebbe l’ultimo piano. Invece, e proprio in un periodo di crisi, per evitare qualsiasi responsabilità, si è intervenuti con provvedimenti faraonici: l’enorme ponteggio che abbraccia quasi un intero isolato, un grande progetto di rifacimento, che, immagino, richiede considerevoli risorse, quindi, gara d’appalto basata su norme di legge dalle mille tortuosità, che generano ricorsi a raffica da parte di chi si sente ingiustamente escluso. Si sospettano tempi biblici tra riunioni, consultazioni, udienze, verifiche, il tutto per ritrovarsi dopo oltre due anni di ponteggi e relativi esborsi per il noleggio ad attendere un altro anno (se va bene), infischiandosene dei disagi e degli inconvenienti dei cittadini, sia di quelli che nelle scuole ci studiano, sia dei residenti dei dintorni.

Nel frattempo, il ponteggio si sta logorando, e a terra cominciano a cadere i coprigiunti in plastica. E allora, cari signori del Comune di Milano, perché non affrontare il problema, dandosi un preciso ordine di priorità? In primo luogo vanno tutelati i cittadini. Come? Intervenendo subito con piccole opere di manutenzione al tetto, chiudendo i buchi che lasciano passare l’acqua e effettuando le riparazioni più urgenti. Quindi, smontaggio del ponteggio, in modo da evitare accuse di danno erariale da parte della Corte dei Conti.

Infine, quando tra qualche anno saranno risolti i problemi giuridico-burocratici relativi all’appalto, intervenire su grande scala, naturalmente se ci saranno ancora i fondi.

 

Pablo Rossi

 



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