11 giugno 2014

VIGORELLI, DECIDERE ASCOLTANDO LA CITTÀ


Il velodromo Vigorelli è stato quattro volte sede dei Campionati del mondo di bicicletta su pista. Antonio Maspes conquistò qui il mondiale del ’55: fu il primo dei suoi sette titoli. Alla sua morte, nel 2000, il velodromo divenne il Maspes- Vigorelli. Qui sono stati raggiunti 10 record dell’ora, tra i quali quello di Fausto Coppi nel 1942; per lungo tempo vi si concludevano il Giro d’Italia e il Giro di Lombardia. Per la sua storia e per la sua magnifica pista di legno, è noto e ammirato a scala mondiale. Così come è noto il grande spreco che rappresenta, da decenni, la sua inagibilità alle biciclette.

05difranco22FBRecentemente il “tempio del ciclismo” è tornato protagonista di un acceso dibattito intorno alle sue sorti. L’amministrazione comunale, decisa a trovare una via per sfruttare l’impianto, si dota di un progetto tramite concorso. Questo però lo snatura profondamente, arrivando a demolire la storica pista di legno di 400 metri e accantonando proprio la pratica del ciclismo rispetto ad altri usi sportivi, commerciali e ricettivi. Eppure lo stato attuale dell’impianto non è certo disastroso: l’ultima completa ristrutturazione è del 1998 e l’uso costante da parte della società milanese di Football Americano ne garantisce la manutenzione ordinaria. Organizzati nel “Comitato Vigorelli”, i cittadini e i ciclisti che vorrebbero ricondurre la pista al suo uso ‘naturale’ sfruttando il pregevole anello e mantenendo intatta la struttura storica si appellano alla Soprintendenza per i Beni Culturali, che blocca l’esito del concorso decretando il vincolo sull’intero fabbricato.

Queste resistenze e, non ultima, l’effettiva indisponibilità dei 18 milioni di euro in oneri di urbanizzazione di City-Life, decretano l’abbandono del progetto di concorso. Appare evidente la difficoltà di definire una strategia chiara sull’uso e la gestione dell’impianto.

Eppure, a fianco dell’amministrazione e degli operatori di City-Life, i soggetti disponibili alla definizione di una strategia e di un progetto sinergico di certo non mancano. La Direzione Regionale per i Beni Culturali offre la disponibilità ad avviare un confronto con il Comune per rendere compatibile un progetto di riqualificazione con il Decreto di tutela: che si traduce nella volontà di non “congelare” la struttura ma rendere il Maspes-Vigorelli un impianto flessibile all’uso di diversi discipline sportive, seppure incentrato su quella storica di velodromo.

Il Comitato Vigorelli si pone come un importante catalizzatore delle spinte provenienti dalla base ciclistica cittadina e amatoriale. Il Politecnico, con la sua radicata cultura milanese e la molteplice competenza progettuale, si metterebbe a disposizione come partner strategico e tecnico. La Federazione Ciclistica regionale sarebbe fortemente motivata a sostenere, di concerto con gli altri enti di promozione sportiva, la gestione di allenamenti e gare amatoriali, gare nazionali e internazionali, e una scuola di ciclismo rivolta ai giovanissimi.

Il “Vigo” diventerebbe il volano per il rilancio milanese della attività ciclistica su pista, base sostanziale dell’allenamento per le corse su strada. Potrebbe anche ospitare o appoggiare competizioni quali il frequentatissimo Red Hook Criterium, la cui ultima edizione si è tenuta a Milano a ottobre 2013. Al ciclismo e del football si affiancherebbero le numerose discipline compatibili con le dimensioni del campo centrale.

Riutilizzando le strutture esistenti si potrebbe riaprire la storica Palestra Ravasio, ricavare gli spazi per una foresteria di appoggio agli sportivi, attività commerciali e di ristorazione e uno spazio museale legato al magnifico ma troppo isolato Museo del Ciclismo del Ghisallo. E poi spazi per le associazioni sportive ciclistiche o quelle legate agli altri sport ospitati. Insomma, si tratterebbe di istituire un vero e proprio Centro del Ciclismo e dello sport Milanese.

Milano, pur essendo una delle grandi città più a misura di bici che vi siano al mondo, maltratta il ciclismo. Ciononostante l’attività ciclistica sta conoscendo, a livello di diffusione e uso urbano, una forte crescita. Da qualche anno la vendita di biciclette in Europa ha superato quella della auto, definendo un trend decisamente positivo, in relazione alla vivibilità urbana.

La potenzialità del Vigorelli quale simbolo di una svolta in senso sostenibile delle politiche della mobilità urbana, è immensa. La priorità del governo cittadino che sia davvero espressione del bene comune deve essere, in questo caso tanto clamoroso, quella di non dissipare il patrimonio che ha ereditato.

Come afferma Ivan Illich «La bicicletta richiede poco spazio. Se ne possono parcheggiare diciotto al posto di un auto, se ne possono spostare trenta nello spazio divorato da un’unica vettura. Essa permette alla gente di creare un nuovo rapporto tra il proprio spazio e il proprio tempo, tra il proprio territorio e le pulsazioni del proprio essere, senza distruggere l’equilibrio ereditario». Vale la pena di unire gli sforzi.

 

Andrea Di Franco

 

 



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