20 luglio 2009

SEGRATE UN CENTRO COMMERCIALE, UNA SORPRESA IN PIU’


In merito all’erigendo Centro Commerciale di Segrate, alla sua inutilità e alle ripercussioni sulla città, molti si sono già espressi; vorremmo qui parlare di quello che ha spinto l’Amministrazione cittadina a disattendere le promesse e gli impegni presi e arrivare al limite del rispetto costituzionale per ottenerne l’approvazione “nell’interesse più generale della collettività”.

Il tormentone più volte espresso riguarda la necessità di ottenere i fondi necessari per la viabilità speciale, fondi che senza l’apporto dei privati non si possono trovare, neanche con l’arrivo dell’Expo. Purtroppo nei Comuni la ricerca dei fondi necessari per le opere e i servizi alla collettività passa sempre più spesso dalla svendita indiscriminata del territorio.

Una svendita che va a scapito di un progetto di crescita e sviluppo del territorio stesso, compatibile con le reali esigenze della cittadinanza e della programmazione di uno sviluppo sostenibile ed equilibrato.

Ed è per questo motivo che l’Amministrazione segratese ha firmato l’Accordo di Programma per la riqualificazione di un’area dismessa quale la ex-Dogana, concedendo all’operatore quasi un milione di metri quadri tra Centro Commerciale, Residenziale e Terziario, in cambio della sistemazione della viabilità connessa.

L’accordo prevede che il costruttore (Percassi) metta a disposizione 85 milioni di euro per la costruzione del primo lotto della viabilità speciale e che la differenza dei costi sia a carico, con percentuali diverse, di Comune, Regione e Provincia. Una differenza quasi certa, visto che la stima delle necessità economiche per far fronte a quest’opera è datata e non certo adeguata ai costi attuali. L’Accordo di Programma prevede anche l’obbligatorietà di costruire questa strada, giustamente, prima dell’apertura del centro commerciale stesso. Qui già si può configurare un primo pericolo per le casse comunali, se gli 85 milioni non basteranno (ci si può scommettere che non basteranno) quanto dovrà dissanguarsi il Comune? Se proprio bisogna farseli bastare, sarà a scapito di che cosa? Della sicurezza, delle opere di mitigazione dell’inquinamento acustico aeroportuale?

O di che cos’altro?

Ora sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo) che un altro ad ancor più grave pericolo, incomba sulle casse Comunali: in Regione Lombardia è stata presentata una proposta di legge (la 381) che, se approvata cosi com’è stata proposta, metterebbe in ginocchio le casse comunali (viene prevista anche l’obbligatorietà di accantonamento dei fondi). Questa legge prevede che ove un operatore privato, che intervenga a bonificare o recuperare un’area dismessa per restituirla alla fruizione della collettività, abbia diritto a un forte e cospicuo sconto sugli oneri di urbanizzazione.

Sembrerebbe che tale nuova normativa (che assomiglia a un ulteriore regalo) si possa e si debba applicare anche ad Accordi di Programma già sottoscritti. Noi speriamo che tutto ciò non sia vero, che non sia retroattivo e che non si faccia un altro gigantesco regalo a chi di regali ne ha già avuti tanti, “nel nome e nell’interesse dei cittadini Segratesi”.

Se tutto questo fosse vero – ci chiediamo – se il comune fosse costretto a rinunciare a ingenti somme di oneri di urbanizzazione, se fosse costretto a forti esborsi per completare quelle opere necessarie e obbligatorie, CHI PAGHERA’? Pagherà chi quell’accordo l’ha fortemente voluto, deliberato, imposto e votato, oppure pagherà come sempre chi dovrà anche subire le gravi conseguenze dell’opera?

Pagherà come al solito Pantalone?

Inoltre, perché il costruttore dell’erigendo Moloch Commerciale mette a disposizione i soldi per costruire il primo lotto di tale viabilità? Non certo per liberare e snellire il traffico dalle altre arterie, ma essenzialmente per convogliare l’ulteriore traffico verso il suo Moloch , lasciando invece le altre arterie nella grave condizione attuale, se non addirittura peggiorandone l’intasamento. Oltre a questo, chi costruirà l’ultimo pezzo della viabilità speciale – quello che collega a Pioltello – senza il quale anche il primo sarebbe inutile e addirittura peggiorativo? Per trovare i soldi, avremo anche qui la svendita del territorio con l’insediamento di un ulteriore mostro, utile a incamerare gli oneri necessari, oppure per recuperare si dovrà intervenire ancora mettendo nuovamente mano alle tasche di Pantalone?

Chi dovrà pagare sarà anche la Regione, che per coprire le sue mancanze e i suoi problemi oggi scarica con nuove leggi sui comuni le sue responsabilità, costringendo l’intera collettività al dissesto finanziario e/o al degrado ambientale.

Gregorio Procopio



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