4 giugno 2014

EXPO VA PER IL MONDO: IL NOSTRO DESTINO È ARROSSIRE?


Vi ricordate di Pierfrancesco Gagliardi e di suo cognato Francesco Piscicelli? Erano i due imprenditori che il 6 aprile 2009, appena cessata la prima drammatica seria di scosse all’Aquila, se la ridevano pensando agli appalti che si sarebbero messi in tasca con le solite collaudatissime tecniche di corruttela che tutti conosciamo da tempo. Quante sono state le risate che di chi ha potuto festeggiare i paurosi ritardi dei lavori Expo al grido: “È emergenza, siamo in ritardo, per finire i lavori ci voglio i poteri speciali”. E con loro le deroghe, la corruzione. A Milano la strada dei poteri speciali l’aveva aperta l’allora sindaco Albertini a proposito del piano parcheggi, correva l’anno 2000 e il governo decretò che a Milano era “emergenza traffico” e nominò il sindaco di Milano commissario straordinario.

01editoriale21FBPer dovere di cronaca scandali non ve ne furono soprattutto perché la distribuzione delle località destinate ai parcheggi sotterranei accontentò tutti, bipartisan. La pax edilizia. Sempre per dovere di cronaca ricordo che Guido Bertolaso fu nominato commissario straordinario 7 volte e l’ultima in occasione del terremoto dell’Aquila e che anche Salvatore Cuffaro fu commissario straordinario. Una carica assai poco “onorata”. Dunque a Milano l’Autorità garante per la vigilanza dei contratti pubblici, senza velare le parole e giustamente risentita per aver dovuto raccogliere dove poteva le informazioni che “avrebbero dovuto” esserle inviate dagli enti interessati, ci racconta di 56 appalti assegnati in deroga (con poteri commissariali) per i lavori di Expo 2015.

Uno scenario impressionante, come si dice: “Quando la realtà supera la fantasia”. Allora è venuto il momento che qualcuno ci dica chi (quasi tutti milanesi) ha preso le decisioni, quando e perché. Come dice Crozza, “io non ci credo” che dietro tutti gli appalti assegnati in questo modo ci siano fenomeni di corruzione ma il sospetto, visti i precedenti, è legittimo. Quando comincerà la revisione delle bucce? Non possiamo cacciare i responsabili perché non c’è tempo per le sostituzioni? D’accordo. Ma l’urgenza non deve vincere sulla giustizia, i conti vanno fatti se non adesso dopo: nessun salvacondotto permanente. Ora i milanesi chiedono di vederci chiaro e lo chiedono all’infelice Raffaele Cantone e dico infelice perché ogni magistrato serio non si diverte certo a scoperchiar puzzolenti pentole nelle quali ribolle l’Italia peggiore. Mentre Raffaele Cantone scoperchia pentole a noi, però, resta l’altra domanda: chi sono gli utili idioti che non hanno visto, che non hanno saputo vedere, che hanno fatto come il l’ex Prefetto Lombardi, ora a capo dell’Aler, quello che diceva che la mafia a Milano non esisteva? Dove comincia e dove finisce la malafede.

L’Autorità garante ha messo il dito nella piaga giusta: la forma d’appalto col sistema della “‘offerta economicamente più vantaggiosa”. La forma più “opaca” tra tutte le possibili. Lo ripeto da anni. Quante sono le amministrazioni, Milano compresa, che continuano a utilizzarlo? Expo in prima linea come si è visto.

Mi permetto invece di aggiungere qualcosa alle dichiarazioni di Sergio Santoro dell’Autorità garante nell’intervista a Repubblica di lunedì scorso: non basta togliere ai commissari i poteri speciali di deroga, bisogna rivedere tutta la legislazione sugli appalti e forse tutte le norme che riguardano la filiera dell’edilizia. A quando la riforma radicale della legge sull’appalto pubblico?

Venerdì, prima che la bomba della relazione dell’Autorità di vigilanza scoppiasse, Diana Bracco, presidente di Expo spa, ci ha raccontato la favola bella del Padiglione Italia: una corbeille di buone intenzioni, un inno al genio italiano, alle nostre eccellenze, una chiamata alle armi per gli investitori, l’inizio della ripresa economica: ad ascoltarla e ad applaudire un parterre de rois di delegati stranieri. Era l’altra faccia della medaglia, la medaglia che non vorremmo qualcuno voltasse. Il 2 giugno, festa della Repubblica, delegazioni italiane in giro per il mondo a far campagna pro Expo. Speriamo che nessun giornalista, informato dei fatti recenti, abbia fatto domande imbarazzanti o facile ironia. Noi siamo qui, a casa e non ci resta che arrossire.

Luca Beltrami Gadola

NB. Il Governo Renzi con il Decreto casa sta per distribuire un miliardo di euro. Più della metà si trasformeranno in appalti. Che qualcuno stia già ridendo?



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti