4 giugno 2014

SEMPRE INNAMORATI DELL’ALFA: I LAVORATORI PER IL MUSEO*


I primi emotivamente e moralmente coinvolti nelle vicende dell’Alfa sono i suoi ex dipendenti. Seguono gli appassionati che del Marchio del Biscione hanno fatto simbolo di passione automobilistica e di prestigio. Al riguardo, limitandoci agli Alfisti organizzati, i Club Alfa Romeo attivi nel mondo sono circa 200, quelli in Italia un’ottantina, i lombardi una ventina. Relativamente agli ex dipendenti dall’azienda, che in Arese toccò 23.000 unità, sono attive due Associazioni che complessivamente sommano circa 4000 aderenti: sono il Gruppo Seniores (ex Anziani d’Azienda) e la Fondazione XXV Aprile, la società di mutuo soccorso nata per comune volontà del Comitato Nazionale di Liberazione, dell’Alfa Romeo e dei Sindacati dei lavoratori nel lontano agosto 1947.

08borra21FBLe due Associazioni comunicano e dialogano con continuità con i loro iscritti, percependone umori, pareri, clima. Per quanto si riferisce all’oggetto denotano un certo scoramento, ma anche un costruttivo “diamoci da fare”. In quest’ambito di adesioni vogliamo ricordare, i colleghi dell’ex Scuola Aziendale/Ancifap, che nel tempo hanno avuto un ruolo fondamentale nella formazione professionale dei giovani Alfisti. Questa popolazione costituisce la massa critica, la “coscienza” storica, l’espressione di un puro interesse per l’Alfa Romeo perché storia (e loro storia) e per ciò che testimonia, in termini di laboriosità, ingegno, progresso tecnologico, valori da trasmettere alle nuove generazioni per una sferzata di ottimismo ed energia positiva verso il futuro.

E veniamo al nocciolo del problema ovvero all’esigenza di rimettere a disposizione della Comunità il Museo e le Documentazioni Storiche. Il Museo, inaugurato il 18/12/1976, conserva ben 256 automobili, molte delle quali identificate con nomi dei campioni che le hanno guidate (vedi “la Fangio”) oltre a motori, modelli, cimeli e l’aeroplanino “Angelo dei Bimbi” di Maner Lualdi. Negli anni, il Museo ha ricevuto visite di moltitudini di appassionati dall’Italia e dai più lontani Paesi del mondo. L’Archivio Storico, peraltro sotto alcuni vincoli dal 1981, contiene nelle sue sei sezioni un patrimonio documentale di rara efficacia per le Scuole, le Università, gli Istituti di Ricerca e per gli studiosi in genere che vogliono rendersi conto di come si è concretizzata l’evoluzione di un’automobile sempre all’avanguardia sul piano tecnologico, dell’innovazione e dello stile.

Ma da quando queste strutture costituiscono un “caso”? Su istanza di alcuni Enti Locali il “Ministero per i Beni Culturali e le Attività Culturali della Lombardia” (la Sovraintendenza) ha emesso il Decreto 30/1/2011 che dichiara il Centro Direzionale Alfa Romeo “di interesse storico importante”, considerando Museo e Archivio Storico un insieme unitario e inscindibile dal fabbricato che li contiene. Dalla primavera 2011 la proprietà, la Fiat, ha dichiarato inagibili e preclusi alle visite i siti in parola in quanto ormai carenti in Sicurezza e necessitanti di opere di adeguamento.

Da quelle date si è innescata una querelle tra i soggetti che vantano competenze sui siti e sulla loro fruibilità (Fiat, Comuni area ex Alfa, Regione Lombardia) e Sovraintendenza. Di fatto non se n’è ancora usciti con un progetto di intervento. Ciò anche in presenza di scadenze urgenti di interesse generale. Ci riferiamo all’EXPO 2015, opportunità ritenuta ineguagliabile come mezzo di promozione dei territori, dei loro prodotti e, se si vuole, di potenziale veicolo di lancio delle nuove politiche produttive dell’Alfa Romeo. Non si è ancora innescato il ciclo virtuoso della soluzione e del rilancio.

Quello che fa più specie è che la riapertura delle strutture, ovviamente dopo tutti gli opportuni aggiornamenti collegati al nuovo progetto (sembra per l’immediato che quello Fiat esista già) si può reggere sul piano industriale valido sia in chiave pubblica sia privata. Vedasi al riguardo recenti esperienze quali il “Museo Nazionale dell’Automobile Gianni Agnelli” di Torino e il successo di quello “Ferrari” di Maranello. Le vetture storiche attraggono e costituiscono un’importante leva di marketing e di promozione. E in forza di ciò appare ancor più irragionevole non uscire dalle attuali problematiche in modo costruttivo, togliendo al contendere quelle componenti di litigiosità, del cavillo, del particolare, che allontanano da ogni soluzione concreta e praticabile.

E’ appunto in questo orizzonte che come associati del Gruppo Seniores e della Fondazione XXV Aprile ci appelliamo all’intelligente ragionevolezza delle parti (Comuni, Regione Lombardia, Fiat e, per quanto le compete, Sovraintendenza) per un nuovo approccio che porti a una realizzazione rispettosa dell’ambiente e proiettata al futuro. A iniziare da Expo15. Nel contempo mettiamo in campo le nostre esperienze di lavoro, le nostre competenze, la nostra passione, la nostra disponibilità operativa al fine di contribuire, se chiamati, al rilancio e all’esercizio delle future strutture.

E’ in forza di questi auspici che abbiamo puntualizzato lo stato di fatto della querelle, ponendoci anche l’obiettivo di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica perché “faccia pressione” per una conclusione positiva della vicenda.

Giuseppe Borra, Renata De Angeli, Mario Rigo, Elvira Ruocco

*) APPELLO: 4000 ex lavoratori ALFA ROMEO pronti ad aiutare Fiat Regione Comuni per riaprire il Museo Alfa Romeo in tempi Expo15

Inviato a:

Spett. Ministero dei Beni Culturali Roma – Milano

Spett. Ufficio Relazioni Pubbliche Fiat Spa Torino

        Egr. Maroni Roberto – Presidente Regione Lombardia

        Egr. Romano Pietro – Sindaco Città di Rho Mi

        Egr. Palestra Michela – Sindaco Città di Arese Mi

        Egr. Landonio Alberto – Sindaco Città di Lainate Mi

        Egr. Pioli Pier Mauro – Sindaco Città di Garbagnate Milanese



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