4 giugno 2014

musica – UNA VERA COMUNITÀ


 

UNA VERA COMUNITÀ

Spero che i miei quattro lettori mi perdonino una digressione di carattere più antropologico che musicale, ma mi è molto difficile non raccontare questo episodio occorsomi sabato scorso in uno dei più bei paesi delle Dolomiti, dove si sono celebrate le esequie di una signora appena scomparsa, in età appena matura, che ha passato l’intera vita a dirigere il piccolo, amato e delizioso albergo al centro del villaggio, in una incantevole piazza rimasta intatta per secoli, raccolta fra la chiesa, il municipio, la farmacia e l’ufficio postale. Maria era morta due giorni prima, a causa della solita malattia improvvisa e incurabile, ma nelle ultime settimane, perfettamente consapevole del suo destino, era riuscita a salutare l’intero paese facendo coraggio a tutti, soprattutto alle sorelle che partecipano alla conduzione dell’albergo, e ai nipoti accorsi da Milano e da Innsbruck dove svolgono con grande successo le loro attività professionali.

musica21FBTutto ciò per raccontare la straordinaria cerimonia funebre che si è svolta praticamente per l’intera giornata di un sabato già estivo, davanti al Latemar e al Rosengarten inondati di sole, con l’intero paese – tremila abitanti che riempivano non solo la gotica parrocchiale ma anche la piazza e il cimitero che in quelle terre circonda sempre la chiesa – chiuso in un grandioso silenzio rotto solo dalle note dell’organo, delle campane, del coro, dell’orchestra e dall’emergere a tratti delle magnifiche voci soliste che arrivavano fino ai prati e ai boschi oltre la chiesa e la piazza. Un concerto di musica sacra, tutta di grandissima qualità e perfettamente adeguata alle circostanze e all’ambiente, che rifuggiva dalle opere arcinote dei massimi compositori ma frugava in cataloghi assai meno noti e tuttavia di grande suggestione.

La messa era accompagnata dal magnifico Requiem opera 9 di Ferdinand Schubert, il fratello maggiore di Franz, noto non solo per aver avuto 29 figli (proprio ventinove, e da due sole mogli!) e per aver progettato il sepolcro di Beethoven nel cimitero di Vienna, ma anche per essere stato un ottimo musicista (suonava in quartetto con il padre e due fratelli) e per aver curato le edizioni delle opere del fratello minore morto – come si sa – poco più che trentenne. Un Requiem molto drammatico per soli, coro, organo e orchestra, le cui parti si alternavano ai ricordi e ai saluti dei parenti e dei compaesani, quasi interamente espressi nella loro lingua e tuttavia con qualche intervento in italiano come segno di gentilezza per gli ospiti accorsi, come me, fuori stagione a salutare la carissima amica.

Due corali, di Felix Mendelssohn-Bartholdy e di Heinrich Schütz, hanno sottolineato con commozione – ma anche con forza e profondità – la partecipazione dell’intera comunità alla cerimonia di commiato; sul finire, nel momento drammatico della tumulazione, il coro è letteralmente esploso in un liberatorio Magnificat di Ignaz Mitterer, compositore tirolese molto amato nelle sue terre (era nato nel 1850 ad Assling sulla Drava ed è morto novant’anni fa a Bressanone, dunque nato poco al di là e morto poco al di qua del passo di San Candido, non lontano dal rifugio di Mahler a Dobbiaco), che interpretava perfettamente lo spirito forte della gente di montagna che sa confrontarsi con la morte senza piagnistei e che, al contrario, sa conviverci con fermezza e con serenità.

Ma come è possibile ascoltare musica così preziosa e così ben eseguita in un paese di tremila anime, sperduto su un altipiano dolomitico a 1.300 metri di altezza fra pascoli e boschi, fra masi e caprioli, dove non vi sono né sale da concerto né conservatori, solo una chiesa parrocchiale e una banda in costume?

Ebbene Nova Ponente – o nel suo nome originale Deutschnofen che dovrebbe tradursi “Rocca Tedesca” – come molti altri paesi del Tirolo ha un proprio Kapellmeister, legato al Comune da un contratto, molto simile a quello che legava Johann Sebastian Bach al Municipio di Lipsia, che prevede una serie impressionante di impegni come la formazione e la direzione di un’orchestra e di un coro per la chiesa, la direzione della banda comunale, l’insegnamento della musica nelle scuole comunali, la partecipazione con tutti questi musicisti (rigorosamente volontari) ai riti, alle celebrazioni e alle festività, civili e religiose, compresa la messa cantata settimanale e la sagra del paese.

Il maestro Hans Simmerle, che da quasi mezzo secolo è appunto il Kapellmeister di Nova Ponente, ha creato una comunità musicale di cantanti – solisti e coristi – di strumentisti per l’orchestra e per la banda, di organisti e direttori – di coro e di orchestra – così bravi e professionali da portarli in giro per il mondo in tournée e di pubblicare una serie di CD con le più significative esecuzioni del loro repertorio.

Quando durante l’estate o nella stagione sciistica il paese si anima di turisti – non solo italiani, ma provenienti da tutta Europa – sia la messa cantata domenicale che le esibizioni in piazza della banda sono veri e propri concerti, con magnifici programmi stampati e distribuiti agli ascoltatori. Ma il pubblico più appassionato è costituito proprio da chi abita quelle montagne e che nella musica trova il senso di identità e di appartenenza, soprattutto il sentimento di essere una vera comunità. Perché noi cittadini lo abbiamo perso?

questa rubrica è a cura di Paolo Viola

rubriche@arcipelagomilano.org



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali



Sullo stesso tema


9 aprile 2024

VIDEOCLIP: LA MUSICA COME PRODOTTO AUDIOVISIVO

Tommaso Lupi Papi Salonia






20 febbraio 2024

SANREMO 2024: IL FESTIVAL CHE PUNTA SUI GIOVANI

Tommaso Lupi Papi Salonia



20 febbraio 2024

FINALMENTE

Paolo Viola



6 febbraio 2024

QUANTA MUSICA A MILANO!

Paolo Viola



23 gennaio 2024

MITSUKO UCHIDA E BEETHOVEN

Paolo Viola


Ultimi commenti