28 maggio 2014

PUBBLICA PIAZZA. CASTELLO E NON SOLO: ONORI E ONERI


Le polemiche su piazza Castello non si placano. Forse è meglio dirsele alcune cose: quello che finora si è visto è ben al di sotto delle aspettative, difficile controbattere alle proteste. Lo scarto tra le ragioni declamate per la pedonalizzazione, i principi nobili, e la realtà vissuta è troppo stridente. Per ora la ricerca del genius loci della piazza, che qualche mese fa ci proponeva Stefano D’Onofrio su queste colonne, si è arenata nell’allestimento di “Iniziative commerciali di vendita e/o somministrazione”, traducendo dal burocratese: un mercatino.

06mattaceFBCosì con poca fantasia l’esordio trionfale della nuova piazza si è risolto in un mese continuato di mercatini “Dal 05/05/2014 al 08/06/2014: Lun – Dom: 9-24” in nome del “Passeggiamo al Castello, aperta la nuova area pedonale” (come recita l’ineffabile portale del turismo a Milano, frontiera estrema del nostro marketing territoriale, provare per credere). Pensare di mutuare il successo degli Oh Bej Oh Bej che durano tre giorni, proponendo un mercato che dura dieci volte tanto, senza scatenare le proteste dei residenti e user abituali è pura utopia. Trattare da snob chi protesta è un altro autogol: anche in piazza Tirana si sarebbero imbufaliti! Non si può tacitare di snobismo chi si ritrova con gli olezzi e la pattumiera sotto le finestre, così come non lo si è fatto con gli abitanti di Sant’Agostino, esasperati per gli odori, che protestavano per il mercato Papiniano, ma si sono cercate soluzioni. E Papiniano è un mercato che si tiene due volte la settimana: il martedì fino alle 13 e il sabato fino alle 17: ben diversa la cadenza e la durata.

A fronte poi delle delibere del Consiglio di Zona e del Consiglio comunale che ponevano dei limiti all’uso commerciale della piazza e del rispetto del suo decoro. Perché è altrettanto vero che piazza Castello non è una piazza qualsiasi, e basterebbe la maestosità del suo impianto e l’imponenza delle sue architetture a generare la ragione d’essere della sua pedonalizzazione, senza voler a tutti costi rievocare un genius loci alieno. Sensibilità che all’assessorato deve venir meno a fronte dei probabili incassi dall’occupazione di suolo, così come mettere le hűtte del mercatino francese in piazza Gae Aulenti sotto Natale. La stessa indifferenza ai luoghi e al loro senso.

Io personalmente non condivido l’horror vacui della pedonalizzazione, e ritengo che l’offerta culturale e ricreativa che da un lato promette l’Expo Gate e dall’altro il Castello Sforzesco (e i musei civici) con il parco Sempione sia più che sufficiente a vivificare la piazza.

Nella sua Lettera al Sindaco e alla Giunta su Piazza Castello la consigliera Elisabetta Strada, capogruppo di Milano Civica in Consiglio Comunale, reclama qualità per le iniziative alla stessa stregua di quanto avvenuto in questo mese di Città Expo, quella qualità che sanno esprimere anche i Consigli di Zona quando promuovono il reading maratona dei Promessi Sposi in piazza San Fedele, o il Teatro in piazza. Un po’ come per il Salone del Mobile o per Piano City si soprassiede al disagio a fronte della qualità del contenuto e della proposta culturale.

Per ora si è polemizzato sulle sedie a sdraio ma della programmazione vera e propria la città non è ancora stata messa a parte. Ma al di là di questa non guasterebbe una maggiore “cura del dettaglio”: banalmente come è possibile che dieci giorni dopo l’inaugurazione di Expo Gate ci fossero ancora cesate di cantiere e scarti di lavorazione abbandonati alle spalle della struttura? Non c’è  proprio nessuno almeno nello smaliziato ufficio comunicazione di Expo che si accorga del boomerang?

 

Giulia Mattace Raso

 

PS – Chi sostiene che il progetto degli Expo Gate sia brutto e mal si inserisce nel contesto forse non  ricorda gli esiti del concorso, Gianni Biondillo ne scrisse per ArcipelagoMilano nel marzo del 2013: Infopoint Expo: l’abbiamo scampata bella.



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