21 maggio 2014

libri – TRA ERESIA E VERITÀ


 

LEONARDO BOFF – LUIGI ZOJA

TRA ERESIA E VERITÀ

Chiarelettere, 2014

pp.146, euro 10

 

Il libro verrà presentato mercoledì 21 maggio ore 18,15, presso Palazzo Sormani, sala del Grechetto, via F. Sforza 7. Milano, con Luigi Zoja, Marco Garzonio, Alessandro Zaccuri, Marilena Poletti Pasero, a cura di Unione Lettori Italiani Milano

libri_19A meno di un mese dall’inizio del Campionato mondiale di calcio in Brasile, oggetto di vivaci contestazione in loco a causa dell’uso errato delle poche risorse brasiliane a favore dello sport, invece che delle ben più importanti cause della scuola e della salute del paese, giunge propizio il libro”Tra eresia e verità” anche per capire in quale clima si svolgerà la competizione.

Il testo affronta il grave problema della povertà in Brasile, causa del fiorire, 40 anni fa, della Teologia della liberazione, professata con grande partecipazione dalla Congregazione dei vescovi latino-americani: il libro si modula in forma di intervista da parte dell’eminente psicanalista junghiano Luigi Zoja (già presidente della Associazione internazionale degli analisti junghiani) a Leonardo Boff, eminente teorico della Teologia della liberazione, francescano, brasiliano di origine italiana, anch’egli grande cultore di Jung: dal 1984 al 1992 (anno in cui abbandona l’ordine) Boff fu obbligato a un “silenzio ossequioso” dalla Chiesa romana del futuro Papa Ratzinger, autore del documento Libertatis Nuntius, che esprime una condanna senza appello nei confronti di quella Teologia , a causa delle presunte “eresie” contenute nel suo libro “Chiesa:carisma e potere“.

Quel testo è una summa degli ideali della Teologia della Liberazione secondo Boff, che mette al centro la strenua difesa dei poveri, e che mira non già alla loro rassegnazione ma alla loro ribellione nella speranza della liberazione dalla oppressione della povertà, nella consapevolezza che si tratta di una questione sociale, non solo personale, dalle profonde implicazioni politiche. Tacciata di ammiccamenti con il comunismo, anche Papa Woytila sconfessò la Teologia della liberazione, vietando ogni pubblicazione in merito. E non avrebbe forse potuto fare altrimenti, se solo si pensa alla situazione geopolitica di quell’area geografica, considerata il cortile di casa dagli arroganti americani del nord.

Dall’intervista emerge che Boff aveva capito che lo scandalo della povertà in America latina, alimentato dalla distruzione della foresta amazzonica a vantaggio di un capitalismo rampante predatore delle terre necessarie per la coltivazione della soia e dell’allevamento dei bovini, era di una dimensione ciclopica, diversa da quella dell’Europa. E se anche in Brasile oggi le differenze di reddito sono diminuite, (v. BRIC) a livello globale le disuguaglianze sociali sono in crescita.

Sta si fatto che in Brasile la povertà è una condizione endemica, soprattutto per gli indios, rimasti alcuni come stile di vita a 20.000 anni fa, sradicati come erbacce dalle loro foreste e condannati allo sterminio per la perdita del loro habitat, nel silenzio della comunità internazionale. Fino agli anni ’60, uccidere un indio non era considerato omicidio. Mentre per quanto riguarda la povertà urbana, non è raro incontrare ancora oggi nelle favelas bambini abbandonati che si contendono un pezzo di pane con i cani.

Luigi Zoia fa emergere, con le sue domande incalzanti il pensiero di Boff, che evidenzia che quelle ingiustizie radicali minano la dignità dell’uomo e i suoi diritti fondamentali alla vita e perciò teorizza un ritorno al rispetto della Terra, in una sorta di unione mistica con il cosmo, così come quella in cui solevano vivere gli indios. A loro Boff riconosce il merito di avere perseguito l’archetipo junghiano della madre Terra nel culto ancora vivo di Pacha Mama, aprendosi al mistero del mondo, non distruggendo come noi occidentali “quel senso di totalità, che contraddistingue ogni visione spirituale della vita”. Tutti temi, questi, trattati da Luigi Zoia anche in “Utopie minimaliste“.

Boff, brasiliano di seconda generazione, è figlio di un colono italiano veneto, un illuminato insegnante che regalava radio agli indios, perché familiarizzassero con la lingua portoghese e che aveva contribuito a fondare Concordia, in Brasile, come molti altri coloni tedeschi e polacchi, che si trovavano a operare in un paese senza un’idea chiara di Stato. Dal seminario dei francescani a Petropolis, Boff si trasferisce a Monaco di Baviera per quattro anni, per conseguire la laurea in Teologia, e il destino volle che fu proprio il futuro papa Ratzinger a finanziare la stampa della sua tesi, per la stima che aveva in lui. Poi tutto è cambiato e Boff , ridotto al silenzio, ha preferito proseguire da laico il suo percorso umano, sempre vicino ai poveri, con a fianco sua moglie Mascia e i loro sei figli adottivi.

 

questa rubrica è a cura di Marilena Poletti Pasero

rubriche@arcipelagomilano.org



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