14 maggio 2014

musica – CANONE INVERSO


 

CANONE INVERSO

Milano è proprio una città dalle mille sorprendenti iniziative, e c’è da chiedersi come si possano tenere sotto controllo quelle che ci appassionano. Quanti sanno, per esempio, che da Aprile a Giugno ogni domenica pomeriggio in una delle antiche Abbazie, in città o appena fuori dalle mura, si svolge un delizioso concerto di musica da camera affidato a ottimi musicisti e con gradevolissimi programmi?

musica18FBL’associazione “Canone Inverso” di Buccinasco, ad esempio, erede della più antica “Musica Laudantes”, da qualche anno organizza una stagione primaverile denominata “Abbazie, Arte e Musica” che di domenica in domenica porta il suo pubblico non solo ad ascoltare musica di qualità, ma anche a conoscere spazi e monumenti spesso ignorati o poco frequentati.

Quest’anno sono previsti dodici concerti e le “location” sono San Bernardino alle Ossa, San Francesco al Fopponino, Sant’Apollinare di Baggio, la Cascina Robbiolo di Buccinasco, l’Abbazia di Mirasole a Opera, Santa Maria alla Fonte, Sant’Alessandro, il Circolo Filologico, l’Abbazia di Monluè, San Bernardino alle Monache, Santa Maria alla Fontana di Locate e la Certosa di Vigano a Gaggiano.

Domenica scorsa il sesto concerto della stagione si è svolto nella meravigliosa chiesa romanica di via Chiesa Rossa e sono state eseguite le prime tre delle sei Sonate per violino e cembalo di Bach – essendo le altre tre previste per domenica 8 giugno a San Bernardino alle Monache in via Lanzone – tutte affidate a due noti e valorosi musicisti milanesi: il violinista Fulvio Luciani e il cembalista Ruggero Laganà.

Il primo è un violinista di razza, l’erede del mitico “Quartetto Italiano” – fondato da Paolo Borciani con Elisa Pegreffi, Lionello Forzanti, poi sostituito per ben due volte, e Franco Rossi – attivo per ben trentacinque anni (dal1945 al 1980); Luciani è stato infatti allievo di Borciani e fondatore – insieme a Elena Ponzoni, Roberto Tarenzi e Claudia Ravetto – di quel “Quartetto Borciani” che per altri due decenni (1984-2005) tenne altissimo in Italia il livello della musica da camera (livello peraltro invidiatoci da tutto il mondo grazie a straordinarie compagini come il Trio di Trieste, attivo dal 1933 al 1995, per sessantadue anni ininterrotti, e da gruppi assai più recenti come il Trio di Parma o il Quartetto di Cremona).

Ruggero Laganà è un musicista molto complesso e completo: si occupa soprattutto di tastiere storiche – suonandole, scrivendone, insegnandole al Conservatorio – ma è anche compositore e musicologo dai mille interessi e impegni: basti pensare che è autore di opere liriche (la sua prima opera,”Trottola, ovvero gli incanti del mercato” in un atto, andò in scena alla Piccola Scala nel 1982 quando aveva solo ventisei anni), è un grande conoscitore della musica del sei e settecento – impropriamente detta barocca – e protagonista di quella contemporanea (ha interpretato musiche di Corghi, Sciarrino e molti altri). Dunque un musicista come raramente capita di incontrare, perché i compositori di solito non suonano musiche scritte da altri, quantomeno in pubblico, e gran parte degli interpreti non ha né tempo né voglia di scrivere musica nuova. Posso testimoniare che ascoltare Laganà suonare il clavicembalo è uno dei grandi piaceri che la musica concede ai suoi amanti.

Tutto questo per rimarcare la preziosità dell’evento di cui stiamo parlando: due musicisti importanti che si mettono insieme per eseguire l’integrale delle Sonate dedicate da Bach ai loro strumenti, due concerti impegnativi per una stagione non pubblicizzata e dunque poco nota, dedicati a un pubblico non numeroso (nella Chiesa di Santa Maria alla Fontana vi sarà stato un centinaio di persone) ma probabilmente affezionato e itinerante. Si sarebbe detto quasi un evento privato, esclusivo, a inviti, cosa ancor più verosimile in quanto non solo il concerto si svolge in un orario insolito (e devo dire anche un po’ scomodo, alle 15.30!), ma anche perché alla fine è prevista una visita guidata all’Abbazia o al luogo in cui il concerto si è svolto.

Invece no, i biglietti di ingresso si pagano, ancorché di importo assai contenuto, e pare che la stagione si sostenga solo grazie a essi. Un vero miracolo in un’epoca in cui tutto gira intorno al denaro. Sarà anche per questo, oltre che per la bella citazione contrappuntistica, che il promotore si chiama Canone Inverso?

 

questa rubrica è a cura di Paolo Viola

rubriche@arcipelagomilano.org



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