7 maggio 2014

A PARTIRE DA ADRIANO OLIVETTI: UN PROGETTO PER I GIOVANI


Il Comune di Milano onora la figura di Adriano Olivetti, un gigante del ‘900, con un convegno il 13 maggio al Piccolo Teatro Grassi. Ma non si tratta di archeologia industriale o di celebrazione commemorativa. Il convegno, in collaborazione l’Associazione “Etica, Sviluppo, Ambiente – Adriano Olivetti” diretta da Luciano Valle, fortemente voluto dall’amministrazione (che vede la partecipazione di tre assessori) e sostenuto da Fondazione Cariplo (che è presente con il suo segretario generale Pier Mario Vello, recente autore della pubblicazione “La società generosa“) vedrà un’ampia partecipazione degli studenti degli ultimi anni delle medie superiori ed è stato preceduto da incontri nelle scuole.

03antoniazzi17FBNegli anni ’50 del dopoguerra Adriano Olivetti fu mirabile costruttore di incontro tra cultura scientifica e umanesimo, tra impresa e società, inseguendo e praticando una sintesi, “un laboratorio” unico di interesse internazionale, volto a “un nuovo Rinascimento” che coniugasse libertà della persona, giustizia sociale, valorizzazione e tutela del territorio, sviluppo dello spirito comunitario e del ruolo della cultura come promozione sociale permanente.

Il paradigma olivettiano (recentemente richiamato dal Presidente del Consiglio Renzi sul tema dell’equità salariale tra operai e dirigenti- la regola del rapporto 1 a 10) può e deve ritrovare a Milano una sua centralità “naturale”. La città di Verri, di Cattaneo, di Turati e dei sindaci riformisti, la città della sintesi tra pensiero e azione, tra libertà del singolo e tessuto sociale può riprendere la strada di “capitale morale” del paese e di punto di forza dell’innovazione economica ma anche politica e sociale.

Il convegno si rivolge ai giovani con due punti di forza. Il primo è una tavola rotonda tra i rettori delle università milanesi. Anche le università stanno cambiando (con l’internazionalizzazione degli studenti per esempio) e cambiano anche i rettori. Questo ricambio generazionale nella direzione dell’università non è stato ancora notato. Alcuni rettori sono al primo mandato e sono cinquantenni. Cristina Messa della Bicocca è la prima rettore donna a Milano (… e la quarta in Italia, non è una cosa di cui vantarsi, ma almeno si comincia …). A loro verrà posta la domanda su come la formazione può contribuire a ridurre le distanze tra specialismi ed etica, su come l’università possa aiutare un “rinascimento” italiano.

Il secondo punto di forza è la seconda tavola rotonda tra imprenditori. Alcuni dei più innovativi “nuovi” imprenditori saranno chiamati a spiegare gli “ingredienti” del fare impresa oggi senza perdere il senso della responsabilità sociale e guardando a una crescita non solo di benessere economico ma più generale della società. L’impresa è chiamata a essere costruttrice di innovazione e di “civitas”.

Per una volta un’amministrazione verso cui si sono rivolte molte speranze di cambiamento (dopo anni di deserto culturale e “amministrazione di condominio” come standard massimo …) non parla con gli atti amministrativi ma si ferma a riflettere sui fondamenti (anche morali) di un impegno per la polis. L’augurio è che oltre a un po’ di ossigeno per le incombenti “grandi” scadenze di Milano (area metropolitana ed Expo) nasca, magari direttamente dai giovani, un impegno a costituirsi come soggetto comune civico, come motore di quella grande spinta a “fare comunità” che Adriano Olivetti ci ha insegnato.

Milano che si propone di “ospitare il mondo” con l’Expo non può offrire solo luoghi e consumo ma deve aprirsi a un dibattito culturale mondiale su come si esce dalla crisi del paradigma della modernità.

Pier Vito Antoniazzi



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