7 maggio 2014

A QUANDO LA RIFORMA DELLA SANITÀ? LE NOMINE DEL PD


Il ministro Lorenzin twitta entusiasta: niente tagli alla sanità. Tutto è rinviato alle Regioni. Speriamo che finalmente si discuta in maniera adulta di come gestire al meglio la sanità pubblica. Comunque, del Servizio Sanitario Nazionale due italiani su tre si lamentano per i tempi troppo lunghi di attesa, per poter prenotare una visita o un esame, ma poi il 43% lo apprezza per il solo fatto che garantisce a tutti il diritto alla salute, quale diritto fondamentale dell’uomo.

05cingolani17FBDa uno studio dell’Osservatorio Sanità un italiano su quattro, cioè il 26%, gradisce che il SSN sia ancora in grado di erogare prestazioni gratuitamente o a prezzi contenuti. Il tema è sentito in modo particolare in un contesto di crisi economica e di rallentamento della qualità generale del welfare pubblico. Il 17% considera il personale medico che opera nelle strutture pubbliche più qualificato rispetto a quello che esercita la professione nelle private, mentre il 10% apprezza la presenza capillare sul territorio, che offre la sicurezza di poter trovare strutture in grado di prestare assistenza medica qualificata ovunque ci si trovi.

Tuttavia, è ampio il dissenso per i difetti del sistema pubblico, solo parzialmente bilanciati dai pregi di quello privato. Il 71% dei cittadini intervistati vorrebbe che l’offerta pubblica migliorasse soprattutto nelle tempistiche. Un’esigenza manifestata molto più dagli over 55 (76%) che dagli adulti tra i 30 e i 34 anni (57%). A voler tempi più rapidi sono soprattutto gli abitanti del Nord (77%), mentre al Sud si dichiarano più pazienti (54%). Il 13% lamenta l’arretratezza delle strutture pubbliche, mentre il 9% del campione segnala quelle private come più accoglienti. Solo il 7% indica come principale necessità quella di maggiori posti letto negli ospedali pubblici. I minori tempi d’attesa delle cliniche private stravincono nelle preferenze degli intervistati con il 65% delle preferenze. Ma quanto resisterà questo Sistema?

Mario Monti aveva avuto il coraggio di dire che il sistema sanitario pubblico non può reggere ancora per molto e che rischia il collasso. Subito non erano mancate prese di posizioni di principio sul welfare ferito al cuore, sul pericolo privatizzazione. La paura di una sanità all'”americana”, che ignora i diritti sociali, dei più deboli e dei più poveri, contribuisce a frenare ogni iniziativa di riforma. Nella realtà lombarda di fatto esistono già due sanità, in particolare per le visite specialistiche, la riabilitazione post traumatica, la chirurgia in day hospital, alcune spese medicinali, per non parlare delle cure dentarie. Ma quello delle spese odontoiatriche è così da sempre, la sanità pubblica si ferma davanti allo studio dentistico, come se avesse pudore ad entrare. Succede così che chi può, o può a costo di enormi sacrifici è costretto a rivolgersi alla sanità privata per necessità e non per scelta, perché i servizi o sono scadenti o hanno dei tempi molto lunghi di attesa. Infatti la spesa annua per ecografie, analisi del sangue e farmaci è di circa 30 miliardi di Euro, quasi un quarto del 140 miliardi spesi dal sistema sanitario nazionale.

Individuare delle possibili soluzioni, senza abbandonare il principio che il sistema deve tutelare le fasce più deboli delle popolazione non è semplice. Che siano necessarie competenze tecniche ed economiche, per poter effettuare tagli selettivi premiando qualità e merito è un affermazione ragionevole, ma difficile da mettere in pratica in quel mondo che è il sistema pubblico. Sono anni che queste cose sono sottolineate, ma nonostante le affermazioni di principio, nessuno ha fatto niente, anzi competenze e professionalità sono state snobbate da chi ci amministra. La sanità è un ambito in cui si percepisce il peso della politica, infatti le nomine sono fatte su base spartitoria e diventano un costo indiretto della politica, sarebbe un grande segnale di cambiamento se il PD si sfilasse da questa logica pretendendo criteri basati sul merito. Se una logica di questo tipo passa nella sanità, crocevia di interessi forti, sarà più facile proporla all’intero paese.

 

Massimo Cingolani

 



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