30 aprile 2014

SICUREZZA SUL LAVORO: QUESTIONE DI CHIMICA O DI CULTURA?


Un’epidemia nascosta. Che miete 2,34 milioni di vittime. Numeri dietro cui si celano i lavoratori di ogni impresa del mondo, vittime di incidenti o malattie professionali. Così stima il rapporto elaborato dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) per la Giornata Mondiale per la Salute e Sicurezza sul Lavoro (il 28 aprile scorso). Le malattie professionali sono costose anche dal punto di vista economico, oltreché umano: l’ILO stima una perdita del 4% in termini di Pil a livello mondiale nel 2012.

11magriFB16Per quanto riguarda Milano, secondo l’ultimo Rapporto Regionale Inail, tra il 2011 e il 2012 gli infortuni sono calati del 5,1%, contro una media lombarda del -7,8%. Numeri che non sono il risultato di una diminuzione dell’occupazione in Lombardia. Scendono anche le malattie professionali, passate da 3.150 a 3.035 nel 2012 a livello lombardo. La seconda città più colpita è Milano (443), che segue Bergamo (1.061).

Secondo l’ILO, molte malattie professionali sono dovute agli agenti chimici. Peraltro, non esiste un modo per determinare in quanti lavoratori vi siano esposti e in che misura. I rischi non riguardano solo i singoli, ma anche le strutture che fanno uso delle sostanze, la comunità e l’ambiente circostante: si pensi al disastro di Seveso, dove nel 1976 la fuoriuscita di una nube di diossina contaminò i comuni vicini all’ICMESA di Meda.

Rischi per i singoli e per le comunità di cui è ben consapevole Saipem Spa. L’azienda, con sede a San Donato Milanese, è leader mondiale nei servizi di ingegneria e costruzioni per l’industria petrolifera on-shore e off-shore. Spiega Andrea Forzan, Vicepresident Operations del dipartimento HSE (Salute, Sicurezza e Ambiente): “Per un’azienda del settore petrolio ed energia, sono prioritari: efficienza energetica, riduzione delle emissioni in atmosfera e prevenzione degli incidenti ambientali, associati prevalentemente agli sversamenti di idrocarburi”. Con quali strumenti, precisamente? “Con grandi sforzi e investimenti per ridurre i consumi di energia e incrementare l’efficienza energetica nelle attività operative e quindi ridurre le emissioni di gas serra e inquinanti. Nel 2013 sono stati effettuate analisi su mezzi navali ed edifici per identificare le aree di criticità e proporre azioni per incrementare l’efficienza energetica. Analisi che saranno estese anche ad altri mezzi e ai cantieri di fabbricazione quest’anno”. Ma nel caso sfortunato di uno sversamento, il tempismo è fondamentale. “Per questo organizziamo periodicamente attività di formazione al personale operativo ed esercitazioni sia sui mezzi navali che a terra”, racconta Forzan.

L’attenzione alla sicurezza affonda le radici nel 2006, quando il top management di Saipem Spa ritenne moralmente inaccettabile il numero di incidenti che si verificavano. Incidenti non dovuti alla pericolosità del settore, ma alla mancanza della cultura della sicurezza. Urgeva diffonderla tra i circa 45mila dipendenti in tutto il mondo e ai 30mila dell’indotto, cui Saipem fa adottare la sua gestione della sicurezza.

Come riuscirci? “Nel 2006 è nato il progetto LHS, acronimo di Leadership in Health and Safety“, rivela Davide Scotti, responsabile del progetto e segretario generale della Fondazione LHS, nata per diffondere la cultura della sicurezza in Italia. Il progetto LHS vuole cambiare i comportamenti delle persone e diffondere la cultura della sicurezza, partendo dalla visione del film The safer, the better, realizzato da Saipem. Che manda un messaggio forte: i migliori risultati aziendali si conseguono con i migliori risultati nella sicurezza”. Con quali frutti? “Una riduzione del numero di incidenti più gravi e mortali intorno al 70% e un aumento del 300-400% dei leading indicators” (gli indicatori di prevenzione degli incidenti sul lavoro), spiega ancora Scotti. “Inoltre ogni anno Saipem celebra la Giornata Mondiale per la Sicurezza sul Lavoro insieme alla Fondazione LHS, con iniziative per stimolare la partecipazione e tenere alta l’attenzione sul tema. La manifestazione Sharing Love for Health & Safety dà ai dipendenti la possibilità di esprimere e condividere con creatività il loro rapporto con salute e sicurezza sul lavoro attraverso dei concorsi annuali. Quest’anno il concorso Safe Selfie ha invitato tutti i dipendenti a completare la formula “Sei un leader della salute e sicurezza se …” con l’autoscatto più creativo e originale”.

In linea con la Fondazione LHS, anche Saipem vuole diffondere la cultura della sicurezza e della salute in Italia. Come? Ad esempio con il programma H Factor, che vuole diffonde la cultura della salute tra i dipendenti, nell’auspicio che questi se ne facciano portatori presso i propri amici e parenti. Chiarisce Sabatino De Sanctis, senior Vicepresident HSE & Sustainability e vicepresidente operativo della Fondazione LHS: “Il programma H Factor, dove h sta per health (salute) dà valore al cibo sano e bilanciato e al controllo del peso come mezzi di prevenzione delle malattie non trasmissibili, come diabete, ipertensione, stress, obesità. Abbiamo notato che sono calate queste malattie e quindi anche le spese dell’impresa per curarle. Un risparmio dell’ordine del 25%, che sarà reinvestito in nuovi progetti del programma H Factor“.

Sempre per diffondere la cultura della sicurezza anche al di fuori dell’azienda, Sabatino De Sanctis e Davide Scotti hanno appena pubblicato “Il libro che ti salva la vita. Un metodo per trasformare il mondo in un posto più sicuro” (Sperling & Kupfer). “Un testo coinvolgente, che si rivolge a tutti” – spiegano gli autori – “e che traendo spunto da esperienze di vita reale, illustra un codice salvavita, utile a trasformare i livelli di attenzione e il modo in cui valutiamo rischi e pericoli, sul lavoro e nella vita di tutti i giorni”.

 

Valentina Magri



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