16 aprile 2014

PER “NUTRIRE LA CITTÀ METROPOLITANA”. LETTERA APERTA ALLE FORZE POLITICHE DI MILANO


Attesa da decenni, la Città Metropolitana offrirà un’occasione per costituire finalmente il governo di organismi urbani complessi, attraversati da flussi e attività globali, che sopravanzano quindi gli attuali confini amministrativi. La Città metropolitana è condizione necessaria per avviare una nuova fase dello sviluppo sociale ed economico.

La città intesa come “bene comune” schiude un nuovo orizzonte di senso che può rilanciare il ruolo culturale e civile dell’Italia.

In questa fase di transizione, ancora segnata da notevoli incertezze, ci preme richiamare due questioni, due possibili emergenze: una sociale e una democratica.

Microsoft PowerPoint - Volantino_Convegno_INUCi preoccupano i vuoti nella legge, come pure la debolezza di alcune parti del testo normativo. La mancata attribuzione di talune funzioni e responsabilità, può tradursi nella mancata erogazione di servizi fondamentali, la cui assenza finirebbe col colpire proprio le fasce più deboli della popolazione. La legge non assegna alla Città Metropolitana le funzioni di programmazione e ancor meno di gestione dei servizi sociali, anche di quelli che la Provincia, invece, ha finora assicurato. Si apre una fase, speriamo non troppo lunga, in cui dovranno essere ridefinite, o nuovamente delegate dalla Regione, alcune importanti competenze e funzioni. Ci riferiamo, come esempio, ai servizi a favore dei disabili sensoriali. È poco probabile, temiamo, che ad essi possano provvedere i singoli Comuni, ciascuno per sé, e tampoco che si riesca a farlo fin dall’inizio del prossimo anno. È altrettanto improbabile che il personale oggi assegnato alla Provincia venga ricollocato per tempo e quindi messo nelle condizioni di operare da subito con immediata efficacia. Analogo discorso vale per la programmazione dei servizi relativi alla formazione e al collocamento al lavoro.

In generale temiamo che, per tutte le funzioni attribuite dalla legge o delegate dalle Regioni, che ora sono garantite e assolte dalle Province, si possa creare una lunga fase di incertezza generatrice di gravi disservizi e disfunzioni.

La legge assegna alle Città Metropolitane, oltre alle funzioni fondamentali delle Province, anche compiti nuovi di grande rilevanza. In particolare meritano di essere segnalati quelli previsti dall’articolo 44, commi a e b. Con il primo comma si attribuisce alla Città Metropolitana il compito di “adozione e aggiornamento annuale di un piano strategico triennale del territorio metropolitano, che costituisce atto di indirizzo per l’ente e per i comuni“. Ci pare, questo piano, del tutto simile al PTCP provinciale, forse ulteriormente declassato e indebolito.

Nel comma successivo, però, è previsto che la Città Metropolitana realizzi la “pianificazione territoriale generale“. E questa è una grande novità. Tale piano comprende “… le strutture di comunicazione, le reti dei servizi e delle infrastrutture … anche fissando vincoli e obiettivi all’attività e all’esercizio delle funzioni dei comuni compresi nel territorio metropolitano“.

Se le cose stanno così, è opportuno richiamare l’attenzione su alcuni problemi e interrogativi. La pianificazione territoriale generale, per la valenza e la forza che le assegna la legge, potrebbe, non è difficile prevederlo, creare conflitti di competenza e linee di tensione sia con la Regione che con i Comuni.

La situazione è ulteriormente complicata dal contrasto evidente tra l’importanza di queste funzioni programmatorie e pianificatorie e la fragilità e l’indeterminatezza della Città Metropolitana sotto il profilo istituzionale come sotto quello politico. La Città Metropolitana è Ente di secondo livello, privo della investitura democratica diretta degli elettori, nonché costituito da amministratori obbiettivamente posti in condizione di difficoltà. Per svolgere i nuovi compiti difficili e delicati occorre tempo, impegno, la concentrazione necessaria. Ma come possiamo pretenderlo da persone già molto gravate di responsabilità e fatiche, essendo sindaci e amministratori locali in carica? Occorre, è evidente, arrivare al più presto all’elezione diretta del Sindaco e del Consiglio metropolitani. Condizione preliminare è che si realizzi la riorganizzazione amministrativa della città di Milano, con conseguente rideterminazione dell’autonomia amministrativa e funzionale delle Zone.

Da tutto questo deriva la preoccupazione che la Città Metropolitana – mancante com’è, nella sua attuale configurazione, di un substrato democratico reale – venga gestita tecnocraticamente e/o addirittura trasformata in una stanza di compensazione e di scambio.

Per affrontare i compiti di pianificazione generale – territoriale, economica, sociale – la Città MetropolitanA richiede una visione unitaria, alta e globale, del territorio e della vita della comunità. Su questo non può non preoccupare sia l’assenza di analisi che il ritardo nella definizione delle linee programmatiche e nell’assunzione di responsabilità da parte delle forze politiche. Al vuoto politico sembrano corrispondere anche gravi carenze sul piano della ricerca e della cultura.

È nostra convinzione che la formazione della Città Metropolitana sia un processo in divenire perfezionabile, anche attraverso la partecipazione dei cittadini e attraverso il confronto tra le istituzioni e la società. Perché questo avvenga occorre che da subito le forze politiche e le istituzioni si impegnino ad aprire seriamente e su tutto il territorio metropolitano il più largo dibattito democratico.

Da qui la richiesta alle forze politiche democratiche di intervenire concretamente e con adeguate iniziative per avviare quanto prima il più ampio confronto pubblico.

Il Gruppo di persone che sottoscrive questa lettera, prende il nome dal poeta Sandor Petofi per la semplice ragione di essersi riunito per la prima volta in una sala della Provincia di Milano dedicata al giovane poeta risorgimentale ungherese. Non manca però, nella determinazione di questa scelta, l’idea che la Città Metropolitana potrebbe trarre qualche giovamento se nascesse sotto il segno protettivo di … almeno un poco di poesia. L’obiettivo del Gruppo, che è aperto e inclusivo, nonché alla sue prime battute, è di tentare di delucidare temi e problemi della Città Metropolitana.

Ci piacerebbe, insomma, contribuire a presentare qualche proposta utile a … “Nutrire la Città Metropolitana”.

 

Pierluigi Angiuoni, Consiglio di Gestione Parco Nord Milano

Renato Aquilani, presidente Associazione per il Parco Sud

Francesco Borella, già progettista e direttore del Parco Nord

Arturo Calaminici, presidente Associazione Amici Parco Nord

Gianfranco Cermelli, Associazione Amici Parco Nord

Giancarlo Consonni, professore di urbanistica, Politecnico di Milano

Tiziana Conserva, Associazione per il Parco Sud

Gianni Dapri, urbanista

Luciana Dattolo, Legambiente Cinisello Balsamo

Francesco De Agostini, architetto

Luciano Grecchi, Associazione Amici Parco Nord

Giulio Mainoldi, Associazione Grande Parco Forlanini

Pierluigi Marchesini, architetto progettista parco Forlanini

Enzo Marchiori, Associazione Amici Parco Nord

Pietro Martelli, Associazione Amici Parco Nord

Valeria Molone, consigliera provinciale

Gabriella Ramoni, presidente Consiglio comunale di Bresso

Annamaria Ranieri, Associazione Amici Parco Nord

Mariuccia Rigamonti, Associazione Amici Parco Nord

Maurizio Zinesi, Legambiente Cinisello Balsamo



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