9 aprile 2014

VIAGGIARE GUARDANDO ALL’ARREDO URBANO ALTRUI CON MALINCONIA


Le città europee sono una vera e propria opera d’arte, dunque vanno lette studiate apprezzate proprio come Carlo Bertelli ci ha insegnato a guardare la grande tela di Giovanni Bellini con la predica di Alessandria, qui a Brera. Così nelle settimane passate stavo scrivendo un ritratto di Edimburgo – una città con mezzo milione di abitanti, capitale di una Scozia che vorrebbe recuperare con un referendum quell’indipendenza dalla Gran Bretagna persa nel 1707 – quando la giornata dedicata all’Arredo Urbano da ArcipelagoMilano mi ha suggerito di guardare con un occhio nuovo tutte le fotografie scattate quando l’ho visitata, in una settimana fredda e nebulosa di un anno fa.

Ecco qua la strada maggiore che attraverso il centro storico: a proteggere il tratto pedonale ci sono i dissuasori e due piccoli cartelli mentre all’inizio del tratto dove il traffico è consentito non c’è un cartello a indicare né il senso vietato né la sosta vietata.
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Nessuno ha poi a che ridire se i negozi hanno un’apparenza esuberante, forse rendono allegra la strada.

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Nel centro storico c’è poi l’antica piazza del mercato con una parte pedonale, ma l’arredo è poi costituito da semplici panchine – neanche da una sedia a sdraio – con l’immancabile cabine telefonica.

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Nella George street, la strada principale delle new town settecentesca, nessun cartello suggerisce una sosta o un senso vietati, che pure esistono, e lo stesso può dirsi per Great king street, la strada maggiore della seconda fase della new town.

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Quel che deve essere pedonale è tale, ma una volta ricavati due ampi marciapiedi per i pedoni – forse anche per le biciclette – le automobili possono parcheggiare da entrambi i lati.

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Beninteso dovranno esserci parcheggi con la loro insegna che ne indica l’ingresso, ma non c’è alcun cartello premonitore come vedi qui a Milano.
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In Castle street le bancarelle sembrano unificate, ma a guardar bene poi ogni espositore ha scelto colori diversi: e qui sì, ci sono dissuasori stabili.

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Neanche l’ingresso di questa stradina settecentesca ha un cartello che indichi il senso vietato.
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Nel Royal circus nessun cartello ti suggerisce un divieto e dunque puoi prendere a destra o a sinistra, ma in Eglinton circus c’è invece un cartello: ma il giardino – come tutti gli altri – è chiuso da una cancellata e privato, dunque è possibile che anche la strada sia privata e i proprietari l’abbiano voluta a senso unico.

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Comunque sia ho affittato un’automobile e non ha avuto nessuna difficoltà a prender l’uso di circolare a sinistra e di fare a meno dei cartelli, non ho preso multe anche se la viabilità sembra affidata non tanto alla consuetudine quanto al buon senso: il ritratto poi è venuto benissimo e come gli altri sarà tra poco sul mio sito, www.esteticadelacitta.it

Marco Romano

 



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