9 aprile 2014

ABITARE PER TUTTI. SENTIRSI A CASA A MILANO


Due realtà di accoglienza a Milano, una in Area C, in pieno centro cittadino, l’altra nella periferia di Crescenzago. Centro e periferia di una città che dialogano sulla base di un comune sentire. L’Associazione non profit laica denominata Istituto Beata Vergine Addolorata, in breve iBVA, opera a favore di minori e famiglie italiane e straniere con l’obiettivo di favorire l’integrazione dei cittadini e delle famiglie immigrate nella vita sociale e civile della città.

10bramante14FBLa Casa della carità – in via F. Brambilla – è una delle opere a cui il cardinale Carlo Maria Martini ha tenuto di più del suo episcopato milanese; è una fondazione istituita nel maggio 2002 proprio su iniziativa del cardinale, al fine di ospitare e avere cura di persone in difficoltà. Martini ha saputo mettere il suo progetto nelle mani di un direttore competente e entusiasta, don Virginio Colmegna, che ha fatto crescere la Casa con coraggio, energia e dedizione. Oggi la Casa della carità dà ospitalità gratuita ogni giorno a 150 persone in difficoltà, si prende cura della salute fisica e psichica degli ospiti, li sostiene con progetti sociali di autonomia e li accompagna nella ricerca di un lavoro.

Due Case, due luoghi che in sinergia con tanti altri soggetti riescono a promuovere laboratori sociali dove combattere le spinte alla disintegrazione, assumere la sfida dell’alterità e animare una riflessione culturale al servizio della metropoli milanese.

Queste due realtà milanesi hanno deciso di attivare un proficuo scambio di professionalità e competenze per promuovere una città più inclusiva e accogliente, attenta ai nuovi bisogni delle fasce più deboli – famiglie fragili che necessitano di casa e orientamento nella rete dei servizi, poveri, sofferenti di disagio psicologico o minori non accompagnati – e capace di dare loro risposte efficaci di convivenza solidale.

La collaborazione dell’iBVA con Casa della Carità, obiettivo del protocollo d’intesa sottoscritto alla fine del 2012, si è espressa finora in due progetti, Abitare solidale – rivolto a soggetti in emergenza abitativa – e Sulla strada della musica – dedicato a bambini e ragazzi rom delle periferie milanesi, insieme anche alla fondazione Casa dello Spirito e delle Arti.

Per il prossimo triennio lavoreranno insieme anche a una nuova iniziativa: il “Servizio di ascolto e orientamento alla città“, destinato a minori non accompagnati e ad adulti privi di sostegni familiari o con scarsa autonomia personale, che soffrono di disagi sociali, economici, psicologici, spesso incontrati attraverso l’Unità di strada di Casa della carità. Percorsi per rafforzare l’autonomia personale e sociale di ogni ospite, anche grazie alla partecipazione ad attività conviviali e laboratoriali sull’esempio del laboratorio di terapeutica artistica, già sperimentato presso Casa della Carità.

Una città sta bene quando c’è coesione sociale, vicinanza, prossimità; non stando accanto ai più deboli in una visione assistenzialistica, ma con un progetto declinato su bisogni concreti, che cresce e si alimenta quanto più si moltiplicano i luoghi e le occasioni di contaminazione delle buone pratiche.

Sfidati dall’emergenza, si può decidere, come afferma don Colmegna, di stare in mezzo da protagonisti per costruire sentimenti di giustizia e responsabilità sociale; così l’emergenza può costituire l’opportunità per cambiare il volto della città. Un ospite dice: “Non la chiamo Casa della Carità, la chiamo casa mia!

 

Rita Bramante

 



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