2 aprile 2014

UN EXPO UNIVERSALMENTE ACCESSIBILE


La Casa dei Diritti di Milano ha ospitato nelle ultime due settimane, altrettanti incontri sul tema dell’accessibilità della città in occasione del prossimo Expo 2015. A 14 mesi dall’evento la questione rischiava infatti di restare confinata nel perimetro (fisicamente ristretto) dell’esposizione nella zona nord-ovest di Milano e nella visione (culturalmente ristretta) della mera applicazione di normative su altezze, pendenze, elevatori e montascale.

04trezzi13FBPer fare un primo passo avanti il 18 marzo scorso, su proposta del Consigliere regionale Umberto Ambrosoli, l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Milano Pierfrancesco Majorino, ha riunito nell’incontro: “Expo 2015: esposizione universalmente accessibile“, i diversi attori di un sistema di accessibilità metropolitano che riguarderà i visitatori di Expo ma anche Milano e la Lombardia. Il secondo momento di confronto si è tenuto il 31 marzo quando, per la prima volta, si è riunita la “task-force” antibarriere per Expo 2015, istituita proprio dall’assessorato alle Politiche sociali del Comune di Milano. Secondo le intenzioni di Majorino, il gruppo di lavoro si occuperà del processo per garantire l’accessibilità alla città e ai luoghi dell’Esposizione dei cittadini e dei turisti con disabilità motorie e sensoriali.

Quattro anni fa a Shangai – con 73 milioni di visitatori – furono 1.5 milioni i turisti, in gran parte cinesi e molti con disabilità, che visitarono il padiglione “Lives and Sunshine“, il primo nella storia di Expo dedicato alle persone disabili. Da questo dato è possibile stimare in almeno 250.000 il numero di visitatori disabili (motori, sensoriali, cognitivi) presenti a Milano nei sei mesi dell’Esposizione Universale. Persone, turisti, consumatori, che porteranno in città aspettative, la voglia di essere protagonisti di un evento planetario e anche le loro esigenze in termini di mobilità e accessibilità.

Un tema, quest’ultimo, certamente presente nelle agende e nei programmi di chi sta organizzando l’evento ma che ora richiede un cambio di passo da parte delle Istituzioni che coordinano il progetto di attrattività della città e del suo territorio. Come emerso nei due incontri il piano di accessibilità resta per ora confinato al rispetto di norme e prescrizioni e non assume, come dovrebbe, il ruolo di progetto per un reale cambiamento di visione e di cultura. Rendere accessibile un evento, una città e il suo territorio, non è infatti una questione da burocrati, geometri o architetti. È un tema assai più vasto che abbraccia visioni multidisciplinari e sociologiche e deve prevedere, necessariamente, un ampio coinvolgimento delle Associazioni e delle persone disabili, di chi si occupa di comunicazione e promozione, di tutto coloro i quali sono chiamati a far crescere il brand di una città. I numeri, freddi e spesso solo enunciati, degli ingressi dedicati alle persone disabili, delle stazioni della metropolitana accessibili – a volte solo sulla carta – dei padiglioni senza barriere, non rendono giustizia alla richiesta delle persone disabili di un cambiamento di paradigma.

Un nuovo approccio che metta al centro un concetto allargato di accessibilità e segni una ridefinizione degli spazi urbani “per tutti” e vada, alla fine del processo, a vantaggio dell’intera comunità e di chi la fruisce e non solo delle persone disabili. Per questo occorre, come recepito dall’assessorato di Majorino e, si spera prima possibile, anche da Regione Lombardia, farsi carico del tema e promuovere la cabina di regia che lo governi. Non solo in occasione di Expo, qui visto come punto di partenza, ma più in generale, rispetto all’accessibilità e alla qualità futura dell’offerta turistica per tutti a Milano e in Lombardia.

Il tavolo convocato vede svolgere dalle Associazioni delle persone disabili un ruolo da protagoniste, non rivendicativo ma propositivo, di certificatori di un’accessibilità valutata e testata da chi si muove in carrozzina, è non vedente o sordo o ha disabilità cognitive. Questo lavoro, che segue la recente approvazione del Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche da parte della Giunta Pisapia, potrà, in tempi brevi e certi, creare una lista di priorità da affrontare con la massima solerzia per rendere Milano e la città metropolitana realmente accessibile. E per creare una banca dati a favore della realizzazione di guide turistiche – declinate grazie alle tecnologie digitali anche ai device portatili – realmente utili ai turisti disabili che potranno, a loro volta, migliorarle e integrarle costantemente. Un approccio capace di superare la logica dello sportello e dell’accompagnamento e abbracci, finalmente, concetti come quello il “Design for All“, della comunicazione e della partecipazione, che possano fare di Milano una città universalmente accessibile, da Expo in poi e per sempre.

 

Maurizio Trezzi

 



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