6 luglio 2009

FONDAZIONE CARIPLO: UNA COLLEZIONE DI ECCELLENZA


Chi ha detto che per rendere accessibile e fruibile una collezione d’arte sia necessario metterla in museo e, ovviamente, aprire quest’ultimo al pubblico? Sarà che ultimamente i musei si vanno pericolosamente moltiplicando (e già l’Italia ne conta oltre 4mila!), ma appare così suggestiva, tradizionale e innovativa al tempo stesso la strada intrapresa dalla Fondazione Cariplo, che non si può non guardarla come a un esempio da imitare.

Una collezione – la cui forza è soprattutto l’Ottocento (di area lombarda, ma non solo) – che include 767 dipinti, 116 sculture, oltre a 51 tra oggetti e arredi non è sterminata, ma pone indubbiamente qualche problema di conservazione, catalogazione e valorizzazione. Fermo restando che la Ca’ de Sass in via Monte di Pietà, e Palazzo Mezi d’Eril in via Manin, sede della Fondazione, non hanno spazi per esposizioni permanenti e che le opere sono in parte disseminate nelle sale e in parte custodite nei caveaux: dunque totalmente inaccessibili nel loro insieme. Senza contare che molte di esse sono spesso in prestito per mostre.

Non restava che metterla on line, la qual cosa non sarebbe di per sé una gran trovata, o quanto meno una novità, se non fosse per le peculiarità di Artgate, il sito Internet (www.artgate-cariplo.it) studiato ad hoc per soddisfare le brame degli studiosi, ma senza scontentare anche chi ha minori pretese.

“Quel sito è molto meglio di un’enciclopedia o di un catalogo tradizionale”, assicura Giovanna Ginex che non potrebbe pensarla diversamente, visto che l’ha curato insieme a Domenico Sedini, riesaminando una a una tutte le opere, alcune studiandole ex novo e aggiornandole sotto il profilo degli studi storico-critici. Ma il riscontro, in questo caso, è alla portata di tutti, soprattutto perché Artgate, non è come spesso succede nei siti di collezioni e musei, una semplice vetrina. Il percorso più approfondito, quello della “Collezione on-line”, è facilmente navigabile (benché talvolta un po’ lento) sia per quanto riguarda la ricerca su singole opere o artisti, con rimandi circostanziati confrontabili in tempo reale via via che si leggono le schede, sia utilizzando alcune delle parole chiave, come naturalismo, Risorgimento, pittura di genere, ognuna delle quali rinvia a itinerari specifici sull’argomento.

A oggi sono circa 250 le opere dotate di una scheda ragionata, segnalata con un’icona a forma di libro aperto, ma l’obiettivo finale, Fondazione decidendo in tal senso, è predisporla per tutte. È comunque già appagato così l’utente non addetto ai lavori che potrà addentrarsi nella “Galleria virtuale”, pensata come un rapido percorso di visita attraverso le opere più rappresentative. Che coincidono per lo più col volumetto Una collezione d’eccellenza (Skira) in cui i curatori, in assenza di un progetto collezionistico unitario, ricostruiscono però le vicende collegate all’acquisizione di molti pezzi e danno conto di alcune delle scoperte effettuate in corso d’opera. È il caso del bellissimo Antinoo di Antoniano di Afrodisia, un bassorilievo ricordato da Marguerite Yourcenar in appendice alle Memorie di Adriano, di cui si è appurata la provenienza: è approdato alla Fondazione Cariplo attraverso il banchiere Arturo Osio, raffinato collezionista di antichità, nonché fondatore della Banca Nazionale del Lavoro. Ma è il sito che si deve consultare se si vuole conoscere tutto dei 13 gessi di Antonio Canova; se si vogliono capire le ragioni dell’attribuzione certa a Gapard Van Wittel del Tevere a Castel Sant’Angelo o della figura di Euclide ad Antonio Cifrondi, ritenuto invece opera di un pittore francese attivo in Italia nel ‘600; o ancora se si vuole saperne di più della cassetta intarsiata che si è rivelata opera di Giuseppe Maggiolini, o se non ci si raccapezza tra i tanti Bazzaro e ancora più numerosi Ciardi, finalmente riordinati per l’occasione.

Silvia Dell’Orso

 


 



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