7 luglio 2009

PER UNA EXPO DIFFUSA E SOSTENIBILE


I lettori di Arcipelago Milano avranno notato che da qualche settimana figura in prima pagina un avviso su fondo verde che invita a firmare la petizione per una Expo diffusa scritta da me e da Paolo Deganello.

Questa iniziativa ha preso le mosse da un incontro organizzato nel mio studio all’inizio di marzo, su suggerimento di Giorgio Galli e di Francesca Pasini, e da altri incontri dedicati alle Expo di Lisbona, Siviglia e Hannover organizzati dall’Ordine degli Architetti.

La petizione avanza la proposta, da tutti valutata molto ragionevole, di non realizzare dei nuovi padiglioni, confinati nel sito presso la Fiera di Rho-Pero, ma di utilizzare i molti edifici per esposizioni di cui Milano e la Lombardia già dispongono.

Approfittando delle risorse disponibili sarebbe infatti possibile adeguare le prestazioni energetiche e migliorare l’accessibilità ove necessario con vantaggi molto evidenti anche per i contesti, spesso degradati, in cui essi sono localizzati.

Nel frattempo la nostra petizione, grazie al passaparola ha raggiunto, più di 1250 adesioni e può essere sottoscritta, da chi non l’avesse ancora fatto, prima che venga recapitata ai suoi naturali destinatari, da Berlusconi a Tremonti, da Formigoni alla Moratti, da Stanca alla Bracco e a tutti i presidenti delle commissioni di comune, provincia e regione.

Alcuni dei firmatari hanno anche preso la decisione di costituirsi in “COMITATO EXPO DIFFUSA E SOSTENIBILE”, un’associazione alla quale chi avrà firmato la petizione potrà iscrivervi, con lo scopo di promuovere altre concrete iniziative per ottenere che la manifestazione sia realizzata in modo da contenerne gli sprechi e massimizzare e renderne duraturi i vantaggi per il territorio.

Anche se la Moratti ha definito “folcloristica” la nostra proposta sembra che qualche effetto si sia già ottenuto se è vero, a quanto la stampa ha riferito, che la Consulta Architettonica, formata da cinque architetti e capitanata da Stefano Boeri, avrebbe suggerito di ridurre il numero di padiglioni e utilizzare, almeno in parte, la fiera di Rho-Pero.

Per rendere più circostanziati i contenuti si sono organizzati quattro gruppi di lavoro, che si stanno interessando di territorio e sostenibilità, agricoltura e alimentazione, mobilità e trasporti e infine di economia e occupazione, le cui analisi e proposte saranno presentate agli Stati Generali Expo 2015 organizzati da Formigoni per il 16 e 17 luglio ai quali alcuni di noi si sono iscritti per tentare di aprire un reale contradditorio con chi sta gestendo l’Expo rifiutando ogni confronto.

Per quanto ci rendiamo conto che le regole del BIE ed i corposi e ben individuati interessi immobiliari, che pesano sulle decisioni dell’Amministrazione comunale, rendano problematico virare totalmente verso la nostra proposta siamo tuttavia convinti che esistano ampi spazi di manovra perché si limitino i danni e massimizzino e si rendano duraturi i vantaggi.

Infatti, la crisi economica mondiale che spinge tutti, privati e Stati, a un uso più oculato delle risorse costituisce una più che valida motivazione, di cui anche la rinuncia di Milano ad un proprio dispendioso padiglione all’Expo di Shanghai, rappresenta un chiaro segnale.

La nostra“Expo diffusa e sostenibile” rappresenta la concreta proposta di come potrebbe essere una manifestazione moderna, non più di stampo ottocentesco, che si misuri con la crisi economica che investe il pianeta e interpreti, non unicamente come pretesto di corpose speculazioni immobiliari, il tema “Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita”.che è invece
di grande significato politico e culturale.

Emilio Battisti



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