6 luglio 2009

EFFETTI DELLA VALORIZZAZIONE IMMOBILIARE


Questo ragionamento riguarda il comportamento delle amministrazioni locali nei suoi effetti sul governo del territorio. C’è poi un altro aspetto significativo che riguarda gli effetti dell’azione dei comuni sull’economia. E qui necessariamente il discorso è più complesso.

Il punto di partenza è sempre il suolo nella sua doppia accezione di capitale fittizio e bene flessibile. La flessibilità del valore del suolo consente in qualche modo ai comuni di emettere moneta, ma in una forma molto particolare.

L’analisi keynesiana è ancora di grande utilità. A differenza degli economisti tradizionali Keynes considera i processi reali presenti nel mondo economico. E’ proprio attraverso l’analisi dei processi reali che Keynes arriva a concepire la moneta come velo del finanziamento tra l’attività reale e il possessore della ricchezza. “In un’economia con un sistema finanziario sofisticato, il velo del finanziamento comprende molti più strumenti finanziari di quanti ne comprenda qualsiasi limitato – o anche esteso – concetto di moneta. In particolare, la visione di Keynes della moneta come finanziamento significa che “…la moneta entra nello schema economico in modo essenziale e peculiare…”. Ciò è in netto contrasto con la teoria economica classica e con la teoria neoclassica tradizionale di oggi poiché in ambedue le teorie della moneta non influenzano il comportamento essenziale dell’economia.”

Tra gli strumenti compresi nel “velo di finanziamento” è legittimo comprendere le recenti innovazioni di carattere finanziario del settore immobiliare e anche, in generale, l’attività concessoria dei comuni. Quest’ultima si è molto trasformata nel tempo e ha subito innovazioni significative che non vengono prese in considerazione per quanto riguarda gli effetti monetari probabilmente solo perché l’attività dei comuni non viene presa in esame dagli economisti nei suoi effetti aggregati. Ma forse la crisi finanziaria attuale suggerisce che è tempo di colmare questa lacuna.

E’ dunque all’interno di una specifica contrattazione che riguarda il valore del suolo, ridotto a puro asset finanziario, che “endogenamente” si determina la quantità di moneta.

Questo specifico modo di creare moneta attraverso la valorizzazione del suolo ha una caratteristica peculiare rispetto al normale metodo creditizio. “Se i debiti sono verso le banche, i pagamenti che soddisfano gli impegni di debito distruggono “moneta”. In un’economia capitalistica normalmente funzionante, dove la moneta è costituita principalmente da debiti verso le banche, viene continuamente creata e distrutta moneta.” Viene creata moneta quando la banca concede un finanziamento, viene distrutta moneta quando i prestiti vengono restituiti. L’attività concessoria dei comuni, invece, poiché non si basa sull’apertura di posizioni di credito, crea l’illusione che sia possibile creare moneta senza che si debba mai distruggere moneta. In pratica si pensa che, a differenza di quanto avviene nelle normali transazioni creditizie, la concessione di determinate volumetrie edificatorie non abbia costi né per il concedente né per il concessionario, ma solo vantaggi per tutti.

E questo è in effetti vero se consideriamo i due soggetti come semplici contraenti isolati, ma non è più così vero se andiamo a considerare gli effetti della finanziarizzazione del suolo sulla comunità civile nel suo insieme. Questa può anche non interessare all’operatore economico che, in quanto tale, ha assunto il rischio come variabile della propria attività, ma è tutt’altro che irrilevante per un’amministrazione comunale, che rappresenta appunto una collettività i cui interessi andrebbero tutelati proprio in quanto interessi della comunità stessa. In altri termini, se il suolo viene trattato come capitale fittizio e flessibile, i possessori e i concessori possono trarre vantaggi individuali, ma come membri e rappresentanti della comunità è probabile che finiscano con perdere anch’essi.

Mario De Gasperi

 

 

 

 

 

 


 



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