12 marzo 2014

COMUNE E #OPENBILANCIO: TRASPARENTE MA INUTILE


Qualche giorno fa sulla bacheca del sito del Comune è comparso l’avviso che il cosiddetto “bilancio trasparente” era consultabile. L’iniziativa parte da una mozione del consigliere 5stelle Mattia Calise di pochi giorni successivo a un Ordine del giorno a firma del consigliere Lamberto Bertolè e altri che invita Sindaco e Giunta ad accogliere una serie di criteri, particolarmente stringenti, nella formulazione del bilancio di previsione 2014.

01_editoriale10FBChe cosa dice la mozione Calise, approvata a larga maggioranza: “Impegna il Sindaco e Giunta: 1) a condividere nella sezione “bilancio trasparente” del portale del Comune di Milano, almeno 15 giorni prima della sua approvazione in Giunta gli elementi dello schema del Bilancio Previsionale 2014 affinché … fornisca elementi indicativi utili alla comprensione delle dinamiche in atto e al processo di contribuzione da parte della cittadinanza; 2) a promuovere la condivisione di tale documento con la cittadinanza anche tramite apposite assemblee pubbliche in tutte le zone della città.”.

Siamo all’interno di un’operazione di trasparenza e partecipazione? Scarsamente ed è un peccato. Prima di tutto perché il sito del Comune non è così frequentato dai cittadini tanto da garantire la notorietà del fatto che siano a disposizione dati sul bilancio, in questo caso fatto rilevantissimo per i cittadini, poi perché il documento in sé raggiunge solo formalmente l’obiettivo della trasparenza ma non certo quello della partecipazione.

Si tratta di un prospetto di 11 pagine sostanzialmente costituito da tabelle che sintetizzano un ben diverso ed enormemente più ampio documento, il vero “bilancio di previsione”, quest’ultimo in pratica d’impossibile lettura per i non addetti ai lavori. Ci troviamo di fronte a due documenti: il primo troppo sintetico il secondo inutile ai più (compresi alcuni consiglieri comunali).

Quali sono le principali carenze del primo? Come si è detto l’eccessiva sintesi che impedisce una vera valutazione e dunque non potrebbe servire ad altro che a essere il supporto per un esperto che partendo da quei dati li disaggreghi quel tanto che serve a un normale cittadino per capire e dunque giudicare ma, ancora di più, a suggerire modifiche perché la partecipazione non è solo informazione ma pure proposta a condivisione.

L’ultimo capoverso della mozione Calise parla di condivisione in “apposite assemblee pubbliche”. Chi in quelle sedi illustrerà lo scarno documento del quale abbiamo parlato? Quante persone hanno la competenza e le informazioni necessarie? Anche solo per rispondere a un uditorio reattivo? Eccoci dunque a uno degli aspetti dei quali si discute oggi molto attivamente affrontando il tema della pedagogia della partecipazione: l’elaborazione delle informazioni in funzione della loro intelligibilità, utilità e loro diffusione anche con strumenti informatici come i social network. Non servono dilettanti allo sbaraglio.

Quanto ai criteri secondo i quali si debba valutare un bilancio comunale, faccio interamente mie alcune righe del citato Ordine del giorno, là dove si parla di un monitoraggio delle spese “secondo criteri di efficacia, efficienza e appropriatezza”.

Queste parole mi sono balzate improvvisamente davanti domenica scorsa alla lettura dei quotidiani a proposito di Expo Gate in Piazza Castello. Spendiamo 5 milioni e mezzo per un allestimento che servirà sei mesi e che si pensa di conservare dopo Expo. È stato progettato e costruito per durare? Chi ne farà la manutenzione? È vero che di lavavetri pullula la città ma anche se abusivi qualche spicciolo lo vogliono. Chi ne sarà proprietario? A chi dunque la manutenzione? Efficacia, efficienza, appropriatezza. “Pensaci Giacomino!”.

Luca Beltrami Gadola



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