12 marzo 2014

IL CONSIGLIO COMUNALE LA PARTECIPAZIONE E L’ASCENSORE DI EINSTEIN


Primo ordine di problemi: (l’abbiamo segnalato più volte perché il tenore degli articoli, delle lettere, di quanto si va leggendo on line o ascoltando nelle chiacchiere da caffè in giro sembra dire:) ma cosa stanno facendo? ma cosa stanno facendo di diverso? non sono diversi, tante promesse e poi … Un malcontento montante che si è fatto sempre più rumoroso, esploso sul finire dell’anno, il botto è arrivato nelle dovute stanze: ai primi di gennaio si è riunita la maggioranza per un bilancio di metà mandato.

05mattace10FBE come nella favola di Sherazade (c’era una volta un re seduto sul sofà che disse alla sua serva raccontami una storia e la serva incominciò: c’era una volta un re …) siamo daccapo perché di questo famoso bilancio di metà mandato nella sua essenza poco o nulla ci è stato dato di sapere. L’evidenza dei fatti afferma: abbiamo un problema di comunicazione (il secondo ordine di problemi).

La questione non è così scontata perché in effetti “stanno facendo molto e di diverso”. Che non si riesca a cogliere il cambio di direzione, che non si sia in grado di raccontarlo, dice di ciascuno un po’. Di chi si è speso molto e ha altrettante aspettative, di chi non governa da venti anni e si trova a (re)imparare come si fa, di chi pretende tutto e subito e non fa i conti con la burocrazia, di chi non ha pensato prima di fare i conti con la burocrazia, di enne più uno uffici stampa e di una assenza di una comunicazione complessiva. Veramente siamo tutti nell’ascensore di Einstein e non sappiamo distinguere la natura del cambiamento di cui facciamo parte?

Non si è certo spenta la voglia di partecipare e mai come questa amministrazione ha riconosciuto i corpi intermedi della cittadinanza come interlocutori. Esempi positivi e negativi non mancano. Gli ultimi in ordine di apparizione nel bene e nel male: la riqualificazione del sottopasso alla stazione centrale di via Parravicini con la spinta delle associazioni di quartiere, la progettazione partecipata al quartiere Isola per la riqualificazione del cavalcavia Bussa e la costruzione del nuovo Centro Civico da un lato, la battaglia dei comitati in opposizione alla trasfigurazione del Vigorelli o al progetto delle vie d’acqua di Expo dall’altro.

Progetti e battaglie che testimoniano un forte attaccamento al territorio e una grande disponibilità a prendersene cura, in modello ancora tutto da costruire di relazioni e dinamiche.

Pensiamo anche alle esperienze degli orti urbani, al parco Ponti ai Giardini in Transito o alla mobilitazione in difesa del parco dell’ex Paolo Pini, alle associazioni che studiano, progettano e promuovono la riapertura dei Navigli, al Drago del Giambellino: una enorme massa di energia, desiderio, investimento in progettualità, in qualità dell’ambiente urbano e quindi in qualità della vita. Tutto questo è un patrimonio da valorizzare, non si può correre il rischio di vederlo disperso nella frustrazione di un processo non stabilizzato.

I partiti sembrano comparire in filigrana in questa onda trasformatrice della città: non appaiono come primi attori, ma giusto così, a ciascuno la sua parte. A loro spetta il compito di articolare e di mettere a sistema nel quadro istituzionale questa impalcatura di relazioni che per le vie spicce definiamo partecipazione. Il consiglio comunale ripensa se stesso e i suoi rapporti con la giunta, se ne discute il 19 marzo in un incontro promosso da Città e Costituzione: fatica a trovare un suo ruolo, schiacciato tra elezione diretta del sindaco e delibere di giunta. Non tema di venire esautorato da una partecipazione istituzionalizzata, ma lavori per favorirla, e colga l’occasione per intavolare una delibera di consiglio che finalmente renda organico quello che non può essere lasciato alla inesausta energia dei volenterosi.

 

Giulia Mattace Raso

 

 

 



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