12 marzo 2014

sipario – KINGS OF THE DANCE


 

KINGS OF THE DANCE

 

Sarà Londra, la città retta dalla monarchia più in vista d’Europa (e forse del mondo), a ospitare i «Re della Danza». I prossimi 19-22 marzo presso il London’s Coliseum saranno i quattro giorni di balletto “extra-vagante” per l’iniziativa promossa ormai dal 2006 Kings of the Dance 2014.

sipario10FBI king di quest’anno sono il ‘nostro’ Roberto Bolle (principal all’American Ballet Theatre di New York ed étoile al Teatro alla Scala di Milano), il brasiliano Marcelo Gomes (principal all’ABT), l’americano David Hallberg (étoile del Teatro Bol’šoj di Mosca), l’ucraino Denis Matvienko (étoile al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo), l’ucraino Leonid Sarafanov (étoile al Teatro Michajlovskij di San Pietroburgo) e il russo Ivan Vasil’ev (principal all’ABT). L’unica artista ospite, la ballerina che interpreterà un pas de deux, è Svetlana Lunkina (principal al Balletto Nazionale del Canada e prima ballerina al Teatro Bol’šoj).

Il programma della serata prevede tre atti, i primi due occupati da due coreografie più lunghe, il terzo da quattro brevi e intense danze. Aprirà la serata una coreografia dello spagnolo Nacho Duato, direttore artistico del Teatro Michajlovskij, su musica dello spagnolo Enrique Granados, dal titolo Remanso (Sarafanov, Matvienko, Gomes). Il pezzo prevede un’esaltazione della potenza e bellezza maschile nella danza, ricca di salti, dal sapore neoclassico: la scelta di apertura si intona perfettamente con l’iniziativa.

Seguirà il secondo atto con Le Jeune homme et la Mort di Roland Petit con interpreti Roberto Bolle e Ivan Vasil’ev (a serate alterne) con Svetlana Lunkina. Questo balletto, capolavoro dell’esistenzialismo francese messo in danza, mostrerà la durezza dell’amore non corrisposto, visto per una volta dalla prospettiva maschile, tanto dura che porterà il ‘giovane uomo’ a ricercare la morte in un suicidio dal pathos ineguagliabile per carica virile e allo stessa tempo sensibilità. Il medesimo spettacolo con i medesimi interpreti verrà riproposto il prossimo maggio al Teatro alla Scala nella Serata Petit, in omaggio al grande coreografo francese.

Il terzo atto vedrà coreografie più brevi, ma intense dallo stile e sensibilità più contemporanea, come quelle di Petit (Les Intérmittences du cœur da Proust) o Prototype di Massimiliano Volpini (Teatro alla Scala) creato per Roberto Bolle. Chiuderà una coreografia del più anziano dei king, Marcelo Gomes, dal titolo KO’d (acronimo di «King Of the Dance») interpretata da tutti i danzatori in ensemble, come coda e ‘morale’ dell’iniziativa.

In un’intervista rilasciata appena qualche giorno fa, Roberto Bolle metteva in risalto la bellezza della collaborazione di così grandi interpreti e danzatori di fama mondiale, dalla bravura e dal virtuosismo indiscusso, per dimostrare come la teoria estetica ‘antica’ (romantica e tardoromantica) di Théophile Gautier, che aveva assunto la ballerina in punta (Giselle o la Silfide) a suprema bellezza, sia affiancata (per non dire anche superata) dalla «rivincita» degli uomini. Infatti, i danzatori oggi mostrerebbero il lato migliore, più atletico e sano della danza, quasi un ritorno alla bellezza dei kouroi nell’antica statuaria greca.

Domenico G. Muscianisi

 

 

questa rubrica è a cura di Emanuele Aldrovandi e Domenico G. Muscianisi

rubriche@arcipelagomilano.org



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