5 marzo 2014

PD PIOLTELLO: LE VOCI DI UNA CONTESA


Egregio Direttore, per ragioni di età, passione e quindi di lunga frequentazione di ambienti della politica, ne ho viste parecchie ma non mi era mai capitato di imbattermi in un esercizio di “giornalismo” difficilmente catalogabile. Inchiesta? Cronaca politica? Prima di tutto scatta l’interrogativo: perché? Cosa spinge Diego Corrado e Gaetano Nicosia ad occuparsi di Pioltello e snocciolare, con dovizia di particolari, una serie di fatti e situazioni troppo fitte per non indurre il sospetto che nella buca ci sia un suggeritore interessato? Il blog è, come molti altri, fatto bene. Dopo due clic il mistero è svelato e si capisce che l’articolo è frutto del collega di redazione, guarda un po’, Mario de Gaspari. Mi spiace per i due sopracitati giornalisti, ma fidarsi è bene, però controllare in questi casi non solo è meglio ma è eticamente e professionalmente doveroso, soprattutto se si affrontano temi di questa portata. Non avrei mai pensato di dover ricordare ad un giornale che si occupa di cultura, di temi sociali e istituzionali, di democrazia e dei suoi rapporti nella grande e colta Milano, che i processi sommari non si fanno, soprattutto se fondati sulle falsità. Ci voleva poco ai firmatari, bastava, ed è la prima regola del giornalismo, verificare la fonte, sentire l’altra campana.

10marras09FBSeguiamo l’ordine, tralasciando il delirio sulla “frode in commercio elettorale”, sui “free riders” e sul “franchising”, ciò che è in pieno svolgimento a Pioltello, questo si, è un difficile, complesso e responsabile tentativo di rimediare ai danni provocati dallo sciagurata vicenda che ha visto coinvolto Antonello Concas. È questa una questione che riguarda gli attori coinvolti sulla quale sarà la magistratura a dare il giudizio finale.

C’è stata fin dall’inizio da parte del PD, del suo gruppo dirigente e dei suoi iscritti, seguendo un percorso democratico, la definizione di una linea, in stretto contatto con il livello provinciale, per individuare il futuro candidato sindaco attraverso le primarie per mantenere intatto il valore della coalizione. Lo stato dell’arte è noto, alle primarie si misureranno Saimon Gaiotto per il PD e Rosario Berardi per il P.S.I. con SEL partecipante senza un candidato e l’IDV con un atteggiamento di attenzione. Difficile comprendere perché queste primarie sarebbero “bonsai”. Gaiotto, che non è “delfino”, è un giovane democratico che ha maturato una buona esperienza amministrativa, è conosciuto e stimato, ha un percorso politico di tutto rispetto per quanto giovane, è tuttora segretario di zona del PD e il PD di Pioltello, senza padroni, lo ha indicato. Rosario Berardi è il vice sindaco uscente e il suo partito lo ha legittimamente proposto. Certo, avremmo voluto che partecipasse anche la Lista per Pioltello con il suo candidato Giuseppe Bottasini, anche lui assessore uscente, ma hanno deciso diversamente.

Ma veniamo al punto che sappiamo essere il centro di tutta la storia. Mario De Gaspari, perché lui no? Francamente nessuno sa perché. Non è uno scherzo, nessuno lo sa e questo è il fatto inquietante. Il Mario, partendo dal nulla, con una salda amicizia e un ancor più saldo sodalizio con Antonello Concas, ai tempi segretario PDS, diventa, senza nessuna tessera, Sindaco di Pioltello, sorretto e acclamato da un partito forte e unito, assieme a tutta la coalizione di centrosinistra. Dopo quattro anni viene naturalmente riproposto e si rivince alla grande: lui continua ad essere “senza tessera” e il sodalizio con Concas si rafforza sempre più a metà mandato quando il Mario convola a nozze con Antonello testimone. A metà mandato finalmente si lascia convincere e fa la prima tessera della sua vita. Nel frattempo è diventata dei DS. Si avvicina il momento in cui la sindrome da fine mandato comincia manifestarsi. Tutti o quasi tutti i sindaci ne sono colpiti, passano dal delirio di onnipotenza al fremito dell’impotenza: oddio, cosa farò dopo? Fin che ci sarà una Provincia, non c’è problema e infatti viene sedato con la candidatura. Naturalmente si vince. Si capirà allora perché prese la tessera.

Manca un anno alla fine del mandato: comincia l’inferno. Al Mario non va più bene niente, ogni riunione di maggioranza è un problema, e lui ricomincia con il delirio di onnipotenza. Nessuno capisce cosa succede e ogni mese ha una proposta nuova per la sua successione, rigorosamente da fuori, perché a Pioltello non esiste nessuno degno di succedergli. Ma la questione, per tornare al punto, è che rompe con Concas e sono dolori per tutti: altro che “padroni di partito”. In quella situazione, il partito ha superato con grande senso di responsabilità un prova durissima. Ecco, nessuno ancora oggi sa su cosa si è rotto il sodalizio. Il resto scorre con un crescendo di colpi bassi, denunce o minacce di querele sono all’ordine del giorno.

Fine del mandato: Concas candidato sindaco, Mario, contrario, fa campagna per Il socialista Berardi che si candida in solitaria contro il nostro partito. Lo stesso Berardi che oggi risulterebbe, ai sopra citati giornalisti, impresentabile. Concas vince al primo turno. Poco dopo, il lingotto di Veltroni: nasce il PD. Poi ancora, primarie per eleggere i coordinamenti di circolo e io mi candido a fare il portavoce con la dichiarata intenzione di trovare il modo di far fare pace ai contendenti. Divento segretario e metto in atto il progetto di portarli davanti a Giovanni Bianchi, primo segretario provinciale del PD. Concas mi da la disponibilità e anche il Mario, dopo una lunga discussione infarcita di però, di se e di ma, sembra convinto. Soltanto una settimana dopo veniamo a sapere, da un volantino, della nascita di un “sedicente circolo tematico del PD, Territorio e Società”, promosso dal Mario. Questo spiega il rapporto che si è instaurato tra il PD di Pioltello e Mario De Gaspari: nessuno ha cacciato nessuno, ha fatto tutto da solo. Tutto l’elenco delle nefandezze, descritte successivamente dagli “articolisti”, sono figlie del livore dell’uomo, livore spinto al limite dello sciacallaggio.

Pioltello è stato, a partire dagli anni ’60, un esempio di molte cose negative. Speculazione edilizia, in quegli anni passa da 6.000 a 27.000 abitanti (CENS. 71). Quindi grande raccoglitore di migrazione. I TG del ’64 mostravano, cronometro alla mano, quanto tempo impiegava a morire un pesce immerso nell’acqua prelevata dai canali irrigui intorno al polo chimico, nelle scuole si facevano i doppi turni, quando andava bene. A causa delle tensioni sociali, Pioltello era oggetto di servizi sulla piccola e grande criminalità sia in TV che sulla stampa nazionale. Negli ultimi quaranta anni, salvo la parentesi Lega dal ’93 al ’96, prima la sinistra poi il centrosinistra hanno governato Pioltello partendo proprio da quei problemi. Oggi Pioltello, che pur mantiene la caratteristica di paese “povero” (reddito medio pro capite più basso della provincia), non è distinguibile dai comuni a più alto reddito (la Regione ci colloca al 6° posto per qualità e offerta scolastica). La qualità e la diffusione dei servizi in ogni settore è da eccellenza, il bilancio consolidato è da comune virtuoso e, dulcis in fundo, il Parco delle Cascine, che ha subito innumerevoli assalti in tutti questi anni, è ancora lì, intonso e a disposizione del futuro dei pioltellesi e il PGT prevede il consumo zero di territorio con buona pace di chi vede orride speculazioni dietro ogni angolo.

In ogni caso e per chiarire in via definitiva il “punto”, lo spazio per la partecipazione alle primarie ci sarebbe stato se ci fosse stata la richiesta formale e la reale disponibilità politica dell’interessato, possibilità sollevata come ipotesi realizzabile proprio da chi scrive nell’ultima assemblea degli iscritti, possibilità poi ripresa anche sui giornali locali dalle parole del Segretario cittadino. Che ciò fosse possibile farlo solo a mezzo stampa pare però un po’ troppo. Ci rimane da capire se ad impedire la forma della richiesta diretta sia stato un sentimento di vergogna oppure un senso di ribrezzo verso questi possibili alleati. Forse non lo sapremo mai e si aggiungerà al mistero della rottura con Antonello.

 

Franco Marras

Già Segretario del PD (aimè)

 

Risponde Mario De Gaspari

 

Caro Direttore,

solo poche parole sulla polemica infinita che riguarda Pioltello, me e il Pd locale, con la doverosa premessa che, non collaborando con Arcipelago dal luglio 2012, non vedo come possa esserne catalogato tra i redattori anche se per errore sono rimasto nel colophon di Arcipelagomilano. Corrado e Nicosia, chiamati in causa da Marras, sono adulti e, se lo riterranno, risponderanno a dovere.

Da parte mia, invece, qualche precisazione alla lettera di Marras, anche qui con una premessa: Marras credo sia persona specchiata sotto il profilo dell’onestà. Questo non è poco, di questi tempi nel nostro comune, per chi fa politica. Lo dico solo perché la mia risposta sia intesa sotto il giusto profilo e perché Marras sappia che se parlo di corruzione, ad esempio, non mi riferisco a lui: si può discutere, a muso duro se occorre, in questo partito? Marras, ripeto, è onesto secondo me ma, politicamente, sbaglia di grosso.

I fatti che ricostruisce contengono diversi errori, date, tessere, riferimenti, ma su questo magari gli rispondo in privato. Non è così importante.

Primo. Marras dice che la ragione della mia rottura con Concas è un mistero. Non lo è per niente, così non rende giustizia né a me né a Concas. L’ho spiegato mille volte: certo, ero amico di Antonello, abbiamo collaborato, abbiamo anche litigato per diverso tempo finché qualcosa è successo. Quando Concas, sul finire del mio mandato nel 2005, mi confidò la sua intenzione di candidarsi a sindaco gli risposi con queste testuali parole: “Ripensaci. Non sei adatto perché non sai distinguere dove finisce la soglia di casa tua e comincia il partito e non sai distinguere dove finisce il partito e comincia il comune. Combinerai un sacco di pasticci”. E, infatti … Concas non me l’ha perdonata nonostante gli suggerissi di ritagliarsi un ruolo diverso, magari nel partito, dove potesse valorizzare certe sue capacità senza mischiare capra e cavoli.

Che avessi ragione io, almeno su questo punto visto quanto sta accadendo, mi pare acclarato. Non è vero che poi alle elezioni abbia sostenuto il candidato socialista. È vero invece che rimasi freddino per tutta la campagna elettorale di Concas, limitando la mia partecipazione alla rituale fotografia in cui sindaco uscente ed entrante si stringono la mano, per la quale mi presero per sfinimento (Gaiotto sembrava il muro del pianto, neanche fossi George Clooney).

Secondo. La sindrome di fine mandato. Certo mi è dispiaciuto lasciare il comune in quelle mani, ma ho cercato di farmene una ragione. Ero in consiglio provinciale, mi sono iscritto al PD in un circolo fuori comune, ho scritto quattro libri e una quantità di articoli sugli argomenti che m’interessano. Insomma, mi sono dato da fare, come è mia abitudine. Ricordo anche che, nel 2007, quando mi resi conto che pure in provincia le mie argomentazioni contro la speculazione edilizia, la fioritura di centri commerciali, eccetera, riscuotevano scarso successo (si fa per dire, quando ne parlavo c’era il vuoto attorno), chiusi l’aspettativa e tornai al mio lavoro di dipendente comunale. Ma ai miei amici di Pioltello non andava bene neppure, mi inseguirono anche lì e me ne combinarono delle belle. Sarebbe un altro capitolo, lasciamo stare.

Terzo. Territorio e Società non ha nulla di sedicente e questo Marras lo sa bene. È nato come circolo tematico del PD nel 2007, riconosciuto ufficialmente dal Segretario Giovanni Bianchi. Lo costituimmo proprio perché nel partito non c’era nessuna possibilità di discutere, a tal punto che a me non venne consegnata la tessera e chi era ritenuto vicino alle mie posizioni non veniva convocato alle riunioni di direttivo. Ricordo bene che Marras mi disse che non l’avrebbe mai riconosciuto quel circolo (almeno in questo è coerente) e ricordo bene che gli risposi che erano problemi suoi.

Quarto. Parco delle Cascine. Intonso mica tanto, dal momento che le cascine le hanno abbattute tutte. Si sono messi d’accordo col prefetto Lombardi (sic!), così gli zingari non ci rientrano più (speriamo che non vadano a dormire in duomo!). Il sindaco ha assicurato però che prima le hanno fotografate, così le possono ricostruire … 175.000 metri cubi più premialità varie: è questo il consumo di suolo zero? Che i beneficiari siano stati processati e condannati a diversi anni di carcere in un memorabile processo, cui non è estranea una mia denuncia, inoltrata attraverso l’avvocato Nicosia, è solo un’aggravante. Non sarebbe meglio discutere se è il caso di inserire nel programma un ripensamento sul PGT invece di farne “il pilastro”? (così hanno scritto nel programma elettorale). Cosa diranno quando si scoperchierà anche questo pentolone, che si annuncia ben più grosso dell’affare Sangalli? Comunque è in arrivo un piccolo dossier e siccome Marras e il Pd se ne fregano, lo portiamo direttamente in via Freguglia.

Quinto. Le primarie. Ma quali primarie? Se Marras lo desidera gli faccio un elenco delle porcherie che hanno fatto nei miei confronti Concas, Gaiotto e compagnia. Mi sarebbe piaciuto fare una battaglia politica, se solo fosse stato possibile. Non saranno mafiosi, ma almeno i metodi di lotta politica che hanno usato nei miei confronti sono di quel genere lì. Insinuazioni, calunnie, mai una cosa diretta. Sono arrivati al punto di boicottare la mia presenza alla festa cittadina del partito perché era in calendario la presentazione di un mio libro sulla speculazione immobiliare (ironia della sorte, il libro s’intitolava “Malacittà”). Sono persino andati a tampinare il mio datore di lavoro perché facesse rappresaglia. Li ho definiti familistici, e ci sono andato leggero.

Per chiudere, penso che Marras, Gaiotto e compagnia non abbiano ancora ben realizzato in quale marasma siano finiti. Qualcuno ci marcia, qualcuno fa il finto tonto e qualcuno proprio non capisce. Mi spiace ricadere nel luogo comune, ma l’affare Sangalli è solo la punta dell’iceberg.

Non si faccia trascinare troppo dall’Amarcord, Marras, ricordando la vecchia speculazione edilizia pioltellese e i servizi televisivi su criminalità e inquinamento. Sempre lì siamo tornati.

 

Mario De Gaspari

 

 

Rispondono Diego Corrado e Gaetano Nicosia

 

Cosa spinge Diego Corrado e Gaetano Nicosia a occuparsi di Pioltello, ovvero spingitori di Diego e Gaetano? Questo è il sagace quesito posto da Franco Marras, già segretario del PD testimone del tempo (aimè), come si firma in calce al pungente articolo che ha inviato alla redazione di Arcipelagomilano. Forse la libertà di espressione garantita dalla Costituzione caro Marras? La stessa domanda potrebbe essere rivolta a Marras. Quantomeno per par condicio. Ma qui non interessa a nessuno chi spinge chi. Marras, sgomberato il campo dai soldatini (Corrado e Nicosia) si rivolge al bersaglio grosso.

Con tale strategia il Marras elude le questioni politiche poste nel nostro articolo e, pensando di aver distratto il lettore parte a snocciolare una serie di accuse al Mario. Accuse cui non intendiamo rispondere, perché riguardano il Mario, e il Mario sarà ben capace di difendersi da solo. Il Diego e il Gaetano anche però. Non ci interessano le beghe di partito, il pettegolezzo spoliticante, queste sono questioni private. Noi abbiamo parlato di sostanza politica. Gradiremmo che Marras ci rispondesse sulle questioni poste nel nostro articolo.

Per trasparenza. Siamo due liberi cittadini che hanno deciso di impegnarsi nel sostenere la candidatura del Mario alle elezioni di Pioltello, senza suggeritori, in piena autonomia. Da anni lavoriamo con Mario sul territorio facendo politica attiva. A Pioltello in particolare abbiamo assistito in giudizio i lavoratori delle cooperative Esselunga (siamo entrambi avvocati), abbiamo costituito un’associazione, “La società degli Eguali”, che ha svolto varie iniziative d’integrazione culturale, tra gli altri, con gli amici del Centro Islamico “La fratellanza”, abbiamo messo la nostra professionalità a disposizione della battaglia di Mario De Gaspari contro la speculazione edilizia, aiutandolo a preparare le denunce che hanno portato alle inchieste che hanno scoperchiato il malaffare dell’Area Sisas. Diego poi è iscritto al PD, Circolo Aniasi di Milano Centro, e tra i fondatori di Adesso Milano, associazione di cultura politica. Gaetano vorrebbe molto iscriversi, ma intanto lavora da fuori perché il PD diventi un partito più appetibile per quelli come lui che chiedono sostanza, in termini di solidarietà, partecipazione, trasparenza, non solo forma (e le vicende di Pioltello sono un ottimo laboratorio per lavorare in questa direzione)

Come abbiamo spiegato nel nostro pezzo su Arcipelagomilano. La impegnativa attività svolta sul territorio da chi si riconosceva in certi valori, che dovrebbero essere quelli del PD, era la diretta conseguenza del fatto che a Pioltello, secondo noi, il PD non faceva il PD. Caro Marras, le chiediamo di rispondere alle questioni sostanziali. Ma forse dovrebbero rispondere i diretti interessati. Le questioni di partito e personali con De Gaspari, se le risolva con il diretto interessato. Veniamo ai punti.

L’amministrazione Comunale capeggiata dal fine stratega Concas (dove non dimentichiamo che Gaiotto era assessore) sgomberava indebitamente il Centro della Fratellanza Islamica. Il fatto che lo sgombero fosse effettuato in barba ad ogni legge della Repubblica, e quindi rappresentasse di per sé un atto violento, è certificato da una sentenza del TAR di Milano. Abbiamo difeso i cittadini musulmani per vedere rispettati i loro diritti. I nostri concittadini sono potuti tornare a professare nel centro che Concas aveva chiuso. Perché il PD, maggiore azionista della Giunta, non ha posto una questione politica su questo sgombero illegale?

Sempre quell’amministrazione Comunale manganellava dei lavoratori delle cooperative che lavorano per Esselunga. Lavoratori che manifestavano contro il licenziamento dei loro colleghi, licenziati per aver organizzato, udite udite, un’assemblea sindacale per lamentarsi di condizioni di lavoro disumano. Li abbiamo aiutati. Il Tribunale di Milano ha deciso che i lavoratori avevano ragione. Ad oggi tutti i licenziati sono stati reintegrati, ma soprattutto erano legittimati a manifestare pacificamente. Perché il PD non ha fatto autocritica anche su questo punto? Magari anche solo incontrando i lavoratori reintegrati? Capisco che la cosa potrebbe apparire assurda per una giunta di sinistra, ma i tempi cambiano. Suvvia.

Perché la Giunta Concas ha regalato 180 mila metri cubi di volumetrie all’interno del Parco delle Cascine a immobiliaristi già indagati per essere stati i responsabili di una operazione immobiliare speculare a Segrate, confine con Pioltello? Abbiamo denunciato insieme a Mario i fatti alla procura della Repubblica. Le risultanze processuali sono chiare. I Siano sono stati condannati, insieme agli altri attori dell’operazione, e una banca, truffata, è fallita. Perché Gaiotto ritiene che il PGT, che mantiene le volumetrie in concessione ai privati, non debba essere rivisto? Giusto ieri su presa diretta se ne è parlato: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-f3e2a141-f2c7-4509-8ed4-1dbcfbfceb8a.html, portate il cursore a 1h e 07′ e vedrete il Mario che denuncia per l’ennesima volta alla stampa (dopo averlo fatto alla magistratura), tale scempio. Il PD davvero vuole che il suo marchio venga associate a tale operazione?

Perché la Giunta Concas ha deciso di regalare ulteriori volumetrie dell’ex Area Sisas, all’immobiliarista Grossi, che ha gonfiato i costi della bonifica per avere in cambio di più? In quell’operazione sono stati tutti condannati. Ma la questione per noi rimane politica. Perché una giunta del PD regalava volumetrie a immobiliaristi senza scrupoli consentendo loro di depredare i cittadini del loro territorio dietro il paravento di operazioni immobiliari avveniristiche? Dove sono quelle operazioni? Il PD le fa proprie?

Il PD, per bocca di Marras, o di Gaiotto, per il semplice fatto che è il candidato alle prossime comunali, vuole cortesemente risponderci sui singoli punti invece di buttarla in rissa con accuse e insinuazioni infondate? Perché una delle strane caratteristiche della politica pioltellese è questa, poni delle questioni politiche e ti rispondono vomitandoti addosso insulti. Non è tempo di talk show, ma di fare politica. Grazie.

 

Diego Corrado e Gaetano Nicosia

 



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