5 marzo 2014

arte – AAF: LA FIERA A PROVA DI CRISI


 

AAF: LA FIERA A PROVA DI CRISI

Anche quest’anno ritorna la fiera “a portata di portafoglio”: Affordable Art Fair, quarta edizione. Dal 6 al 9 marzo, nel consueto spazio del Superstudio Più di via Tortona, AAF presenta 85 gallerie, italiane e straniere, che esporranno le loro opere a prezzi abbordabili. Ogni galleria presenterà almeno tre artisti viventi e avrà l’obbligo di esporre il cartellino con il prezzo. Tutto quello che passerà dalla fiera sarà assolutamente originale e con un costo tra i 100 € e i 5.000 € IVA inclusa. Una fiera che non intimorisce, insomma.

arte09FBIn particolare i futuri collezionisti d’arte, magari giovani e con poco capitale, potranno farsi una prima idea su cosa comprare guardando la sezione dedicata all’arte sotto i 500 euro, che, seguendo la filosofia del fondatore di AFF, Will Ramsay, propone una selezione di opere a buon mercato ma non per questo da sottovalutare.

Pittura, scultura, stampe, fotografia, ogni tipo di tecnica artistica avrà libertà d’espressione all’interno dei padiglioni. Per i giorni della fiera è previsto anche un calendario di eventi in cui saranno proposti laboratori, conferenze e attività pratiche e teoriche. Tutti i giorni, alle 17, un ospite d’eccezione sarà presente per un approfondimento sul mondo dell’arte e del collezionismo:

Giovedì 6 Marzo, ore 17 Comprare – Vendere Arte: introduzione al mercato dell’arte, ai suoi profili organizzativi, finanziari e fiscali. Antoh Mansueto, analista finanziario con la passione per l’arte spiega il “come, dove, quando e quanto” del mercato dell’arte.

Venerdì 7 Marzo, ore 17 Creazione artistica e plagio nel contesto digitale. L’Avvocato Massimiliano Patrini, specializzato in diritto della proprietà intellettuale, si rivolge ai giovani artisti per discutere del rapporto tra tutela dell’opera d’arte, libertà dell’artista e utilizzo degli strumenti digitali.

Sabato 8 Marzo, ore 17 Bacon, Warhol, Koons: i nuovi super record del mercato dell’arte e la diversa situazione generale di gallerie e artisti. Giacomo Nicolella Maschietti, giornalista ed editore di Chooze.it, con Pietro Ripa, Senior Art Finance Advisor, e Roberta Olcese, giornalista di Vanity Fair e il Secolo XIX, svelano i retroscena degli ultimi stupefacenti record nei mercati d’arte. A seguito, una visita guidata accompagnati da Giacomo Nicolella Maschietti e da Benedetta Bottarelli Bernasconi, giornalista esperta d’arte e design.

Domenica 9 Marzo, ore 17 La valutazione e la protezione delle opere d’arte: chi, quando, come e perché gli oggetti d’arte andrebbero valutati e protetti in modo adeguato. Vittorio Scala, Presidente iO Broker e Lorenzo Bruschi, esperto del settore, spiegano come proteggere le opere d’arte.

Affordable Art Fair quest’anno si rinnova con spazio relax ispirato ai temi green, che non solo sarà allestito con pezzi di design sostenibile, ma soprattutto sarà una delle zone espositive delle opere d’arte delle 85 gallerie partecipanti, ispirate alla Green Art. Dalle bustine da the riciclate e utilizzate come tela, alle resine e alle plastiche di recupero, fino a tessili e materiali organici: le opere esposte presso il Garden Floor Lounge mostreranno la seconda vita – artistica – di molti insospettabili materiali. L’esposizione continua anche nello Sculpture Garden, con installazioni artistiche all’aperto.

Affordable Art Fair Superstudio Più, Via Tortona, 27 Orari d’apertura Giovedì 6 Marzo12:00 – 18:00 Venerdi 7 Marzo12:00 – 20:30 Sabato 8 Marzo11:00 – 20:30 Domenica 9 Marzo11:00 – 19:30 Biglietti Adulto 13,00 € all’ingresso Ridotto 10,00 € all’ingresso Ragazzi sotto i 16 anni

 

ADDIO A CARLA ACCARDI, DONNA D’ARTE E DI IMPEGNO

Il mondo dell’arte perde una delle più significative artiste italiane. Si è spenta il 23 febbraio scorso, ad 89 anni, la pittrice Carla Accardi. Il decesso, dopo un ricovero in ospedale, è avvenuto a Roma, città che l’aveva accolta dopo che, giovanissima, aveva lasciato la sua Sicilia, era originaria di Trapani, per raggiungere la capitale ed esordire in un periodo ricco di sperimentazioni artistiche.

Ventenne, unica donna, è tra i fondatori del gruppo «Forma 1», che nasce nel 1947 per iniziativa di Dorazio, Perilli, Consagra, Turcato e di Antonio Sanfilippo, che diventerà suo marito nel 1949. Il gruppo era solito riunirsi intorno alla Libreria Age d’Or di via del Babuino, nel cuore di Roma, e proprio questo indirizzo sarà quello in cui la Accardi vivrà per tutta la sua vita, senza mai smettere di lavorare. Poco prima della morte l’artista, quasi 90enne, stava preparando opere per una futura mostra in Belgio.

Regina dell’informale, sulla scia di quegli “irascibili” americani che amava tanto, Pollock, Kline e Rothko, elabora una sua cifra stilistica caratterizzata da segni bianchi su fondi neri, poi colorati in tinte e forme diverse sul fondo della tela. Nel 1965 la Accardi abbandona i colori classici a favore di vernici colorate e fluorescenti che applica su supporti plastici trasparenti, il sicofoil, uscendo così dalla dimensione bidimensionale del quadro e coinvolgendo lo spazio, con opere che diventano installazioni. Modello che sarà guardato come imprescindibile dagli artisti della futura Arte Povera.

Notata a livello internazionale nel 1964 alla Biennale di Venezia, a cui tornerà in anni recenti come Consigliere, la Accardi è stata anche militante e pioniera del femminismo italiano, insieme a un’altra grande presenza a cavallo tra politica e arte: Carla Lonzi. Entrambe fecero parte del gruppo “Rivolta femminile”.

La ricerca di Carla Accardi, portata vanti soprattutto nella direzione dell’automatismo segnico, rimane una tappa fondamentale della pittura italiana del secondo Novecento. Arte astratta dunque, ma con un’idea bene precisa: «Io sono per una pittura che è veramente astratta, però con un contenuto attuale», ha detto una volta.

Addio dunque a questa grande artista, che possiamo scoprire o riscoprire dal vivo andando al Museo del 900, dove sono esposti alcuni dei suoi lavori segnici e gestuali.

 

 

105 DISEGNI DI GRANDI ARTISTI PER IL MUSEO DIOCESANO

Una nuova collezione arricchirà il già nutrito percorso artistico del Museo Diocesano di Milano. Da venerdì 24 gennaio sarà infatti possibile ammirare un nuovo lascito, esposto insieme alla collezioni vescovili e della diocesi, donato al Museo dal grande collezionista e uomo d’affari Antonio Sozzani. Centocinque disegni, perlopiù inediti, saranno esposti in maniera permanente dopo un lungo restauro che ha visto protagonisti non solo queste preziose e delicate opere, ma anche le loro cornici originali.

Sozzani, uomo di spicco della finanza milanese e grande collezionista di arte dell’Ottocento francese, su consiglio di Giovanni Testori, amico e consigliere, inizia a comprare e collezionare disegni su carta di molti significativi maestri, italiani e non, mettendo insieme una ricca collezione di cui Testori stesso assunse la guida scientifica.

Forse fu su consiglio di un altro amico, quell’Alberto Crespi già donatore dell’omonima collezione Crespi di fondi oro italiani, depositata presso lo stesso Diocesano, che Sozzani decise di donare anche i suoi disegni al Museo. Con delle clausole ben precise: i disegni dovevano essere esposti tutti e tutti insieme, con le loro cornici, e mai conservati o esposti diversamente.

La raccolta Sozzani è costituita da disegni databili dal XV al XX secolo, eseguiti da artisti principalmente italiani e stranieri, soprattutto francesi, offrendo una ricca varietà di fogli riconducibili a ‘scuole’ diverse, per epoca e geografia. Tra questi, per la sezione antica, spiccano i nomi di Matteo Rosselli, Luca Cambiaso, Bartolomeo Passarotti, Ludovico Carracci, Guercino, Elisabetta Sirani, Gian Lorenzo Bernini, Carlo Francesco Nuvolone, Francisco Goya, e altri ancora.

Cospicuo è anche il nucleo di disegni attribuiti a maestri dell’Ottocento francese e dell’Impressionismo, come Jacques Louis David, Jean-Auguste-Dominique Ingres, Camille Corot, Eugène Delacroix, Théodore Gericault, Gustave Courbet, Édouard Manet, Auguste Rodin, Edgar Degas, Pierre-Auguste Renoir, Camille Pisarro, Paul Gauguin, Vincent van Gogh.

Per il Novecento sono presenti alcuni lavori di autori quali Lucio Fontana, Jaques Lipchitz, Marcello Dudovich, Jean Cocteau, Balthus, Toti Scialoja, Graham Sutherland.

L’apertura di questa nuova sezione sarà accompagnata da un catalogo scientifico, a cura di Paolo Biscottini e Giulio Bora, che propone, oltre ai saggi introduttivi sulla storia e sullo studio scientifico della collezione Sozzani, la pubblicazione integrale dei disegni, quasi tutti inediti, corredata da una documentazione fotografica e da schede scientifiche.

La collezione Antonio Sozzani – Museo Diocesano di Milano (Milano, c.so Porta Ticinese 95) Dal 24 gennaio 2014 Orari di apertura: martedì – domenica, 10.00-18.00 (la biglietteria chiude alle ore 17.30) Ingresso: intero: € 8.00, Ridotto: € 5.00, martedì 4 euro

 

LA LENTA RINASCITA DEL MAGA DI GALLARATE

A dieci mesi dal terribile incendio che devastò il museo, il MAGA di Gallarate riapre i battenti. Sabato scorso, alla presenza delle autorità cittadine e di un grandissimo pubblico, si è svolta l’inaugurazione, che ha svelato una parte del museo restaurata e rinnovata, pronta a ospitare una mostra tutta particolare: “With a little help from my friends. Artisti per il Maga“. 180 artisti italiani, tra cui anche qualche grande nome di risonanza internazionale, hanno voluto donare un’opera destinata a essere esposta temporaneamente al museo per poi essere venduta, e i cui proventi serviranno a finanziare parte dei futuri lavori di restauro del museo.

Il progetto è sicuramente molto sentito, come dimostrano le tante decine di visitatori presenti all’inaugurazione, così come sentito da parte degli artisti è stato il bisogno e la necessità di smuovere qualcosa per ricreare “in fretta” un museo sul territorio, rovinato e distrutto da quel terribile incendio del febbraio scorso, le cui cause, ancora oggi, sono avvolte nel mistero.

Se il piano terra è stato in parte restaurato e reso pronto per l’utilizzo, la struttura nel suo complesso ancora necessiterà di tempo, soldi e attenzioni. Molto è già stato fatto con i contributi della Regione Lombardia (150mila euro) e della Fondazione Cariplo (250mila euro). Senza dimenticare la Triennale di Milano e la Villa Reale di Monza, che hanno messo in mostra la collezione permanente del museo, dando un senso di continuità e speranza alle opere d’arte che con tanta fatica sono state strappate alle fiamme.

«L’idea è quella di organizzare una mostra che permetta di riaprire il MAGA con un evento informale e discorsivo capace di far percepire il museo come un luogo davvero aperto alla collaborazione della comunità da cui è nato” – spiega Giovanni Orsini presidente del Premio Gallarate – “Le opere in mostra saranno cedute a fronte di un contributo anche modesto, i contribuiti raccolti dal Premio Gallarate avranno l’obiettivo di costituire un fondo per permettere lo sviluppo delle attività del MAGA nel 2014, e di rispondere alle necessità di recupero dello stabile. With A Little Help from My Friends è dunque il segnale di come il Premio Gallarate, come accade dal 1949, sostenga con forza la presenza di un museo cittadino dedicato alla contemporaneità e che questo museo, il MAGA, sia supportato e accolto da un’ampia comunità di artisti, curatori, ma anche appassionati di arte e cultura, in primis da Gallarate e dalla nostra regione».

Sino al 22 dicembre il MAGA ritorna a essere spazio di incontro e condivisione, con una mostra che permette non solo di acquistare arte, ma anche e soprattutto, di farlo per un’ottima e validissima causa.

MAGA – Fondazione Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea ‘Silvio Zanella’ – via De Magri, 1, Gallarate Orari: martedì – mercoledì – venerdì 11.00 – 18.30 giovedì 11.00 – 21.00 sabato – domenica 11.00 – 19.30 Chiuso il lunedì INGRESSO GRATUITO

 

PERCHÈ IL MUSEO DEL DUOMO È UN GRANDE MUSEO

Inaugurato nel 1953 e chiuso per restauri nel 2005, lunedì 4 novembre, festa di San Carlo, ha riaperto le sue porte e le sue collezioni il Grande Museo del Duomo. Ospitato negli spazi di Palazzo Reale, proprio sotto il primo porticato, il Museo del Duomo si presenta con numeri e cifre di tutto rispetto. Duemila metri quadri di spazi espostivi, ventisette sale e tredici aree tematiche per mostrare al pubblico una storia fatta d’arte, di fede e di persone, dal quattordicesimo secolo a oggi.

Perché riaprire proprio ora? Nel 2015 Milano ospiterà l’Expo, diventando punto di attrazione mondiale per il futuro, così come, in passato, Milano è stata anche legata a doppio filo a quell’editto di Costantino che quest’anno celebra il suo 1700esimo anniversario, con celebrazioni e convegni. Non a caso la Veneranda Fabbrica ha scelto di inserirsi in questa felice congiuntura temporale, significativa per la città, dopo otto anni di restauri e un investimento da 12 milioni di euro.

Il Museo è un piccolo gioiello, per la qualità delle opere esposte così come per la scelta espositiva. L’architetto Guido Canalico lo ha concepito come polo aperto verso quella varietà di generi e linguaggi in cui è riassunta la vera anima del Duomo: oltre duecento sculture, più di settecento modelli in gesso, pitture, vetrate, oreficerie, arazzi e modelli architettonici che spaziano dal XV secolo alla contemporaneità.

E l’allestimento colpisce e coinvolge già dalle prime sale. Ci si trova circondati, spiati e osservati da statue di santi e cherubini, da apostoli, da monumentali gargoyles – doccioni, tutti appesi a diversi livelli attraverso un sistema di sostegni metallici e di attaccaglie a vista, di mensole e supporti metallici che fanno sentire l’osservatore piccolo ma allo stesso tempo prossimo all’opera, permettendo una visione altrimenti impossibile di ciò che è stato sul “tetto” del Duomo per tanti secoli.

Si è poi conquistati dalla bellezza di opere come il Crocifisso di Ariberto e il calice in avorio di san Carlo; si possono vedere a pochi centimetri di distanze le meravigliose guglie in marmo di Candoglia, e una sala altamente scenografica espone le vetrate del ‘400 e ‘500, alcune su disegno dell’Arcimboldo, sopraffini esempi di grazia e potenza espressiva su vetro.

C’è anche il Cerano con uno dei “Quadroni” dedicati a San Carlo, compagno di quelli più famosi esposti in Duomo; c’è un Tintoretto ritrovato in fortunate circostanze, durante la Seconda Guerra mondiale, nella sagrestia del Duomo. Attraverso un percorso obbligato fatto di nicchie, aperture improvvise e sculture che sembrano indicare la via, passando per aperture ad arco su pareti in mattoni a vista, si potrà gustare il Paliotto di San Carlo, pregevole paramento liturgico del 1610; gli Arazzi Gongaza di manifattura fiamminga; la galleria di Camposanto, con bozzetti e sculture in terracotta; per arrivare fino alla struttura portante della Madonnina, che più che un congegno in ferro del 1700, sembra un’opera d’arte contemporanea. E al contemporaneo si arriva davvero in chiusura, con le porte bronzee di Lucio Fontana e del Minguzzi, di cui sono esposte fusioni e prove in bronzo di grande impatto emotivo.

Il Duomo è da sempre il cuore della città. Questo rinnovato, ampliato, ricchissimo museo non potrà che andare a raccontare ancora meglio una storia cittadina e di arte che ebbe inizio nel 1386 con la posa della prima pietra sotto la famiglia Visconti, e che continua ancora oggi in quel gran cantiere, sempre bisognoso di restauro, che è il Duomo stesso.

Museo del Duomo Palazzo Reale – piazza Duomo, 12 Biglietti: Intero 6 euro, ridotto 4 euro Orari: Martedì-Domenica: 10.00 -18.00.

 

 

 

 

questa rubrica è a cura di Virginia Colombo

rubriche@arcipelagomilano.org

 


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