26 febbraio 2014

cinema – THE WOLF OF WALL STREET


 

THE WOLF OF WALL STREET

di Martin Scorsese [USA, 2013, 180′]

con Leonardo Di Caprio, Johan Hill, Mattew Mc Conaughey, Margot Robbie, Jean Dujardin

 

cinema08FBThe wolf of Wall Street è un viaggio vorticoso e senza pause nello sporco sporco della finanza americana che Martin Scorsese affronta in modo estremo, attraverso la rappresentazione quasi epica della storia di un protagonista di quel mondo. Jordan Belfort, (autore dell’autobiografia che ha ispirato il film, vero broker rampante, condannato e finito in galera per frode), è ‘Wolfy’ giovane broker ambizioso, che si affaccia a Wall Street nel lunedì nero del 1987 e da lì dal niente inizia la sua scalata. Personaggio eccessivo in tutto, senza scrupoli né morale, fa scomparire nel nostro immaginario il Gekko di Michael Douglas, precedente riferimento cinematografico di quel mondo, che a confronto appare una figurina bidimensionale di trascurabile cattiveria.

Berfort è un americano (“Questo è il paese delle opportunità, questa è l’America, questa è casa mia“) con vertigini di onnipotenza, vuole successo, bella vita, denaro, fino a non sapere dove metterlo e che farne. Consapevole di ‘stare per diventare una leggenda’, determinato e carismatico al punto di essere capace di modellare la ‘corte’ di cui si circonda a sua immagine e somiglianza, dominatore di un mondo straordinariamente vorace dove il denaro è al centro di tutto, dove chi comanda e chi è comandato sta nello stesso cerchio, nella stessa area di amoralità e sopporta, anzi va in cerca di umiliazioni per soddisfare vanità (la segretaria che si fa rasare a pagamento per pagarsi il chirurgo plastico).

Tutto il film è costruito sullo sguardo e sul linguaggio di Belfort, a cui dà corpo, con fisicità da Actors Studio, un Leonardo Di Caprio perfettamente calato nella parte (ha già vinto il Golden Globe ed è in corsa per l’Oscar, ci crede talmente tanto che ha coprodotto) che incarna la rappresentazione di un’amoralità ossessiva e compulsiva, attraverso un catalogo esagerato di truffe trasgressioni e dipendenze, dal denaro, alle droghe, al sesso consumato, al linguaggio pesantemente farcito dal turpiloquio.

Scorsese è interessato alla rappresentazione esclusiva di un mondo, certo un microcosmo, alle sue dinamiche e alle relazioni che vi si sviluppano, relazioni dove sono banditi sentimenti e sensi di colpa, e lo rappresenta in maniera suntuosa con estremo realismo e verosimiglianza senza accenni di pietà e di condanna. E restituisce magistralmente un mondo che è eccezione grottesca del vero, dove tutto rimane circoscritto e confinato in un recinto, e il contesto, il fuori, il mondo della normalità, non viene rappresentato, non interessa.

Non ci sono svolte, ravvedimenti e catarsi, il giudizio morale è escluso e anche il finale resta coerente con il proverbiale ‘il lupo perde il pelo ma non il vizio’: facile che “vendimi questa penna“, diventi battuta riconoscibile e citata a profusione.

Travolgente Di Caprio e comprimari eccellenti: Matthew MCConaughey, lucido e spietato nella sua follia, e soprattutto Johan Hill, spalla umoristica del protagonista con cui è sempre in perfetta sintonia.

Colonna sonora accattivante che sottolinea con ironia le situazioni, brani di Elmore James, Bo Diddley, Sonic Youth, Devo e Gloria di Umberto Tozzi che accompagna il grottesco naufragio.

Hellzapoppin

questa rubrica è a cura di Anonimi Milanesi

rubriche@arcipelagomilano.org



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