26 febbraio 2014

sipario – SFAVILLANTI JEWELS ALLA SCALA


 

SFAVILLANTI JEWELS ALLA SCALA

Il prossimo 9 marzo al Teatro alla Scala di Milano ci sarà la Prima di Jewels, un particolare trittico di danza firmato George Balanchine. Grandissime le coppie di artisti ospiti, Natal’ja Osipova e Ivan Vasil’ev, principal all’ABT (American Ballet Theatre) ed étoile al Teatro Michajlovskij di San Pietroburgo, e poi Polina Semionova, prima ballerina alla Staatsoper di Berlino, con Friedemann Vogel, principal allo Stuttgarter Ballett.

sipario08FBGeorge Balanchine ricorda di essere un «Orientale dalla Georgia caucasica» e che quindi «ha sempre amato i gioielli […] e ama i colori delle gemme e la bellezza delle pietre preziose sui costumi di scena». Quando nel 1964 conobbe il gioielliere Claude Arpels, che gli mostrò il proprio atelier sulla Quinta Strada (5th Avenue) di New York, Balanchine ebbe l’idea per un balletto dal titolo Jewels (gioielli). Inizialmente l’idea comprendeva un balletto in quattro parti, dedicati alle pietre più preziose, Emeralds (smeraldi) su musica di Gabriel Fauré, Rubies (rubini) su musica di Igor’ Stravinskij, Diamonds (diamanti) su musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij e Sapphires (zaffiri) sulla musica dodecafonica di Arnold Schoenberg. Tuttavia, il colore degli zaffiri non è adatto al palco e alle luci di scena, per cui decise di ridurre a un trittico, dedicandolo alle tre ‘scuole’ (fisicamente intese, ma anche metaforicamente come ‘stili’) di danza che hanno formato il grande coreografo: la scuola francese dell’Opéra di Parigi, la scuola americana da Balanchine stesso fondata del New York City Ballet (NYCB) e la scuola ‘imperiale’ di San Pietroburgo (quando ancora era sotto gli zar).

Emeralds è una coreografia arrangiata su Pelléas et Mélisande e Shylock di Fauré, è danzata da due coppie principali e da dieci ballerine di corpo di ballo. Le donne vestono con con degas vergi, i tutù lunghi al polpaccio e morbidi (quelli di Giselle), tipici del romanticismo francese. Le danze si caratterizzano per la delicatezza, la leggerezza e la quasi trasognanza (nel senso filosofico che gli attribuisce il surrazionalista francese Bachelard) delle pose e dei passaggi sia nei pas de deux sia nella coda, richiamando la Francia dell’eleganza e delle raffinatezze del tardo Ottocento. In questa prima parte si esibiranno i solisti e il corpo di ballo interni del Teatro alla Scala.

Rubies è arrangiata sul Capriccio per piano e orchestra di Stravinskij e rappresenta la frizzante e ‘nuova’ America, piena di luci, vitalità e musical. Le danzatrici, compresa quella della coppia principale, vestono, infatti, solo un body rosso acceso (con un cortissimo gonnellino arricciato) su collant e punte bianche. Rispetto al precedente pezzo, Rubies si caratterizza subito per esplosività: gli atletici passi della tecnica Balanchine sono qui più evidenti (come l’estroflessione del bacino o le gambe sollevate agilmente a 180°). Il “capriccio” si evidenzia nella fantasia dei passaggi e apparente libertà dei movimenti grazie a un ritmato picchiare sul pianoforte. Per questo pezzo la coppia principale alla Prima scaligera sarà formata dai giovanissimi e da poco americanizzati Natal’ja Osipova e Ivan Vasil’ev, che nel loro cavallo di battaglia, il Don Chisciotte, sono già abituati alla vitalità dei personaggi di carattere e alla mimica evidente del volto e delle braccia.

Diamonds è arrangiata sulla Sinfonia nº 3 in Re maggiore di Čajkovskij, è danzata da una coppia principale alcuni solisti e un ampio corpo di ballo, per un totale di trentaquattro danzatori. Le ballerine vestono i tardoromantici tutù a disco (quelli dei cigni nel Lago dei cigni): il grande numero di comparse in scena, insieme al tutù a disco e ai virtuosismi tecnici, ricorda la grande stagione zarina di Petipa presso i Teatri Imperiali di San Pietroburgo e Mosca. Infatti, la coreografia è disegnata con ensemble del corpo di ballo e dei solisti, pas de deux della coppia principale, ensemble con variazioni dei ballerini principali e superba polonaise (polacca) finale di tutti i danzatori. La danza della coppia principale è caratterizzata dal virtuosismo tecnico nella migliore tradizione russa (che ancora oggi permane) e sarà interpretata da Polina Semionova e Fridemann Vogel, due giovani e atletici danzatori in Germania, già da tempo amici e ospiti del Teatro alla Scala di Milano.

Domenico G. Muscianisi

questa rubrica è a cura di Emanuele Aldrovandi e Domenico G. Muscianisi

rubriche@arcipelagomilano.org



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