26 febbraio 2014

la posta dei lettori_26.02.2014


Scrive Elisabetta Bruno a Dede Mussato – Ottimo l’articolo di Dede Mussato lo condivido in pieno. La carenza comunque di senso civico nella massa degli italiani (furti di piante in fiore imbrattamenti di panchine ecc.) mette nello sconforto qualsiasi persona che sia il cittadino qualunque o un autorità preposta a far sistemare e rispettare i nostri spazi esterni.

 

Scrive Paolo Delmartello ad ArcipelagoMilano
Sull’ultimo numero leggo con interesse i due articoli sul “mistero doloroso delle multe” e sull'”arredo urbano”. Molto bene: bene anche – da parte di ArcipelagoMilano – occuparsi de minimis: occorre forse partire di lì. Le strade le piazze i marciapiedi le aree pedonali invasi da automobili motorette biciclette contribuiscono, e non poco, a rendere Milano una “brutta e mal combinata città”.

È vero che le multe dovrebbero servire a migliorare innanzitutto i comportamenti dei cittadini: ma è verissimo che le multe non vengono date se non occasionalmente alle automobili. E ciò anche in Area C: mi capita di passare spesso per la cosiddetta area pedonale di via Brera. Che nel pezzetto che precede la telecamera (unico strumento davvero efficace) è ormai diventata un imbarazzante parcheggio selvaggio di SUV, Mercedes e BMV rigorosamente enormi e inevitabilmente nere o blu. Con predominio di targhe tedesche, svizzere, lussemburghesi, monegasche. Mai un vigile, mai una multa. Le motociclette e le biciclette sono guardate – giustamente – con un occhio di riguardo. Ma talvolta anch’esse intralciano il passo a “utenti deboli” dei marciapiedi.

Dal che sollecitazioni a collocare nuove rastrelliere: che inducono, prima della speranza, il terrore di veder spuntare nuove rastrelliere in stile assiro babilonese. Che si aggiungeranno a panettoni di cemento, pali, panchine. E alle fioriere (destinate a diventare mini discariche) con piante che, quando non ridotte a ramaglia secca, testimoniano la tristezza del bambù metropolitano e la tragedia esistenziale del lauroceraso. Ottimo quindi e pienamente condivisibile anche l’articolo sull’arredo urbano. Bene così. Grazie.

Scrive Alessandro Sacco ad ArcipelagoMilano – La favola di Giuliano. C’era una volta un bella campagna elettorale, fatta di tante cose belle, di belli intenti, fatta di sogni, Milano più verde e più vivibile, aria pulita, piste ciclabili, polmoni verdi, un vera rivoluzione che al grido di liberi tutti metteva fine ad una delle peggiori giunti che Milano abbia mai visto, la giunta Moratti. Ed ecco come per incanto o come consuetudine che le parole rimangono li, scritte nere su bianco, sopra dei fogli dei volantini a testimonianza di ciò che voleva fare, ma che non è successo!

Ma la colpa è di chi è venuto prima, poi di quello prima ancora alla fine la colpa non è di nessuno, ma le scuole cadono a pezzi, gli ospedali sono in uno stato pietoso, il lavoro sparisce, la gente si arrabbia, il verde viene soffocato dal cemento, l’aria diventa fitta e puzzolente, le tasse aumentano, tutte, ma non è colpa di nessuno, ci sono le logiche e la politica, i dibattiti, le convention, ci sono le mediazioni, le congiunture, le sinergie e dalla altra parte c’è solo il cittadino. In questo contesto imbarazzante da quarto e quinto mondo, arriva Expo, la grande occasione per rilanciare Milano, Lavoro, Bio-diversità, vita sostenibile, un grande evento, nutrire il Pianeta, e anche qui purtroppo, ancora, nuovamente si ripete lo stresso triste e straziante copione delle parole, degli intenti che non si trasformano mai in realtà di vere e proprie Menzogne raccontate ai cittadini.

A un certo punto dell’affare Expo viene nominato Dio, Giuseppe Sala, da un presidente del Consiglio non votato da nessuno, il quale in virtù di poteri speciale e bacchetta magica, infrange leggi ambientali con un silenzio-consenso vergognoso delle istituzione e dell’opinione pubblica, declassa dei parchi verdi, delle Aree di foresta urbana a terreni industriali, e tutto ciò per rendere più bello il sito di una manifestazione che durerà sei mesi. La favola di Expo diventa follia umana, diventa silenzio e impotenza di molti politici diventa rabbia e sgomento dei cittadini.

È incostituzionale il decreto di Questo commissario con poteri speciali, si pone al di sopra dell’ambiente e della salute pubblica e ci sono purtroppo molte, troppe persone che non hanno il coraggio e la forza di opporsi a quella che a tutti gli effetti è un offesa per l’intelligenza umana. Oggi si declassano dei parchi per costruire una fogna, si bucano montagna in nome del progresso, si gioca con la leggi e si trova sempre il modo per aggirarne il significato, tra un po’ qualche altro commissario con poteri speciali deciderà di costruire sul mare oppure togliere qualche parco naturale per fare dei posteggi. Vietiamo i commissari straordinari e adottiamo i cittadini ordinari, che sono più responsabili, più attenti al verde, meno costosi e molto , molto più capaci.

 



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