19 febbraio 2014

IL MISTERO DOLOROSO DELLE MULTE: VIA DA SAN FRANCISCO DIREZIONE IL CAIRO


Queste riflessioni sulle multe, spiace essere autoreferenziali, sono state fatte identiche anche “Letizia Moratti regnante”. Ma nulla è cambiato, da qui il mistero doloroso. A cosa servono le multe alle automobili? A cambiare i comportamenti degli automobilisti, non certo a fare cassa per il Comune. Se le multe fossero davvero efficaci, e quindi gli automobilisti fossero disciplinati, i ricavi si avvicinerebbero allo zero. Un’ovvietà ben nota agli spietati vigili americani.

05ponti07FBPer sapere se l’azione “disciplinatrice” è efficace, c’è però una condizione minima e irrinunciabile: sapere pressappoco il numero delle infrazioni “prima della cura”, e vedere poi come evolvono, tipologia per tipologia (soste vietate, passaggi col rosso, limiti di velocità ecc.). Difficile? Facilissimo! Non occorre contarle tutte (non si fa mai nelle rilevazioni statistiche). Basta fare un solido campionamento, e periodicamente rinnovarlo (foto aeree e a terra, telecamere piazzate per periodi limitati ecc.). Costa poco, con gli strumenti tecnici attuali. Poi occorre ovviamente rendere pubblici sia i risultati sia le azioni conseguenti, per un ovvio controllo democratico e mediatico dell’azione. Tra l’altro solo questo avrebbe già effetti dissuasivi-educativi (con un minimo di virtuosa minaccia implicita: “guardate saremo più severi …”). Ma queste rilevazioni non si fanno MAI. Perché? Ci torneremo.

Dichiarare solo il numero di multe fatte, come accade ora, è privo di senso se non si sa a quante infrazioni si riferiscano: due milioni di multe all’anno per sosta vietata? Ridicolo, se ci sono, come ci sono, 100.000 macchine in sosta vietata e altrettante in doppia fila al giorno (ma sono probabilmente molte di più). Poi c’è un’ovvia verifica intuitiva: i comportamenti dei milanesi non cambiano affatto, sembrano anzi peggiorare, fuori dalla sacra e privilegiata area C. Di nuovo, spiace ricorrere a casi personali, ma non ci sono alternative. Ci sono aree con divieti di sosta vistosi con auto in sosta perenni, anche a ferragosto. È considerato normale sostare sulle rotatorie, creando gravi situazioni di pericolo, a causa della riduzione della visibilità. Non ho MAI visto dare una multa a un motociclista, per demenziale che sia il suo comportamento (ne muoiono più di 13 volte tanti rispetto agli automobilisti). Se passo col giallo, con vivi rimorsi, due auto dietro di me passano col rosso.

Ora, in seguito a cosa cambiano i comportamenti? In relazione al costo statistico della sanzione, cioè quanto costa la multa diviso la probabilità di prenderla. Le nostre multe sono salate, nella media internazionale. Allora, come mi è stato spiegato da un vigile che mi ha multato, il perché non cambiano i comportamenti è dovuto al fatto che le probabilità di prenderle, fuori dal centro, sono bassissime, per mancanza cronica di vigili addetti a questa funzione.

E qui emerge il fitto mistero: se il valore medio di una multa si aggira sui 40€, basterebbe che ogni vigile aggiuntivo facesse 10 multe al giorno (due ore di lavoro? … forse meno) per 200 giorni, per far incassare al comune 80.000 euro l’anno, fino alla mitica scomparsa delle infrazioni stesse, probabilmente non imminente. Per non parlare poi dei possibili rilevatori automatici delle auto in sosta vietata, le telecamere ai semafori ecc. .

Per inciso, rendere le sanzioni certe come avviene nella patria dell’auto, gli Stati Uniti, avrebbe effetti persino più drastici sul traffico che la ventilata estensione dell’Area C, e in più: non costerebbe quasi nulla (anzi, il comune ci guadagnerebbe molto, come abbiamo visto), estenderebbe comportamenti civili anche alle periferie, sarebbe un segnale che le norme non valgono solo per i fessi, ridurrebbe gli incidenti.

Che cosa concludere? Vediamo gli attori principali della partita: i vigili, comprensibilmente, non amano dare le multe, li renderebbe molto impopolari, né sembra opportuno trasformarli in “cacciatori di taglie” rendendoli partecipi ai ricavi in termini percentuali. I commercianti, grandi protagonisti con i loro clienti, delle soste in doppia fila, certo non sarebbero contenti. L’immagine di un comune “repressivo” non paga, fu celebre il manifesto di un partito di centro destra che sotto elezioni chiedeva “meno multe”.

Fare norme severe ottiene molti consensi, ma non farle rispettare almeno altrettanti, è una prassi molto italiana. In sintesi: non sembra esserci, come non c’era nell’amministrazione precedente, la volontà politica di dare le multe misurando i risultati. Fa parte del nostro graduale avvicinarsi al Cairo e allontanarsi da San Francisco … .

Marco Ponti



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