12 febbraio 2014

IL DOPO EXPO. SENZA CHIAREZZA NON SI VA DA NESSUNA PARTE


L’Expo 2015 già ora sta mettendo in luce la valenza emblematica, per l’intero paese, propria del territorio che dovrebbe definirsi come Grande Milano. Così emerge l’ambivalenza della capacità d’intuizione, relazione, innovazione e rischio dentro i mercati internazionali insieme alla zavorra della speculazione a breve, meglio se immobiliare. Eppure tre elementi dovrebbero metterci in guardia: l’eredità a volte desolante dei territori interessati dalle esposizioni universali, centrali durante la manifestazione e poi ai margini del loro stesso contesto urbano. Il secondo sembra già costituire un esempio di eredità inutile e devastante, la “via d’acqua”, il finto Naviglio, il presunto strategico canale irriguo, in diverse parti tombinato, che è stato presentato come tracciato immodificabile ai cittadini, che nei decenni hanno dato corpo ai parchi Pertini, delle Cave e di Trenno, oltre al Bosco in Città fatto da Italia Nostra.

09cortiana06FBPer rendere la bonifica e la messa in sicurezza più semplici Expo, avvalendosi penso dei poteri speciali del commissario, ha classificato la zona di passaggio da verde a industriale (e il PGT del Comune di Milano dove è?). All’intensa mobilitazione in corso è stato detto che se i cittadini lasciano partire i cantieri saranno possibili mitigazioni concordate, altrimenti la questione diventerà un problema di ordine pubblico. Se il buon giorno si vede dal mattino … .

Il terzo emerge dal Rapporto della Commissione Europea sulla corruzione: il costo per l’Italia ammonta a 60 miliardi annui. La metà dell’intera Europa.

Perché Expo costituisca un’opportunità capace di produrre valore nel tempo è necessaria una buona bussola orientata all’interesse generale di queste e delle future generazioni. L’interesse pubblico perciò deve caratterizzare il concorso e le energie anche dei privati, imprese, università e fondazioni, i quali realizzeranno solide azioni economiche proprio perché parte di una matrice capace di coniugare innovazione, sostenibilità, qualità, bellezza, partecipazione. Noi proponiamo la costituzione di una Fondazione di Partecipazione per coniugare al meglio la visione strategica e l’efficacia operativa. Questi sono i caratteri dello svolgimento in continuità di un tema tanto tempestivo quanto ambizioso come “Nutrire il Pianeta. Energia per la vita”. Il sedime dell’Expo è contiguo al Parco Agricolo Sud Milano, una delle cinture agroalimentari multifunzionali europee, dove dai Cistercensi a Leonardo ha preso corpo la competenza nella regimazione delle acque. La ricucitura e la qualificazione del tessuto territoriale periurbano dell’area Expo deve accompagnare la tessitura di relazioni per la condivisione di conoscenze propri delle filiere energetiche e agroalimentari.

Questo avviene se si ha consapevolezza della propria storia. La nostra azione deve fare i conti con la peste della corruzione, Carlo e Federico Borromeo fecero i conti con quella bubbonica ma seppero dare corpo alla natura costitutiva dell’identità di Milano, alla sua funzione e al suo ruolo. L’istituzione della Biblioteca Ambrosiana, della Pinacoteca e dell’Accademia Ambrosiana del disegno, ha costituito il retroterra culturale e il luogo per un incontro fecondo tra arte e artigianato qualificato. L’accessibilità alla conoscenza, la possibilità di formazione, la creazione di connessioni tra esperienze e competenze diverse, non rappresentano forse anche oggi uno dei compiti della costituenda Grande Milano? L’incontro tra culture e l’attitudine cosmopolita non costituiscono forse la caratteristica pregnante della milanesità? I milanesi lo sanno, come conferma l’indagine IPSOS promossa da COMIECO: l’80% di loro apprezza la scelta di Milano per l’Expo e l’86% pensa che esso servirà per la sua immagine, l’economia, le infrastrutture e i trasporti.

Così se sono comprensibili l’ansia per i tempi di realizzazione e lo sconcerto per la via d’acqua qua e là tombinata, risulta evidente l’aspettativa concreta e pragmatica milanese che chiama ognuno ad adeguare la propria responsabilità. Expo non deve essere una giostra che porta le sue attrazioni e se ne va, ma una grande occasione per attivare reti glocali: reti sociali, reti, imprenditoriali, reti digitali, nelle quali la relazione tra economia e società si fondi sulla condivisione della conoscenza. Da qui la proposta di un Parco Urbano della Conoscenza concentrato sulle filiere della nutrizione, quindi dell’agroalimentare, e dell’energia in questa terra d’acqua, quindi idroelettrico, pompe di calore, bioarchitettura, teleriscaldamento, domotica ecc. Sono preziose e coerenti le proposte di Assolombarda per un polo tecnologico. Insieme alle funzioni di formazione, d’incontro tra creatività e credito, d’incubazione d’imprese, di ricerca, l’area dovrà ospitare attività espositive, spettacolari, di ricreazione, di ristorazione e commerciali che trovano una coerenza nella continuità dei temi dell’Expo e nella sostenibilità infrastrutturale. Pensiamo a uno stadio polifunzionale e ai suoi spazi, alle attività sportive, alle esperienze di bioingegneria, di metodica dello sport e di alimentazione.

Si stabilirebbe così un’immediata relazione con le esperienze accademiche e imprenditoriali di ricerca milanesi e con centri in piena risignificazione come la Villa Reale di Monza e i suoi giardini, il Parco Agricolo Sud, il Parco del Ticino e quello dell’Adda. Il Parco Urbano della Conoscenza come nodo interdisciplinare in una piena relazione con il territorio locale e globale, capace di produrre ricerca e intrapresa così come una divulgazione di qualità. Per questo, a partire da una matrice fondata sul sapere e sulla sapienza agricola, idrogeologica, tecnologica, propria della Lombardia, la sua definizione progettuale sarà aperta e partecipata. Questo riguarda le facoltà, le associazioni degli agricoltori e dei consumatori, il MUSIL di Brescia con il suo museo interattivo sull’energia idroelettrica in Valcamonica. Così come tutti gli stakeholders interessati, locali e globali che siano, dalle due filiere di continuità dell’Expo che ricompongono l’abbraccio tra sfera antropologica e sfera biologica la cui separazione presenta i suoi nodi al pettine del pianeta.

Un’area aperta e permeabile dunque, capace di svolgere una funzione di animazione con reti globali e locali, un progetto aperto che si avvarrà delle piattaforme digitali per la partecipazione informata alla sua definizione. HORIZON 2020 è Programma Quadro europeo per la Ricerca e l’Innovazione 2014 – 2020, supporterà l’UE nelle sfide globali fornendo a ricercatori e innovatori gli strumenti finanziari necessari alla realizzazione dei propri progetti e delle proprie idee. HORIZON 2020 si fonda su tre pilastri:

– l’eccellenza scientifica, per sostenere il lavoro dei migliori ricercatori europei in tutti i settori scientifici, tecnici e accademici e mettere l’eccellenza al centro della ricerca europea;per promuovere la ricerca di frontiera avviata interamente su iniziativa dei ricercatori con un approccio “bottom-up”.

– le industrie competitive, dall’ICT alle biotecnologie, dalle nanotecnologie ai nuovi materiali, al sostegno alle piccole e medie imprese.

– le nuove sfide per la società, salute, demografia, benessere, quindi sicurezza e sostenibilità alimentare, bioeconomia, energia e trasporti puliti e sicuri, inclusività sociale, innovazione.

Tre pilastri europei che sembrano fatti per dare corpo al Parco della Conoscenza Condivisa. Un buon Expo è tale se iniziamo a occuparci subito e bene del dopo, questo significa avere una visione strategica e dare un senso alla Grande Milano città metropolitana. È nella storia di questa Grande Milano, nel suo essere cosmopolita e nodo globale, ma non è scontato, non sarà automatico, occorrono una consapevolezza profonda da parte dell’opinione pubblica e di tutti gli attori interessati, affinché l’ambivalenza che ci zavorra si risolva, win win, nell’interesse generale e sia capace di futuro per i nostri figli.

Che i cittadini di buona volontà prendano la parola allora, che si esprima un’opinione pubblica avvertita, che creino le condizioni per una partecipazione informata al processo deliberativo, alla creazione di futuro, com’è stato nei migliori momenti.

Fiorello Cortiana

IL DOPO EXPO

Marco Vitale PARCO URBANO DELLA CONOSCENZA. IL FLOP DI UN EXPO SENZA UN VERO DOPO



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