5 febbraio 2014

sipario – BOL’ŠOJ, OPÉRA E SCALA: GRAN GALA A MILANO


 

BOL’ŠOJ, OPÉRA E SCALA: GRAN GALA A MILANO

Ieri 3 febbraio il Teatro alla Scala ha ospitato gli allievi di due delle più prestigiose accademie di danza al mondo, gli allievi della Accademia Coreografica Nazionale di Mosca (meglio nota come Accademia del Teatro Bol’šoj) e gli allievi della Scuola di Danza dell’Opéra National di Parigi, che hanno danzato insieme agli allievi dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano un gala per festeggiare i 240 anni della fondazione dell’Accademia del Bol’šoj.

sipario05FBLa serata ha presentato un programma d’eccezione tratto dal repertorio classico e da quello contemporaneo sulle note dell’Orchestra dell’Accademia della Scala diretta da David Coleman.

Hanno aperto il gala gli allievi scaligeri con la suite – ormai classica del loro repertorio – tratte da Paquita di Marius Petipa, nelle riprese coreografiche della Maestra Tat’jana Nikonova. È seguita la muscolare coreografia The Unsung di José Limón (messicano, naturalizzato statunitense), danzata da soli uomini e dedicata alla ‘non cantata’ situazione dei Nativi americani. Il titolo ‘non cantato’ (un-sung in inglese) potrebbe far riferimento anche all’assenza di musica, solo i passi dei danzatori tengono il tempo e fanno musica, come nelle tradizionali danze amerindie.

In mezzo il ‘festeggiato’, gli allievi del Bol’šoj si sono esibiti nel difficile ed elegantissimo Adagio della rosa, tratto dalla festa di compleanno di Aurora nel primo atto della Bella addormentata di Čajkovskij, nella versione classica di Marius Petipa. Il virtuosismo e la precisione che ha sempre contraddistinto la ‘scuola russa’ hanno dato sfoggio anche tra i ragazzi, che hanno reso bene il clima della fiaba di Perrault. Sulle note barocche di Bach gli allievi moscoviti hanno danzato morbidamente e poeticamente la coreografia di un ex allievo Scala, Davide Bambana, dal titolo Fragment from Cembalo Concerto, creata nel 2006 per il New York City Ballet.

A loro hanno fatto seguito gli allievi dell’Opéra con il famosissimo pas de quatre dei piccoli cigni – quello in cui le quattro ballerine tenendosi incrociate per mano danzano un piccolo allegro – tratto dal secondo atto del Lago dei cigni di Čajkovskij nella versione ‘a lieto fine’ di Vladimir Bourmeister, la versione che più appartiene al repertorio scaligero, seconda solo a quella di Nuriev.

Lo scettro ripassa all’Accademia ospite con il difficilissimo gran pas d’amour di Marius Petipa dal secondo atto del Corsaro (meglio noto come Le Corsaire Pas de deux), pieno di virtuosismi, nessuno dei quali è stato scontato ai due giovani interpreti dell’Accademia del Teatro alla Scala.

Infine, il direttore della scuola scaligera, Frédéric Olivieri, ha ideato il Gran finale sulle musiche di Carl Czerny, in cui hanno preso parte tutti gli allievi delle tre prestigiose accademie.

Lo spettacolo è stato una grande occasione per vedere il lavoro che si svolge nelle accademie di danza, il grande impegno che prende e il professionismo dei giovani e giovanissimi allievi e apprendisti danzatori. L’internazionalizzazione è un elemento chiave nel mondo dello spettacolo, del teatro d’opera e della danza in particolare, che fin dagli albori nella mobilità ha visto la sua chiave di forza. Il legame che lega La Scala all’Opéra e al Bol’šoj è più antico e intricato di quello che si immagina. Per l’Opéra (francese) il suo repertorio è quello di Nuriev (russo) e viceversa per gli ex Teatri Imperiali, Mariinskij e Bol’šoj, (russi) il repertorio è quello di Petipa (francese); per Opéra e Bol’šoj il Maestro di danza è Enrico Cecchetti (italiano e scaligero di adozione); alla Scala (italiana) il direttore della scuola è Olivieri (francese) e quello del corpo di ballo è Machar Vaziev (russo). Insomma, un grande mescolamento di arte e di lingue, che forse sarebbe stato interessante (e più semplicemente bello) evidenziare con più coreografie, magari create ex novo, proprio per esaltare gli scambi e il lavoro comune tra gli allievi delle tre scuole. Era infatti divertente nei giorni scorsi vedere sui social network come gli allievi delle tre scuole si ‘spiassero’ a vicenda, pubblicando le foto di backstage, di sala prove o anche le lezioni che gli allievi parigini, moscoviti e milanesi svolgevano assieme.

 

Domenico Giuseppe Muscianisi

 

questa rubrica è a cura di Emanuele Aldrovandi e Domenico G. Muscianisi

rubriche@arcipelagomilano.org



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