29 gennaio 2014

cinema – CARLO MAZZACURATI: TRE RITRATTI


 

CARLO MAZZACURATI: TRE RITRATTI

Mario Rigoni Stern, Andrea Zanzotto, Luigi Meneghello

documentari di Carlo Mazzacurati, Marco Paolini (1999 – 2002)

 

cinema04FBLa scorsa settimana ci ha lasciati a 57 anni, Carlo Mazzacurati, autore sensibile e originale del nostro cinema, narratore delle piccole e grandi umanità della provincia, soprattutto del Nord Est, leggero nel tocco, e profondo nello sguardo, pieno di comprensione e affetto per i suoi personaggi comuni, sempre lontani dal cliché dell’eroe e dagli stereotipi della modernità.

Sono tante le sue storie per immagini che vale la pena rivedere, tanti i caratteri che si fanno ricordare: dall’avvocato trapiantato nella valle del Po di ‘Notte Italiana‘, ai ladri pasticcioni e malinconici de ‘ La Lingua del Santo‘, alla giovane maestra Mara e al meccanico nordafricano Hassan de ‘La giusta Distanza‘, alla prostituta dell’est Vesna, interpretati dai migliori attori del cinema italiano che davanti al suo sguardo, nella macchina da presa restituivano una naturalezza e una semplicità di recitazione disarmante che conquista lo spettatore.

Ma mi piace anche ricordare il Mazzacurati più inconsueto: il documentarista, che sceglie di raccontare tre persone straordinarie ricostruendo intorno a loro un ‘atmosfera di intimità confidenziale lontana dalla celebrità.

Tra il 1999 e il 2002, Carlo Mazzacurati gira Tre Ritratti, documentari , con protagonisti tre grandi scrittori veneti del ‘900: Rigoni Stern, Zanzotto e Meneghello. I documentari sono prodotti dalla sua casa di Produzione la Vesna Film e distribuiti da Fandango. Tre narrazioni davanti alla macchina da presa, conversazioni quasi private che raccontano la vita vera, i ricordi, la letteratura e la passione civile di tre uomini unici. A raccogliere le loro parole Mazzacurati chiama Marco Paolini, grande virtuoso della parola che ha scritto e interpretato sfide d’impegno civile importanti, che qui si mette in ascolto e sollecita con discrezione lo scrittore o il poeta, lasciando ampi spazi alle parole di chi ha davanti.

Pur non avendo carattere didattico, forse se questi film potessero circolare nelle scuole, gli studenti adolescenti riuscirebbero ad avvicinarsi con simpatia e curiosità alla letteratura di questi scrittori, senza timore reverenziale, ma scoprendone la grande e semplice umanità.

Mario Rigoni Stern (Asiago, 1 novembre 1921 – Asiago, 16 giugno 2008) si racconta d’inverno, in un rifugio in montagna. Racconta la guerra, la sua guerra da giovane soldato, il ritorno a casa e la difficoltà di rientrare in una vita ‘normale’. Racconta come ha scoperto la scrittura (con grande modestia ricorda “quando, dopo che avevo pubblicato il ‘Sergente nella neve‘, venivo quasi considerato uno scrittore”), parla dei suoi luoghi, l’Altopiano di Asiago, della natura, del mestiere del contadino (definendolo più intellettuale di altri) .

Andrea Zanzotto (Pieve di Soligo, 10 ottobre 1921 – Conegliano, 18 ottobre 2011) si svela con misura e lentezza, all’interno della sua casa seduto alla sua scrivania, con tanti libri davanti. Comincia parlando del tempo, del vento in particolare, dichiarandosi ‘metereodipendente’. Natura e paesaggio sono sempre presenti nell’intervista come nei suoi testi poetici: i suoi versi sono accompagnati dalle immagini della natura dei suoi luoghi, acque, torrenti, alberi, nuvole, pezzi di quel paesaggio, che per lui “è prima di tutto una grande offerta, un immenso donativo”, centro mobile con l’uomo dentro, dove possiamo essere nascosti, oppure davanti, oppure immersi. Un paesaggio che merita di essere amato incondizionatamente, che ci punge e accoglie le nostre ferite. Altre immagini che fanno da contrappunto alle parole del poeta: sequenze di strade di paese, vuote o con presenze silenziose di persone ritratte non viste, cifra dello sguardo di Mazzacurati. E poi ancora parole e profonde citazioni sulla Poesia, arte psicoterapeutica (e anche addormentatrice) e sui versi di altri, come Petrarca, Orazio, e sulla Storia.

Luigi Meneghello, (Malo, 16 febbraio 1922 – Thiene, 26 giugno 2007), lo scrittore dei ‘I Giovani Maestri‘, nell’intimità della sua casa ricostruisce  attraverso i suoi libri, conparticolari note curiose, scene di vita di un tempo episodi dell’infanzia, della giovinezza, il fascismo, la resistenza nelle colline vicentine. Con ironia e grande piacere nel riscoprirsi e raccontarsi.

Restano tre ritratti incisivi e d’autore, girati con grande cura, e altrettanto ben fotografati e montati. Con grande rispetto della persona, dell’uomo, prima che dello scrittore o del poeta che Mazzacurati aveva di fronte e si apprestava a far parlare di sé. Senza nessuna invadenza o orpello, con grande semplicità e profondità, che Carlo Mazzacurati sapeva combinare insieme con naturalezza e tocco lieve ma acuto. Quel suo sguardo leggero e profondo insieme ci mancherà. E parecchio.

Adele H.

Il ritratto di Zanzotto si trova anche in rete. http://www.youtube.com/watch?v=J-DqfNePGVw

 

 

questa rubrica è a cura di Anonimi Milanesi

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