15 gennaio 2014

DISAGIO MENTALE: MILANO VANTA PERLE. DA UNIRE IN COLLANE


Con «una serata di informazione, musica e teatro dedicata alla cultura dell’inclusione e alla funzione terapeutica del teatro», a metà dicembre il teatro sociale di Lucia Vasini è sbarcato a Milano. Nel suo speech a UnaTalks Lucia lo presentava così: “Sono attrice, lavoratrice nell’ambito dello spettacolo, e da tredici anni mi occupo di teatro sociale … teatro di utilità sociale. Chiedo costantemente aiuto alle istituzioni, e provoco simpatia e tenerezza ma ancora per il momento non ho ottenuto finanziamenti. Peter Brook diceva “se non ottieni finanziamenti … prendi un tappetino e fai da sola: inizia”; e io l’ho fatto: dovunque organizzo corsi; da dieci anni lavoro con psichiatri e pazienti PSI, realizziamo spettacoli, video, film …

09omodoeo02FBIl metodo che uso è lo stesso che utilizzo con gli aspiranti attori – si ispira al concetto omeopatico – veleno su veleno. Ogni difetto, paura, blocco viene evidenziato e ampliato: è un percorso che ti aiuta a diventare consapevole di ciò che mostri agli altri. Una specie di psicocommedia. Utilizzo tutto per arrivare a creare un personaggio-maschera comico. Cerco di lasciarmi andare all’ascolto e prego perché gli angeli mi portino idee e intuizioni … se l’obiettivo è puro, se si lavora sull’essere, sull’esperienza, sulla verità, arrivano delle idee.“.

Vero – ma detto con serietà da un lato e amaro sarcasmo dall’altro. Perché occhio a chi promette certi scenari: qui puntualissima, nel discorso di Lucia, partiva una bordata contro i metodi della spiritualità fai da te (a salato pagamento). Per dirne una. Infatti il malessere psicologico conduce quasi sempre in una prospettiva di paura che i metodi convenzionali di cura non possono certo debellare rapidamente. Persone che non trovano un ancoraggio – pur nelle peregrinazioni fra psichiatri e psicanalisti – perdono il filo e, nell’ansia di trovare soluzioni, possono iniziare percorsi catastrofici di continui passaggi dalla padella nella brace.

Da questi rischi salvano quelle situazioni che, a partire da una solida professionalità, mettono in campo solidarietà, esperienza, affetto, comunicazione. Si, affetto, comunicazione: parliamo di metodi che ricorrono, come primario strumento terapeutico, alla potente risorsa della relazione.

Il progetto di Lucia Vasini promuove la funzione sociale del teatro nella lotta ai disagi mentali portando sul palco i pazienti e coinvolgendo, in continua interazione (potremmo dire osmosi), psichiatri, psicanalisti e artisti. Attivo già da molti anni in Emilia Romagna, dove viene sempre riconfermato per i suoi comprovati successi, a Milano non aveva mai trovato sostegni concreti. Ma oggi sembra che l’attenzione dell’amministrazione si sia svegliata; l’assessore alle Politiche Sociali Majorino, intervenuto alla serata di presentazione, ha dato il suo pieno appoggio annunciando che la città metterà a disposizione la Casa dei Diritti.

A Milano si muovono in tutti i campi moltissime attività di volontariato e singole persone che fanno miracoli cercando di supplire alle carenze del pubblico. Ma nell’ambito della lotta al disagio mentale vorrei citare, oltre a Lucia Vasini, in particolare Beatrice Bergamasco e Fabiola De Clerq.

Tre donne milanesi che nella nostra città hanno portato, con le rispettive associazioni (da molti anni Progetto Itaca e ABA Associazione Bulimia Anoressia, e ora ArteperVivere fondata da Vasini con Cristina Pecchioni), tre punte di eccellenza. Sono strutture che affrontano lo stesso problema accerchiandolo da diverse prospettive. Cos’hanno in comune? La cura della relazione. La forza che nasce da quella dedizione che, sola, scaturisce da una vera empatia. L’attenzione. La serietà garantita dalla capacità di interagire con le migliori risorse professionali attive nei rispettivi campi.

È da augurarsi che, sul filo che le lega, si riesca a costruire un gioiello di interazione che, nel futuro, potrebbe portare a risultati ancora più efficaci come risultato di attività integrate fra di loro. Un gioiello di cui il Laboratorio – Milano, e questa amministrazione, potrebbero ben andare fieri.

 

Serena Omodeo Salè

 



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