8 gennaio 2014

ARREDO URBANO, SPAZI PUBBLICI E DEMOCRAZIA DELIBERATIVA


Una delle esperienze più interessanti di democrazia deliberativa sul tema degli spazi pubblici e arredo urbano in atto in questo momento in Italia è l’ETM (Electronic Town Meeting) che si è tenuto il 16 novembre 2013 a Palermo sulla pedonalizzazione di una delle vie principali della città, via Maqueda.

06sclavi01fbIl Comune di Palermo è impegnato in un percorso di partecipazione dei cittadini su temi strategici per il presente e per l’immediato futuro della città, promosso fondamentalmente attraverso un social network, Renurban (ww.palermo.renurban.com), e un’equipe denominata “ETM-Palermo”, formata da tecnici del comune e da reti di associazioni culturali no-profit specializzate in metodologie di democrazia deliberativa. Il Social network funziona in modalità wiki, dove tutti gli attori che concorrono allo sviluppo e alla crescita dell’ambiente urbano (singoli cittadini, professionisti, associazioni, ecc) possono condividere le proprie informazioni, ponendo così le basi per modalità di funzionamento più efficaci sia della Pubbliche Amministrazioni che del tessuto urbano. Registrandosi è possibile inserire problemi, proposte, soluzioni, iniziare delle discussioni sul forum tematico o creare eventi partecipativi, il tutto su un’unica piattaforma.

ETM-Palermo (etmpalermo.wordpress.com) è impegnata al momento a organizzare dei percorsi partecipativi su quattro temi: 1. pedonalizzazioni, 2. qualità dei servizi offerti dalle circoscrizioni, 3. recupero della costa, 4. raccolta differenziata nelle zone di nuova industrializzazione. Ognuno di questi percorsi è progettato ad hoc col ricorso a una vasta strumentazione di democrazia partecipativa e mobilitazione cognitiva, dalle interviste su base di storia di vita e raccolta/offerta di filmati e testimonianze multimediali di varia natura, alle camminate di quartiere, agli incontri con esperti, l’uso di info-points e plastici come grimaldelli di apertura della discussione, viaggi per visitare situazioni in cui sono state realizzate buone pratiche, per culminare in un ETM come momento di definizione delle linee guida degli interventi.

L’ETM è una modalità di incontro, discussione e deliberazione alternativa, basata sull’alternanza di discussioni in piccoli gruppi e in plenaria e sulla valorizzazione delle differenze al posto degli schieramenti contrapposti. È stata adottata fin dalla fine degli anni ’90 su temi quali la riqualificazione urbana di Washington DC, la ricostruzione di Ground Zero e di New Orleans, le linee guida della politica sanitaria in California.

L’approccio della democrazia deliberativa (DD) sostituisce alla dicotomia pubblico/privato, la nozione di “spazio/bene comune”, e affianca ai diritti di voto e di rappresentanza politica, il diritto dei cittadini di essere coinvolti in processi decisionali aperti e trasparenti nei quali tutti i punti di vista e le esperienze relative al tema in discussione vengono prese in considerazione. Quello che le metodologie partecipative dimostrano è che non esiste uno spazio comune efficiente, godibile per i cittadini che non sia stato co-progettato con il contributo dei cittadini stessi.

Una delle più importanti organizzatrici e teoriche in questo campo, fondatrice di AmericaSpeaks,

Carolyn Lukensmeyer, ha riassunto la filosofia degli studiosi in questo campo nei seguenti termini: “Non è vero che le istituzioni non funzionano perché la gente è litigiosa e di parte. Litigiosità e partigianeria sono il prodotto di come funzionano le istituzioni, sono dei requisiti del funzionamento delle stesse.” Una controprova è che ogni volta che si mettono in pratica modalità di incontro, di organizzazione e decisione che promuovono l’intelligenza collettiva e trasformano le divergenze in risorse conoscitive, queste istituzioni si sentono minacciate e fanno di tutto per affossarle.

In Italia la prima esperienza di ETM è del 2007, quando la Regione Toscana ha fatto ricorso a un ETM di cinquecento persone per elaborare le linee guida per la legge regionale sulla partecipazione in materia di pianificazione territoriale.

Grazie al moltiplicarsi dei corsi di specializzazione e Master in politiche partecipative, anche da noi sono sorte negli ultimi anni numerose imprese di giovani capaci di offrire alle PA che lo desiderano la possibilità di fare il salto verso la democrazia di un futuro ormai in atto. Si tratta di gruppi di giovani convinti che la ricerca congiunta di soluzioni spaziali capaci di stimolare la creatività e intelligenza collettiva può e deve essere attuata con metodologie che praticano l’obiettivo, ovvero basate esse stesse sulla creatività, il dialogo, la valorizzazione delle differenze. Guardatevi il curriculum di Mobilita (www.mobilitapalermo.org), una delle associazioni che promuovono il cambiamento a Palermo, e vedrete questo futuro negli occhi.

 

Marianella Sclavi

 

 

IL DIBATTITO SULL’ARREDO URBANO 

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