11 dicembre 2013

CROWDFUNDING ALLA MILANESE: COLLETTE 2.0


I media non fanno che parlarci delle imprese afflitte dal credit crunch. Quello che non dicono è che le organizzazioni no profit (ONP) non se la passano meglio. Anzi. A fotografare il fenomeno a ottobre è stato il centro studi Unimpresa, secondo cui le ONLUS sono state le più penalizzate dal calo dei prestiti: -3,8%, mentre i finanziamenti alle imprese tout court sono scesi del 3,51%. A completare il quadretto, anche il credito alle famiglie latita, segnando un -0,7% a livello nazionale.

12magri43FBCome vi abbiamo già raccontato, il bisogno (di credito) ha aguzzato l’ingegno (imprenditoriale) di Milano, che ha trovato nuove vie per ovviare al problema del credit crunch. Ma come possono riuscirci le ONP e le famiglie? Con l’aiuto della rete. Nello specifico: del crowdfunding.

Il termine letteralmente significa “finanziamento dalla folla”, in quanto si avvale della collaborazione di più persone per finanziare un progetto, di solito grazie alla rete. Proprio come avviene in Smartika e iodono.com: la prima promuove i prestiti tra privati (social lending), la seconda supporta le donazioni spontanee senza ritorni economici con il personal fundraising. Due imprese milanesi unite da una comune ispirazione inglese.

Smartika ha preso a modello Zopa, azienda inglese che opera online nel social lending. Con qualche adattamento: “Ne abbiamo fatti per quel che riguarda l’interazione con il mondo bancario e i sistemi di informazione creditizia. Sono state aggiunte anche nuove funzionalità richieste dalla community che si è aggregata intorno all’idea. È vero, l’Italia sconta dei ritardi nel campo della cultura finanziaria e di Internet, ma è pur sempre il terzo paese nell’area euro e ha un volume di prestiti personali attorno ai 20 miliardi di euro. Lo spazio sicuramente c’era ed è aumentato con il credit crunch“, spiega Carlo Vitali, operations e marketing manager di Smartika.

Iodono.com invece si è ispirata a Justgiving, sito inglese leader mondiale nel personal fundraising. Laura Patrito Silva, responsabile marketing, comunicazione sviluppo di iodono.com, ricorda: “Successivamente a una esperienza all’estero sono venuta a conoscenza del personal fundraising e mi sono chiesta perché in Italia non esistesse ancora. È venuto naturale rivolgerci solo alle ONP vista la natura della società per cui lavoro: Direct Channel opera nel settore no profit da oltre 30 anni offrendo soluzioni per la gestione database, campagne di raccolta fondi, business intelligence. Gli anni di collaborazione con le ONP hanno fatto nascere l’idea di creare un nuovo strumento di supporto alla raccolta fondi e alternativo ai canali tradizionali: il personal fundraising“.

Già, ma in soldoni, che cos’è? E quali sono le peculiarità rispetto al crowdfunding? Patrito Silva illustra: “Con il personal fundraising, il donatore diventa protagonista della raccolta fondi di una ONP trasformandosi così da donatore a vero e proprio fundraiser semplicemente aprendo una pagina personale e inviando il link della pagina creata a tutte le persone che conosce. Il personal fundraising gioca sull’egoreferenza tipica del mondo web e social: un vantaggio non solo per la ONP, ma soprattutto permette di coinvolgere a 360° il donatore/fundraiser. Questo ci ha permesso di realizzare a Milano dei bellissimi progetti con L’Abbraccio onlus e l’associazione Aiutare i Bambini”.

Ma gli italiani, si sa, nutrono una venerazione quasi feticistica per il contante, come ha rilevato nel settembre scorso l’Osservatorio sulle Carte di Credito realizzato da Assofin, CRIF Decisioni Solutions e GfK Eurisko. Quanto a sicurezza delle transazioni online, il social lending di Smartika è autorizzato e vigilato da Banca d’Italia, mentre iodono.com utilizza il sistema di pagamento Gestpay di Banca Sella.

Resta il problema della fiducia tra debitore e creditore per il social lending. Vitali riflette: “Sicuramente abbiamo tratto giovamento da esperienze web che già agivano con successo in questa direzione, segnatamente eBay. Lì si scambiavano merci senza conoscersi, il nostro passo avanti era fare lo scambio di denaro (che è pur sempre una merce). Abbiamo creato una community che si riconosce nell’idea e in cui i ruoli non sono fissi (chi ottiene il prestito spesso diventa prestatore e viceversa). Anche il debitore sente bisogno di essere tutelato, ma certamente il passo più difficile verso la fiducia è del creditore, che inizia prestando piccole cifre e da subito si confronta con noi e con gli altri prestatori. La fiducia inizia a crescere, quando poi il creditore vede ritornare le rate con la loro quota interessi, va ad aumentare il suo investimento e diventa un “evangelista” che propone Smartika a parenti e amici”. Ma occhio alle truffe, conclude Vitali: “Se un privato che non conoscete vi offre un prestito o è uno strozzino o un truffatore: questi ultimi stanno proliferando su web e mail incassando anticipi per l’operazione e poi scomparendo”.

Valentina Magri



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