27 novembre 2013

“CHIAMALA VIOLENZA, NON AMORE”: OGNI IMMAGINE VALE PIÙ DI MILLE PAROLE


Non è necessario mostrare volti tumefatti o intingere il teleobiettivo nel sangue per creare consenso attorno alla battaglia che vuole bandire dalla civiltà la violenza sulle donne. Come hanno dimostrato i fotografi vincitori (ma anche i molti bravi partecipanti) del concorso “Lo Sguardo di Giulia”, promosso dalle giornaliste dell’omonima associazione. Vedere per credere: dopo una settimana all’Umanitaria, la mostra “Chiamala violenza, non amore” è esposta sino al 6 dicembre presso la Camera del Lavoro di corso di Porta Vittoria. Poi andrà per una settimana in via Tadino (Cisl) e in seguito in tournée nelle diverse città che l’hanno richiesta, per tornare infine ospite di alcune zone cittadine.

08cosi41FBMa la grande consolazione di questa mostra non viene tanto dalla bellezza delle immagini, dal gran numero di recensioni, dai patrocini del Comune di Milano e dell’Ordine dei giornalisti, pur importanti, ma dall’aver toccato con mano quanto cresciuta e diffusa sia la consapevolezza del dover combattere questa battaglia. Presso gli autori e presso i visitatori. Lo sforzo, riuscito, dei primi è stato di raccontare, attraverso 125 fotografie e sette video, una violenza abbietta fuori dagli stereotipi e senza retorica. E il quaranta per cento degli autori erano uomini; molti i giovani.

Consapevoli che dal baratro si esce insieme, che, certo, sarà una lunga marcia per scrostare pulsioni ancestrali e comportamenti di possesso e consumo, ma che soltanto lavorando anche sugli uomini e soprattutto su bimbe e bimbi si potrà modificare una cultura giustificazionista o addirittura negazionista.

Anche la tipologia dei visitatori concorre a dare speranza sul cambiamento in atto: diversi gli uomini, molte le coppie, una scolaresca varesina che “scende” a Milano apposta assieme all’insegnante, le “riprese” dell’iniziativa da Lucca a Trieste, le molte email d’incoraggiamento.

Comunque, anche se le foto qui pubblicate parlano da sole, conviene arricchirle con qualche indicazione sui premiati e, per concludere, sulla prossima edizione del concorso.

I premi sono andati a:

– Per la categoria Professionisti ex aequo a Karen Di Paola di Roma (“Freedom“) ed Ylenia Carnevali di Lucca (“L’uomo perfetto“), entrambe 37enni.

– Nella categoria Non Professionisti a Marco Castelli, 21enne studente di Firenze, per la serie “Shooting“. Sempre per la categoria Non Professionisti il riconoscimento per il progetto ad Armando Casalino, cinquantenne di Trieste, per la sua denuncia delle violenze culturali (infibulazione, breast ironing, obbligatorietà del burqa… )

– Per la categoria Video al romano Paolo Samarelli di 64 anni, per un coinvolgente disegno animato che trasforma un cuore in una mano pronta a colpire.

– Infine per la categoria Under 18 a Rossella Leone, liceale di Bari, per il tenero “Una donna non si picchia neanche con un fiore“.

La giuria ne ha dunque premiati sei, ma ha ritenuto che altri 22 meritassero una segnalazione perché non meno interessanti per capacità di denuncia degli stereotipi e per soluzioni formali delle opere. Tutte le immagini sono state composte, assieme ai testi d’accompagnamento, sui 20 pannelli che compongono la mostra. Per i pigri e per i posteri è stato composto anche un breve video, di 3 minuti, firmato da Rita Musa:

 

Chi siamo invece noi “giulie lombarde”, è presto detto: il gruppo territoriale dell’associazione Giulia, network di giornaliste impegnato per le donne, quelle che lavorano nelle o per le redazioni e quelle che sono oggetto dell’informazione. Il cui coordinamento, di sette colleghe, si è anche costituito in giuria. Quanto alla prossima edizione de Lo Sguardo di Giulia, cadendo nel 2014, anno internazionalmente dedicato all’arduo tema della conciliazione, non potevamo esimerci. Il titolo-slogan del premio fotografico verrà reso noto entro la fine dell’anno assieme al relativo bando. Con la speranza che nel 2014 si riesca a trovare non solo onorevoli patrocini, ma anche e finalmente qualche dignitoso finanziamento.

In conclusione vanno sempre i ringraziamenti. Ad essi, stavolta, aggiungiamo anche un grano di pepe. Ringraziamo: col Comune Milano la delegata del sindaco Francesca Zajczyk e la presidente della Commissione pari opportunità Anita Sonego; con la Società Umanitaria che ci ha ospitate per prima il presidente Amos Nannini ed il consigliere Gianni Bombaci tessitore di trame di relazioni; con la Camera del lavoro di Milano la segretaria Tiziana Scalco e la responsabile del Centro Donna Maria Costa. Per inciso, per illustrare la locandina e il dépliant della manifestazione unitaria del 25 novembre le tre confederazioni hanno scelto la bella foto di Antonella Monzoni (“La collana di perle”). Quindi l’attrice Consuelo Ciatti, giunta da Firenze per recitare due brani tratti dal suo spettacolo Sangue Nostro, e poi due amici e colleghi senza la cui competenza grafica e il robusto supporto organizzativo la mostra non sarebbe decollata: Mauro Del Corpo e Giovanna Salvini.

Infine il pepe. Come scrive o scriveva sotto l’intestazione la Settimana enigmistica, che “vanta” molteplici tentativi d’imitazione, anche la nostra mostra nel suo piccolo è stata oggetto di attenzioni pirata all’altro capo del Bel Paese …

Marina Cosi

Freedom foto di Paola Di Karen

Freedom foto di Paola Di Karen

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'uomo perfetto foto di Ylenia Carnevali

L’uomo perfetto foto di Ylenia Carnevali

 

 

 

The-shooting1 foto-di-Marco

The shooting1 foto di Marco Castelli

 

 

 

Burka-foto-di-Armando-Casal

Burka foto di Armando Casalini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le-Donne-Non-Si-Toccano-Nem

Una donna non si picchia neanche un fiore foto di Rossella Leone

 

 

 

 

 

 

 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti