20 novembre 2013

BILANCIO IN CONSIGLIO: DEMOCRAZIA O FOLLIA?


È appena terminata l’ultima maratona di Consiglio Comunale. 60 ore di seduta. L’ultima in una settimana di sedute continue, fino a tarda sera e una notturna che viene sospesa il venerdì mattina verso le 10 (per permettere ai consiglieri di recarsi al lavoro o farsi un piccolo riposo e una doccia meritata) per riprendere alle ore 15 del venerdì, per terminare alle ore 02.00 del lunedì mattina successivo. Una maratona assurda per svariati motivi.

08strada40FBL’oggetto a dibattito in ordine del giorno. L’approvazione del Bilancio del Comune di Milano. Un solo piccolo dettaglio. È stato approvato in data 18 novembre 2013 il bilancio preventivo del 2013. Un bilancio da approvare ma che era già stato praticamente speso nella maggior parte dei costi, essendo arrivati al 18 novembre.

Un bilancio che non poteva venire definito prima di comprendere a quanto ammontassero i trasferimenti da parte dello stato. Cifra che purtroppo non si riesce a conoscere per tempo fino a quando i nostri governanti di Roma non smetteranno di fare “flanella” e inizieranno a prendere delle decisioni coraggiose e sollecite in tema di tasse da trasferire agli Enti Comunali. Solamente dopo aver capito le disponibilità delle entrate si possono prevedere le uscite. L’incertezza e la non decisione rischiano di annullare i servizi.

Secondo paradosso: Tra pochi giorni si dovrà iniziare a discutere dell’assestamento di bilancio. La logica fa fatica a comprendere come ci possano essere delle variazioni in soli 15 giorni. Ma la gestione finanziaria pubblica necessita di questi passaggi. E le tempistiche della ratio naturale della società civile non corre alla stessa velocità di quella pubblica.

Terzo paradosso: Il bilancio fatto con queste premesse sarebbe dovuto essere un bilancio semplice da approvare in quanto speso al 70% e con poche possibilità di modifiche.

Quarto: la Lega presenta oltre 600 emendamenti. Gli altri gruppi pochi.

Quinto: dopo che viene deciso di contingentare i tempi, per la necessità di chiudere il bilancio e stilare i mutui per far partire le opere pubbliche del 2013. L’opposizione si inventa una trappola intelligente per tenere in scacco la maggioranza: presentare 5/7 “subemendamenti” per emendamento. Gli emendamenti non vengono neppure presentati a voce, onde evitare di far scendere il tempo contingentato a disposizione con gli interventi programmati, ma di mantenerli tutti. Ogni emendamento viene altresì presentato con un “ordine dei lavori” sul quale si può intervenire. Viene utilizzato questo strumento per discutere l'”emendamento” ma facendolo passare come “ordine dei lavori”. Questa modalità mette in scacco la maggioranza. Non si hanno strumenti per sbloccare la situazione. Durante la prima nottata vengono approvati una decina di emendamenti soltanto.

Sesto: non esiste nel Regolamento Comunale una regola che limiti il numero degli ordini del giorno. Ogni intervento può essere di 15 minuti. Ogni emendamento presentato deve ottenere un parere della Giunta, prima di essere votato. L’opposizione decide di sfoderare un altro trucco per far perdere tempo. Non prendere parte al voto. Di nessun emendamento. Per regolamento il Presidente dopo ogni voto deve dichiarare quanti sono stati i voti a favore, i contrari e gli astenuti. Poi affermare ad alta voce una sorte di appello dei Consiglieri che non hanno partecipato al voto ma erano presenti in aula. Per metterlo a verbale. Un rito che si ripete per tutti i circa 200 emendamenti che sono stati votati. In 6 giorni. In oltre 100 ore.

Sesto: tuttavia esprimo complimenti “politici” all’opposizione per aver trovato la smagliatura del regolamento che ha loro permesso di mettere in scacco la maggioranza. Una modalità di gestione consigliare che può inchiodare la parte governante in eternità. I subemendamenti non hanno un limite, possono essere presentati in continuazione. Gli ordini del giorno possono essere infiniti.

Settimo: i cittadini con cui ho parlato in questi giorni si chiedono come sia possibile una maratona di questo tipo. I cittadini che hanno buonsenso si rendono conto della follia di questa situazione. Non capiscono il motivo di dover stare in Consiglio di notte a discutere. Non si capisce perché si debba rimanere bloccati per giorni, come se si fosse in galera, senza poter uscire dall’aula consigliare per timore di far cadere il numero legale, e buttare a mare tutta la fatica fatta fino a quel momento.

Credo si debba modificare il Regolamento del Consiglio Comunale e su questo non ci sono dubbi. Va modificato in un’ottica di miglioramento e efficentamento del lavoro del Consiglio., nel rispetto dell’intelligenza umana, della democrazia e del senso del pudore. Ma soprattutto con il Regolamento si può garantire tutela della minoranza e il rispetto della governabilità. Senza aver paura di cambiare qualcosa rispetto al passato. Senza dover sempre rimanere legati a delle esperienze antiche.

Credo sia fondamentale il rispetto della diversità. Il rispetto di poter esprimere le proprie istanze, che devono essere diverse e rappresentare tutte le facce della città. Ma credo fortemente anche nel confronto serio e costruttivo. Un confronto che permetta la governabilità ma con l’ascolto delle istanze degli “altri”. Un confronto rispettoso che non può che portare a un miglioramento dell’idea o del progetto. Un confronto che non venga strumentalizzato né si basi sulla demagogia. Ma sia un cammino democratico verso la visione della città.

Mi viene spontaneamente una domanda. Se alla fine alla Lega non fosse prevalso il buon senso e il senso di responsabilità, avrebbe potuto bloccare lo svolgimento dei lavori fino a Natale. Ma è logico tutto questo? Questa modalità di far politica con un’impostazione vecchia, è follia o democrazia?

 

Elisabetta Strada

 



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