30 ottobre 2013
Scrive Valentino Ballabio a Eleonora Poli – Quando scrivi a proposito dell’assemblea sul problema del quartiere Adriano che il “rappresentante delle istituzioni lo conosce benissimo dal punto di vista tecnico, legislativo, giudiziario ed economico. Che però non lo vive direttamente, questa la discriminante” hai centrato la questione. Pensa che tuttavia a poca distanza convivono Comuni dell’hinterland dove invece sindaci e assessori “vivono direttamente” realtà a misura di amministrazione locale, rendendo possibile una costante partecipazione reciproca con il territorio, le sue priorità ed emergenze ma anche opportunità e risorse. E invece Milano quando troverà il coraggio di affrontare un effettivo decentramento in autonome municipalità? Magari cogliendo l’occasione di una vera e non fittizia Città metropolitana?
Scrive Enrico Biraghi a Rita Bramante – Ancora una volta ne fate una questione di soldi! Non è così! Penso abbia ragione Ichino nel suo articolo sul Corriere. Non si può livellare l’apprendimento verso il basso. Non esiste l’egalitarismo delle capacità d’apprendimento, bisogna dare spazio alla meritocrazia. Separato è il discorso di dare ai meritevoli, delle classi sociali meno abbienti, la possibilità e tutto il sostegno per raggiungere vette di eccellenza. Non si cresce con le ideologie!
Scrive Pinuccia Barbieri ai candidati alla Segreteria Provinciale PD – Vorrei dire ai quattro candidati candidate alla segreteria che noi siamo cittadine e cittadini (non tutti cittadini). E che il comune ha ora il sindaco (ma prima c’era una sindaca) assessore e assessori consigliere e consiglieri. Il governo ha senatori e senatrici, ministre e ministri, deputati e deputate (onorevole è neutro se non c’è l’articolo il o la). Il sindacato Cgil ora ha una segretaria, altri sindacati hanno un segretario (in Germania hanno una cancelliera! Riconosciuta). Vorrei quindi far prendere coscienza che linguaggio al femminile e al maschile fa la differenza.
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