9 ottobre 2013

la posta dei lettori – 09.10.2013


Scrive Paola Matossi L’Orsa (Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino) ad Antonio Piva – Abbiamo letto il suo articolo (Musei. Anche una visita può essere sgradevole) e, nel rispetto delle sue legittime opinioni, ci preme fare una doverosa puntualizzazione circa lo spazio ipogeo da lei visitato, i cui criteri museologici adottati per l’allestimento l’hanno lasciata alquanto perplesso. Come noto, il Museo Egizio di Torino è al centro di un importante “progetto di rifunzionalizzazione, ampliamento, restauro e messa in sicurezza” avviato nel 2009; il termine della prima fase dei lavori – raggiunto nel rispetto di costi e tempi – è stato appunto lo scorso 10 luglio ed in 20 giorni si è provveduto ad allestire il nuovo percorso museale temporaneo. Con questo assetto il Museo Egizio raggiungerà il secondo e ultimo più impegnativo traguardo: l’inaugurazione del Nuovo Museo Egizio fissata nella primavera del 2015 (in tempo per l’EXPO!).

È bene sottolineare che la scelta coraggiosa e assai impegnativa dei vertici della Fondazione Museo delle Antichità Egizie è stata quella di realizzare tutti i lavori mantenendo il museo sempre aperto, per non sottrarre neppure un giorno la fruibilità delle collezioni nonostante il pesante impatto del cantiere, le necessarie modifiche del percorso museale e i riallestimenti compatibili con gli spazi disponibili all’interno del palazzo, per evitare costosi e ancor più complessi trasferimenti esterni. È facile comprendere che chiudere il museo, fare i lavori e riaprire dopo alcuni anni sarebbe stato più semplice ma non a favore di pubblico…

Questa decisione, ampiamente premiata dai visitatori che dal 2010 (inizio dei lavori) continuano fortunatamente ad affollare le nostre sale (più di mezzo milione all’anno!), ha comportato scelte allestitive “funzionali agli scopi” che sicuramente prestano il fianco a critiche o perplessità. Le collezioni museali sono state selezionate secondo criteri cronologici per preservare l’arco temporale di 4000 anni di storia (come da lei giustamente sottolineato) che è una peculiarità del museo torinese.

A proposito del soffitto specchiato, va chiarito che l’ambiente ipogeo è di fatto uno spazio progettato per l’accoglienza e non come galleria museale: nel 2015, infatti, questa ampia sala ospiterà i servizi museali (biglietteria, bookshop, ufficio prenotazioni, aule didattiche, guardaroba, noleggio audioguide e supporti multimediali, ecc..) ma in questa fase, la hall ipogea in questione era l’unico ambiente disponibile e sufficientemente ampio per accogliere le collezioni delle sale storiche del 1° piano, attualmente chiuse per consentire l’avanzamento dei lavori che coinvolgeranno anche il 2° piano (recentemente acquisito dal Museo Egizio grazie al trasferimento della Galleria Sabauda presso Palazzo Reale).

Gli sforzi fatti per inaugurare lo scorso 1 agosto un “nuovo percorso museale” sono stati notevolissimi ma la soddisfazione per aver rispettato l’impegno di non chiudere mai il Museo Egizio è stato davvero grande e il successo di pubblico ne è la conferma più tangibile. Può darsi sia opportuno rendere ancora più evidente e chiaro il momento storico e di transizione che sta vivendo la nostra istituzione: oltre agli ampi pannelli che descrivono i lavori in corso e un video illustrativo posto all’ingresso, valuteremo se realizzare un depliant per il pubblico con informazioni più dettagliate.

 

 



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