25 settembre 2013

ACCORPARE I PIANI DEI SERVIZI DEI COMUNI, TANTO PER COMINCIARE


Il dibattito sulla revisione degli enti territoriali è avvitato sulla inutilità: aboliamo le Regioni, o forse aboliamo le Provincie o meglio accorpiamo i comuni o meglio ancora congeliamo i consigli provinciali, ma forse no, accorpiamo solo alcuni comuni, e lasciamo decidere a loro, ma forse è meglio che rimandiamo la decisione alle Provincie, e se poi queste fossero obsolete rinviamo la decisione alle Regioni.

03favoleFBÈ il gioco dell’oca delle proposte di esperti, intelligenti, competenti, ricercatori, professori e politici, che alla fine riportano alla casella di partenza o a stare fermi un giro, il che ormai non ci importa più perché non succede nulla. Intanto per risparmiare riformando gli enti abbiano speso molto in consulenze e quel che più mi spiace facendo perdere tempo a noi che non ci illudiamo più di nulla, anche se desideriamo da molto un cambio nelle strutture amministrative territoriali. Nell’attesa voglio formulare (gratis) una proposta di reale spending review.

La legge urbanistica lombarda prevede per i Piani di Governo del Territorio un documento specifico: il Piano dei Servizi in cui ogni comune prevede quelli di cui si vuole dotare, in modo autonomo e con alcune novità: la partecipazione dei privati, la libertà di assortimento, l’inclusione nei servizi dell’edilizia sociale. Sono Piani che prevedono opere e quindi costi, con qualche stortura (o molte).

Qualche esempio: due comuni che ai lati opposti di una stazione prevedono due parcheggi uno a pagamento e l’altro gratis. Un comune di 800 abitanti divisi in due frazioni lontane tra loro ma ciascuna contigua ad altri comuni per cui non hanno bisogno di scuole o chiesa, che invece può costruire un nuovo palazzo municipale (poche centinaia di migliaia di euro ) e che nel PGT prevede come unica opera un nuovo cimitero con cappella equidistante dalle frazioni per 1 milione (!!). Tre comuni limitrofi che prevedono tre RSA, per non parlare del proliferare dei campi di calcio (7-8000 mq ciascuno) che se a Milano avessero la stessa densità per abitante ne dovremmo prevedere uno ogni due/tre isolati.

E ancora alcuni comuni contigui, ciascuno dei quali ha una piccola previsione di edilizia sociale, di fatto senza operatori interessati per via della piccola dimensione, che non si accordano sul fare un unico intervento. Previsioni senza logica cui si deve aggiungere che oggi ogni comune (escluso le grandi città) ha aree per servizi in quantità superiore al minimo (18mq/ab): troviamo solo valori superiori ai 30 mq/ab, risultato del boom edilizio e delle leggi precedenti che ne prevedevano 26.5, standard che molti comuni oggi fanno fatica a gestire per cui dovrebbero contenere le nuove previsioni.

La proposta è rendere obbligatorio il coordinamento dei Piani dei servizi per subaree definite fisicamente dalle Provincie (finché ci sono) in funzione di prossimità, accessibilità, demografia, stato dei servizi, … . Ci saranno comuni isolati che non si possono accorpare, ma la fascia dei nove comuni a Nord di Milano, (per oltre 200.000 ab.) o i coacervi di piccoli comuni nelle Provincie di Como, Lecco, Varese, e moltissimi altri lo dovrebbero fare. Trent’anni fa la regione aveva previsto anche a questo scopo i Comprensori, che hanno funzionato per poco tempo, causa rivalità tra i comuni su altri temi come i centri commerciali e le aree industriali: ora potremmo pensare al pubblico invece che al privato, e magari ci riusciamo. E si riproporzionerebbero anche le quantità degli standard.

Non sarà possibile obbligare subito i comuni a fare i Piani dei Servizi insieme, perché ciascuno ha i suoi tempi per il PGT, ma considerando che ormai quasi tutti hanno un PGT approvato, si potrebbero fare delle varianti integrate per settore, quindi solo per i servizi. Altrimenti la legge deve obbligare a coordinarsi e a dimostrare la loro integrazione, per scuole, biblioteche, campi sportivi, cimiteri, edilizia sociale, Rsa, ecc..(e sarebbe già molto) Sarà un motivo reale di risparmio, minor consumo di suolo e migliore gestione. La verifica sarà a cura delle Provincie, che hanno uffici per il territorio competenti e attrezzati. O se queste spariscono in capo agli stessi comuni consorziati. Ci saranno difficoltà di intesa tra vicini? Basta che la Regione non accetti di pubblicare i PGT senza accordi. Ci vuole determinazione ma forse dal basso ci si può arrivare.

 

Paolo Favole

 



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