25 settembre 2013

MUSEI: IL VOLONTARIATO È ANCHE UNA RICCHEZZA IN PIÙ


Il dibattito è noto e di grande attualità. Il museo, quale elemento centrale di una società ormai forse troppo pigra e preoccupata dai problemi congeniti o presunti che la attanagliano, si trova a dover affrontare gravi criticità sul piano delle risorse. A questo tema è stato spesso, talvolta meccanicamente, affiancato quello del volontariato, inteso proprio quale espediente economico e umano verso cui attingere in periodi tenebrosi. Diventa quindi normale e immediato procedere verso accuse di indebita appropriazione di posti di lavoro retribuiti a fronte del contributo gratuito di un gruppo di interessati, volenterosi ma non certo qualificati a svolgere il ruolo che a ragion veduta deve rimanere in capo ai professionisti del settore.

04abbiatiiFB

La chiave di lettura è rappresentata tuttavia da una visione più ampia e umanamente più elevata. Il volontariato nella società odierna rappresenta il vero elemento centrale di una comunità attorno al quale è necessario guardare con sempre maggiore consapevolezza e cognizione di causa. I volontari infatti non solo risultano un impulso centrale verso il corretto godimento di una vita civile comune, ma sono ormai elemento sussidiario, non sostitutivo, in tutti quei servizi resi sempre più fragili dal vacillare dell’economia e della gestione precaria delle risorse a disposizione. La cultura non è esclusa da tutto questo, anzi deve essere riconosciuta quale ambiente radicale di crescita del terzo settore. Il museo stesso nasce, si sviluppa e si propone per rappresentare le testimonianze e i bisogni culturali di un territorio, della sua collettività. Il museo è sempre più costruito attorno al pubblico e da esso deve essere riconosciuto e quindi vissuto in un dialogo propositivo.

I volontari sono persone che vivono il museo in quanto tale. Mettono a disposizione parte della loro vita, della loro storia per accrescere il contenuto culturale dell’istituzione. Sono persone che sanno accogliere, ovvero donano con spontaneità e gentilezza la propria passione offrendo ai visitatori un gesto di umana attenzione che può davvero gratificare la visita e rendere arricchente un’esperienza culturale. Il museo deve essere oggi più che mai un luogo di incontro, di contatto tra persone, in cui le collezioni restano l’elemento centrale della visita ma attorno alle quali poter costruire un percorso intimo e personale favorito da un ambiente ospitale, amichevole, familiare.

È da questo stimolo verso una rinnovata capacità di raccontarsi che deve passare il successo del museo. A lungo si è parlato di gratuità nell’accesso ai luoghi di cultura, di rincorse disperate verso il finanziamento di privati, di grandi opportunità sprecate nella gestione del patrimonio culturale. Allora non perdiamo questa di occasione. Il volontariato è uno straordinario strumento di cambiamento, un fenomeno per creare una cultura ibrida dell’istituzione che conduca a una innovazione che non deve necessariamente affrontare un approccio di discontinuità ma che può portare a nuove letture del patrimonio culturale, in modo dolce e graduale.

Impariamo a osservare il volontariato culturale come un punto strategico della nostra offerta culturale, non perché terapia sostitutiva per arginare tagli di bilancio, ma come nuova rappresentazione del desiderio dell’uomo di sentirsi parte attiva nella costruzione della propria storia. Prendiamo la vitalità, la partecipazione, l’intensità di queste persone, coltiviamo il loro sentimento come il dono più bello da ricevere e poter accrescere. In fondo non servono grandi riconoscimenti, basta continuare a valorizzare e promuovere il lato umano che il museo inevitabilmente comunica da secoli.

 

Tommaso Abbiati

 

 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti