18 settembre 2013

MILANO. RITROVATA L’ARCA PERDUTA?


Sulle pagine milanesi dei principali quotidiani negli ultimi giorni cominciano a comparire notizie presagio forse di una non lontana ripresa: buone notizie dunque. Smentito il vecchio adagio del mondo dei giornali? Quello che dice: “una buona notizia non è una notizia”? A me non piace, ad altri sì e da tempo, in particolare da quando la stampa amica di Berlusconi spara a palle incatenate su tutto e su tutti: per lei le buone notizie non esistono.

Io mi domando di che umore siano i suoi lettori: ovviamente pessimo, vedendo all’orizzonte nubi sempre più nere. Ma il Cavaliere non era quello che incitava al buonumore e alla fiducia come unico vero antidoto alla crisi? Ha cambiato idea. Adesso la crisi – lo spettro della crisi – sembra fargli comodo a patto che la Borsa non penalizzi troppo le sue aziende. Questo scenario dovrebbe convincere anche i più renitenti che il conflitto d’interessi è un male per tutti, per chi ci diguazza, per chi ne soffre, per chi scrive sui giornali, per chi cerca di informare civilmente l’opinione pubblica.

Ma veniamo alle notizie. Il quadrilatero d’oro, Monte Napoleone, festeggia la rinnovata prosperità e si augura che oltre gli stranieri arrivino gli italiani. Me lo auguro pure io, anche se chi spende cifre favolose in frivolezze non è in cima ai miei pensieri perché penso che bene o male Milano stia ritrovando una sua attrattività. Gli stranieri se la vedranno col fisco di casa loro, gi italiani no: sanno che oramai il nostro fisco si è fatto sagace e se spenderanno lo faranno da cittadini onesti (speriamo!), con la coscienza a posto, come direbbe Papa Bergoglio. Altra notizia: la “movida” sembra avviata a una fase più tranquilla. Qualcuno strilla che sta morendo la vita notturna milanese e dunque parrebbe una brutta notizia. Non è così. La movida, come tutte le mode, non è un fenomeno stabile e permanente e la sua “decrescita” non va vista come un calo della voglia di vivere dei giovani. I gestori accusano il caro affitto dei locali e chiedono al Comune spazi più convenienti. Perché no? Anche in questo campo un ruolo di calmiere del Comune può essere utile senza però venir meno al criterio delle priorità. Il lato positivo della notizia è che probabilmente anche i giovani hanno ritrovato il senso della misura.

Altra buona notizia. Il numero degli start up di giovani imprenditori è in continua crescita e, come ha detto l’assessore D’Alfonso, il commercio al dettaglio non è così in crisi come il numero delle serrande abbassate lascerebbe supporre. Si stanno rimescolando le carte tra imprenditoria locale e imprenditoria immigrata: il melting pot imprenditoriale è la miglior molla allo sviluppo di piccoli e grandi. Ancora una. Il barometro di Expo sembra lasciare il variabile per avviarsi al bello: la collaborazione tra istituzioni pare funzionare. Chissà se ci sarà l’altra buona notizia, ossia che le ragioni di chi si oppone all’Expo hanno avuto una almeno parziale soddisfazione con un aggiustamento della rotta ancora possibile? Comunque non abbandoniamoci a facili ottimismi, come suggerisce Marco Ponti su questo stesso numero di ArcipelagoMilano.

Per finire una nota direi di costume, che non è né una notizia buona né una cattiva. Londra sembra sabotare le banche italiane da un lato e a cinque anni di distanza il fallimento di Lehman Brothers Holdings Inc. sembra non aver insegnato nulla a nessuno. Nessuno nella piazza finanziaria milanese ha commentato il fatto. Peccato: il vecchio spirito imprenditoriale e finanziario milanese del quale siamo ancora alla ricerca ha fatto di nuovo cilecca. Malgrado questo possiamo cominciare a essere ottimisti, con parsimonia tutta milanese. Stiamo ritrovando l’Arca perduta?

 

Luca Beltrami Gadola



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