18 settembre 2013

MARONI LI LASCIA A CASA, PODESTÀ NON FA QUEL CHE PUÒ


Il 12 settembre sono iniziate definitivamente le scuole, ma non per tutti. I ragazzi e le ragazze con disabilità che frequentano le scuole superiori, che hanno bisogno dell’assistenza ad personam, non hanno cominciato la scuola insieme ai loro compagni, nonostante le nostre richieste e pressioni portate avanti da mesi perché venisse garantito il diritto all’assistenza e quindi allo studio di tutti, senza discriminazioni. Negli ultimi anni in Provincia di Milano noi consiglieri di opposizione abbiamo sempre sostenuto l’importanza di organizzare per tempo sia il trasporto che l’assistenza educativa in collaborazione con i Comuni: su questi temi ci sono state controversie sulle competenze che facevano sì che, rimpallandosi la responsabilità, non si fosse mai pronti al momento giusto!

L’anno scorso i Comuni che avevano organizzato il servizio da settembre a giugno, come ovvio perché questa è la durata della scuola, si sono visti abbandonati alla fine dell’anno solare dal punto di vista economico, perché la Provincia sosteneva che la competenza fosse della Regione e quindi non poteva più dare le risorse necessarie per concludere l’anno scolastico. Ci rendiamo conto delle difficoltà economiche, ma riteniamo che dopo le numerose sentenze del Tar che hanno condannato le Province a pagare non solo la mancanza del servizio d’assistenza, ma anche a risarcire i danni delle famiglie e soprattutto dopo la sentenza del Consiglio di Stato che definisce la Provincia competente dell’erogazione del servizio di assistenza, sia obbligatorio adempiere al proprio dovere in tempo utile.

Sappiamo che sono momenti difficili per reperire fondi, ma si tratta di una scelta politica e uno dei temi prioritari deve essere quello di garantire la frequenza degli alunni con disabilità dal primo giorno di scuola. Perché proprio loro tutti gli anni devono vivere nell’incertezza, non sapere se potranno disporre del trasporto al quale hanno diritto e soprattutto non sapere se avranno l’assistente che permette loro di andare a scuola? È sulla concretezza delle azioni che si dimostra la visione di società che abbiamo e quindi bisogna fare delle scelte, scelte che devono essere fatte nei tempi giusti: dovevano essere messi a bilancio 1,5 milioni di euro necessari, questo avrebbe testimoniato la volontà di affrontare la questione e dare risposte concrete.

Inoltre le famiglie, nel caso fossero in grado di organizzarsi, potrebbero provvedere al trasporto dei propri figli sapendo di avere poi diritto al rimborso delle spese sostenute, ma la stessa cosa non può avvenire per l’assistente educativo. Questo servizio può essere organizzato solo dalla Provincia, anche se in accordo con gli altri Enti territoriali, ma conoscendo la situazione attuale delle casse dei Comuni, stante la necessaria interlocuzione, è impensabile che siano loro ad anticipare le spese: se l’Amministrazione Provinciale non provvede a destinare a bilancio le risorse necessarie, i ragazzi e le ragazze continueranno a restare a casa come già successo la settimana scorsa.

Parliamo di 1890 studenti di cui 1118 a Milano, di questi 582 sono disabili gravi, 311 a Milano città. Sono numeri importanti, ma qualunque fosse il numero degli alunni con disabilità, il nostro impegno di amministratori non dovrebbe essere diverso. Certo ogni situazione va valutata singolarmente, in base a criteri condivisi, per capire quale sia il programma individualizzato e quindi la necessità reale, ma non possiamo accettare che anche quest’anno la scuola sia iniziata senza vedere presenti i ragazzi con disabilità. Insegnanti, alunni e genitori sono consapevoli quanto sia importante partire insieme, condividere le prime giornate di accoglienza, conoscenza e organizzazione per potersi sentire inclusi nell’attività che seguiranno tutto l’anno e garantire anche alle famiglie la necessaria tranquillità per iniziare bene.

Ma a oggi questo non è stato possibile e ci chiediamo anche quale sia la proclamata efficienza e il cambio di passo della nuova Regione che ancora non ha provveduto a stanziare i fondi alle Province.

 

Diana De Marchi



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